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I cenoni di Natale e Capodanno degli italiani

cenoni di Natale e Capodanno

Gli italiani spenderanno 4,7 miliardi di euro per i cenoni di Natale e Capodanno, 100 milioni in più rispetto al 2018. Le tredicesime sfioreranno i 36 miliardi di euro, 800 milioni in più rispetto allo scorso anno. I dati elaborati dal Centro studi di Confcooperative

Gli italiani spenderanno 4,7 miliardi per i cenoni di Natale (2,7 miliardi) e Capodanno (2 miliardi), vale a dire 100 milioni in più dell’anno scorso e che rappresenta il 13,1% delle tredicesime che sfioreranno i 36 miliardi pari a 800 milioni in più rispetto allo scorso anno (l’inflazione è allo 0,5%). Questo aumento delle tredicesime non spingerà però i consumi, in quanto gli italiani sono ancora incerti sul futuro e hanno meno speranze, visto l’aumento della povertà e dell’instabilità politica. È quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro Studi di Confcooperative che mostra come in realtà una fetta importante della tredicesima sarà destinata al risparmio (9,1 miliardi rispetto agli 8,8 dello scorso anno). In generale – spiegano gli analisti – avremo una polarizzazione dei consumi tra l’Italia che può sostenere delle spese anche effimere e di lusso e chi deve fare i conti con le difficoltà quotidiane tra tasse e spese correnti.

Secondo gli studiosi prevarrà l’egoismo, con gli italiani più portati a spendere per sé che per gli altri. Infatti le previsioni ci dicono che il denaro della tredicesima sarà destinato a viaggi, benessere e raffinatezze sulla tavola. Ma, contemporaneamente, essendo aumentato il numero degli italiani in difficoltà, l’altro versante della medaglia ci rivela che saranno in molti anche a imbandire le tavole all’insegna dell’austerity. Tra gli under 40 sono 3 italiani su 10 quelli che hanno acquistato in anticipo e congelato oppure acquistato online con un risparmio del 15-20% rispetto alla spesa fatta nei giorni della vigilia.
E rispetto ai regali di Natale? Periodo dedicati ai doni per tradizione, in realtà mai come quest’anno i giorni dedicati al Black Friday sono stati l’occasione per anticipare i regali di Natale per parenti e amici risparmiando il più possibile per conservare per sé stessi l’extra pocket disponibile. Il dono non è più quello altruistico dunque ma quello “dovuto”, minimalista, mentre l’egoismo la fa da padrone e porta l’italiano medio a pensare prima a sé stesso.

I cenoni

Anche in cucina si pensa al risparmio. I cenoni, tra queste luci e ombre, esalteranno le eccellenze dell’agroalimentare Made in Italy con 9 italiani su 10 che trascorreranno il Natale in casa (dato in linea con gli scorsi anni), mentre a Capodanno, complici le partenze e i cenoni fuori casa, saranno 5 su 10 gli italiani che aspetteranno a casa il rintocco della mezzanotte per brindare al 2020 (dato, questo, in flessione rispetto allo scorso anno, così come lo era già nel 2018 anno rispetto al 2017).

Le bollicine italiane si confermano le immancabili superstar dei cenoni, con oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da bottiglie di spumante e prosecco Made in Italy: un +10% rispetto allo scorso anno. Gli italiani continueranno a preferire le bollicine di casa nostra a quelle d’oltralpe: spumanti e prosecchi battono lo champagne anche questa volta.

Per il menù di Natale, in pole position le eccellenze del Made in Italy:
• vongole e frutti di mare per i primi piatti (110 milioni di euro);
• pesce per i secondi piatti (455 milioni di euro);
• carne, salumi e uova (530 milioni di euro);
• vini, spumanti e prosecchi (440 milioni di euro);
• frutta, verdura e ortaggi (410 milioni di euro);
• Pasta, pane, farina e olio (225 milioni di euro);
• Formaggi freschi e stagionati italiani (115 milioni)
• Dolci (panettone e pandoro in primis + specialità dolciarie regionali (420 milioni di euro).

E se gli italiani sono concordi sul cosa portare in tavola, diverse le scuole di pensiero in cucina. Tra gli over 50 vincono le ricette tradizionali o di famiglia; tra i più giovani spopolano blog e App per cercare la ricetta d’effetto: crudi con avocado, rombo in crosta di cacao; risotto gamberi e liquirizia; filetti di pesce con mele e uva bianca.

Secondo Confcooperative dunque si tratta di un “brindisi dal calice amaro”. Per oltre 2 milioni di famiglie che vivono in assoluta povertà. “Resta fondamentale” dichiarano i rappresentanti di Confcooperative “individuare risorse e misure di contrasto alla povertà. Rei e Reddito di Cittadinanza, seppur con finalità diverse, non hanno ancora sciolto i problemi”.

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