Diritti Lavoro

Dipendenti e soci delle cooperative

verticale Marco Marcocci

Rinnovato il contratto della cooperazione sociale. Assemblea dei soci di Confcooperative Roma città metropolitana ed emersione delle problematiche del mondo cooperativo

Periodo di intensa attività istituzionale per il mondo delle cooperative che tenta di uscire dalla crisi con grande fatica ma anche con tanta voglia di fare, di rimettersi in gioco e di lottare contro le avversità. La novità – per i soci cooperatori che si occupano del terzo settore – è anzitutto la firma del nuovo contratto nazionale che, dopo una partenza un po’ stentata, con le proteste dei soci cooperatori in occasione dell’assemblea romana tenutasi il 28 marzo, ossia la mattina dopo la firma della pre-intesa per il rinnovo contratto della cooperazione sociale, ha ottenuto un risvolto positivo poiché si è giunti a risolvere la questione del mancato adeguamento delle tariffe tabellari, ferme a 9 anni fa.

L’accordo siglato il 28 marzo 2019 coinvolge 350.000 addetti ed è relativo al triennio 2017-2019. Prevede un aumento medio di 80 euro per i salari, con un aumento una-tantum di 300 euro per ovviare alle carenze del passato, dal momento che il contratto è scaduto da oltre 6 anni. Si tratta di una pre-intesa in realtà, firmata nella notte tra il 27 e il 28 marzo, da Fp-Cgil, Fps-Cisl, Fisascat-Cisl, Uil-Fpl e Uiltucs per la parte sindacale e da Agci-solidarietà, Federsolidarietà-Confcooperative e Legacoop sociali per la parte datoriale. L’iter non è ancora terminato, dal momento che ora verranno consultati i lavoratori e che solo dopo la loro approvazione verrà apposta la firma definitiva, fatto che dovrà avvenire entro il 15 maggio 2019.

L’accordo che avvia l’iter di rinnovo del Contratto nazionale per i dipendenti delle cooperative del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo, prevede anche nuovi importi per i minimi tabellari con decorrenze 1° novembre 2019, 1° aprile e 1° settembre 2020. Sono stati previsti anche degli accordi di gradualità. Infatti la pre-intesa prevede che in presenza di particolari e generalizzate difficoltà di carattere economico-finanziario, possono essere stipulati in sede territoriale accordi di gradualità volti all’applicazione progressiva dei contenuti economici dell’accordo di rinnovo.

L’accordo coinvolge 11.500 cooperative sociali aderenti alle organizzazioni suddette: si tratta di 350.000 lavoratori che offrono servizi di welfare a più di 7 milioni di persone.
“Il rinnovo” hanno dichiarato Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà ed Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali “prevede una serie di istituti che permettono alle cooperative sociali di rispondere in modo ancora più coerente ai nuovi bisogni di welfare e alle nuove sfide dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e di disabili. Dopo la riforma dell’impresa sociale con questo accordo si introducono significative innovazioni che permetteranno alle nostre imprese di ampliare la propria operatività innovando le politiche sociali del nostro Paese”

Il novo CCNL accoglie elementi di flessibilità organizzativa, come la banca ore e la stagionalità, e vede l’inserimento di nuove figure professionali come quella per l’aiuto domiciliare e dell’operatrice/ore dei servizi di istruzione/formazione e della continuità educativa 3/6 anni per rendere ancor più completa l’offerta di servizi alle persone, anziani e minori in primis.
Sottolineiamo che sono state inserite alcune tutele particolari, come il congedo per le donne lavoratrici vittime di violenza e di genere, e che è stata rafforzata la garanzia della conservazione del posto di lavoro ai dipendenti nei casi di gravi patologie oncologiche o cronico-degenerative ingravescenti.

Il mattino seguente la firma dell’accordo, in occasione dell’assemblea di Confcooperative Roma città metropolitana, alcuni rappresentanti delle cooperative hanno manifestato però il proprio disaccordo rispetto al non adeguamento dei minimi tabellari. In realtà, la risposta dei sottoscrittori è stata che il rinnovo prevede un aumento di 80 euro mese di salario a regime pari al 5,95% e 3 tranche di cui l’ultima a settembre 2020. È stata concordata, inoltre, l’erogazione di una tantum di 300 euro in due rate nel 2019 e un incremento dello 0,5% a sostegno della previdenza integrativa.

Le criticità del sistema cooperativo e le proposte dei cooperatori dell’area romana

In occasione dell’assemblea romana, alcuni soci hanno voluto sottolineare alcune criticità che affliggono il sistema cooperativo. Ad esempio Roberta Nuccitelli della cooperativa “Un sorriso per tutti”, con sede nei Castelli romani, ha messo in luce la mancanza di collaborazione tra le cooperative territoriali per controbattere all’“assalto” dei grandi gruppi privati del Nord che – afferna – formano delle cooperative ad hoc aprendo una sede in un indirizzo qualsiasi dei Castelli romani per partecipare ai bandi pubblici territoriali ed immancabilmente aggiudicandoseli privando così chi in realtà conosce e vive il territorio stesso. Secondo la cooperatrice, si tratta in realtà di grandi consorzi del Nord che cambiano nome appositamente e che possono permettersi di vincere i bandi al ribasso, mentre le piccole cooperative veramente locali non possono permettersi di abbassare i prezzi più di tanto perché sarebbero altrimenti costrette a lavorare in perdita. La proposta di Nuccitelli è dunque quella di unirsi, formare delle Ati o dei raggruppamenti temporanei d’impresa per essere in grado di concorrere allo stesso livello di queste grandi organizzazioni.

Un’altra criticità, messa in luce da Giuseppe Milanese, della cooperativa OSA nata nel lontano 1985 e che opera nel campo della sanità, è la mancanza di un interlocutore istituzionale negli ultimi anni. Forte della propria esperienza, Milanese evidenzia che fino a 7 anni fa si riusciva ad avere un contatto e una risposta da parte della politica alle questioni inerenti il mondo della cooperazione ma che ultimamente ogni porta si sia chiusa e non ci sia più occasione di dialogo. “Quindi non è un problema legato all’amministrazione del Movimento 5 stelle” sottolinea “poiché il problema è iniziato prima, già con le precedenti amministrazioni, di differente colore politico”.

Interessante anche l’intervento di Giacomo Lepri, della cooperativa Coraggio, una cooperativa fondata 5 anni fa che ha avuto l’idea di supportare le giovani cooperative, incoraggiandole appunto, nei momenti iniziali del loro percorso imprenditoriale e lavorativo. “Nessuna impresa può avere uno stipendio subito, già dai primi 2 o 3 anni di vita” spiega “ma sono tanti i soci cooperatori che non lo sanno e che sono costretti a chiudere dopo appena un anno di vita perché non lo avevano preventivato”. Coop-up è l’iniziativa formativa della cooperativa Coraggio che ha lo scopo di far capire a chi apre una nuova impresa di questo tipo quali saranno le difficoltà cui andrà incontro e ad affiancare questi nuovi soci cooperatori nel primo periodo di vita.

Le conclusioni del presidente Marco Marcocci

Al termine dell’assemblea del 28 marzo 2019 ha preso la parola il presidente di Confcooperative Roma, Marco Marcocci. Nel suo intervento ha dichiarato di aver preso nota delle osservazioni presentate dai diversi soci cooperatori intervenuti e in particolare della necessità emersa di coinvolgere appieno le istituzioni e tutti i portatori di interesse nei processi operativi che portino a soluzioni condivise per i temi che coinvolgono il mondo della cooperazione.
Secondo Marcocci bisogna instaurare un rapporto differente non solo con gli interlocutori istituzionali ma anche con il mercato di riferimento, poiché le società cooperative lavorano anche con i privati. D’altro canto – ha sottolineato – noi siamo riconosciuti anche e soprattutto per il fatto di essere persone corrette e questo è un valore aggiunto che può premiarci nello svolgimento della nostra attività. Attività lavorativa che è al tempo stesso imprenditoriale.
Marcocci ha anche messo in evidenza come qualcosa, per quanto riguarda i rapporti con le istituzioni, in realtà già sia stato fatto e che ha riscontrato delle aperture: si è avviato un proficuo rapporto con il Comune di Roma per l’apertura di un Tavolo sull’impresa sociale con la Sindaca Virginia Raggi e con gli Assessori competenti per materia. “Probabilmente” ha aggiunto Marcocci “si sono resi conto di poter avere un supporto da parte nostra, delle cooperative, nella ricostruzione del tessuto sociale di Roma”.
Marcocci ha condiviso poi il pensiero di Roberta Nuccitelli sulla necessità di integrazione tra cooperative, ciascuno per la propria competenza, allo scopo di far emergere sinergie e progettualità. Inoltre, ha messo in evidenza la difficoltà economica delle società cooperative che lavorano con i piccoli Comuni, dal momento che è difficilissimo riuscire a farsi pagare da questi ultimi nei termini di Legge. Un fattore, questo, che causa danni dalle ripercussioni enormi per le piccole cooperative territoriali.

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