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Le imprenditrici e il sistema produttivo delle Marche

Nelle Marche cambia il sistema produttivo e le giovani donne fanno impresa. Servizi sociali, di alloggio e ristorazione i settori più quotati

 

Nella regione al plurale, il sistema produttivo si evolve. Vi è un calo delle imprese, meno 1.935 imprese attive, specialmente nel commercio, ma crescono quelle dei servizi più avanzati, come le attività professionali e di consulenza (+126 imprese), le immobiliari (+125), i servizi alla sanità e sociali e quelle nelle forme giuridiche più evolute. Secondo i dati Unioncamere – Movimprese elaborati dal Centro Studi CNA, bene anche le imprese legate ai servizi di informazione e comunicazione (+31 imprese) e in crescita il numero delle imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (+20).

Le modifiche al sistema produttivo

“Prosegue, dunque” sostiene Cna Marche “il processo di riallineamento della struttura economica della regione rispetto alle economie più evolute del Paese, con il calo delle imprese attive in agricoltura, manifatture e costruzioni e la crescita numerica non per tutti i servizi (il commercio perde oltre 900 imprese), bensì per quelli più avanzati, a più alto contenuto di conoscenza.”

L’indagine in questione rileva che anche tra le manifatture si riscontrano andamenti opposti tra settori di attività: mentre calano le imprese delle produzioni alimentari, del sistema arredamento e moda, della meccanica, cresce invece il numero delle imprese delle produzioni in gomma e materie plastiche, della chimica e dell’elettronica, ma soprattutto delle riparazioni manutenzioni e installazioni di macchine e impianti (+4%).

Nelle Marche tutti i territori provinciali perdono imprese, senza eccezione ma con ritmi diversi: si va dal -0,8% della provincia di Macerata al -1,7% della provincia di Ancona.

Le maggiori perdite si sono avute tra le imprese individuali con oltre 2mila imprese di scarto tra iscritte e cessate, ma sono calate fortemente anche le società di persone mentre sono cresciute di numero le società di capitali, segnalando come il tessuto delle imprese marchigiano si stia evolvendo non solo nella composizione per settore ma anche nella forma giuridica e negli aspetti organizzativi.

Le donne nelle Marche creano impresa, specialmente in giovane età

Complessivamente le imprese marchigiane guidate da donne sono 34.834 pari al 23,7 % delle 147.115 aziende in attività, garantendo lavoro a 95.930 addetti e inserendosi benissimo nel sistema produttivo marchigiano.

L’impronta imprenditoriale femminile è evidente soprattutto nei servizi di asili nido, assistenza diurna per minori disabili, servizi di baby-sitting. Ad affermarlo Cna Impresa Donna Marche sempre su dati Movimprese elaborati dal Centro Studi dell’associazione artigiana.

Ma nelle Marche le donne che fanno impresa non si occupano solo di servizi sociali. Le imprese femminili che si occupano di sanità e assistenza sociale sono 350 su 863, pari al 40,6% del totale. Ad altissima presenza femminile sono le attività di servizi alle persone e alle famiglie. Quelli gestiti da imprenditrici sono 3.941 pari al 57,2% delle imprese del settore. Si tratta soprattutto di lavanderie, saloni di acconciatura, laboratori di tatuaggio e piercing, agenzie matrimoniali, organizzazione di feste e ricorrenze, dog sitter, custodia e cura degli animali domestici. È in rosa una impresa su tre nell’industria della vacanza: servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici e legati all’intrattenimento e al divertimento.

In assoluto il maggior numero di imprese marchigiane guidate da donne si occupa di commercio (8.419) e di agricoltura (7.435). Nel comparto manifatturiero le aziende femminili sono 4.119, soprattutto nei settori del tessile, abbigliamento e calzature.

Le attività immobiliari al femminile sono 1.594, le agenzie di viaggio e noleggio auto 1.187 e le attività professionali, scientifiche e tecniche 1.080. Marginale, invece, la presenza femminile alla guida di imprese edili (1.017 pari al 5,1%) e di trasporto (332 pari all’8,8%), settori ancora fortemente maschili.

Le imprese femminili sono più giovani rispetto a quelle guidate da uomini: il 12,4% delle titolari donne ha meno di 35 anni rispetto all’8,6% degli uomini.

“Le giovani donne che aprono un’impresa” spiega Emilia Esposito, presidente Cna Marche Impresa donna “incontrano maggiori difficoltà a stare sul mercato rispetto ai colleghi maschi. In media una impresa femminile resiste 10 anni rispetto ai 12,3 anni di un’impresa maschile. I maggiori ostacoli che ne frenano la competitività riguardano la conciliazione del lavoro con gli impegni familiare, l’insufficienza del capitale necessario e la difficoltà di ottenere credito. Ostacoli comuni a tutte le imprese sono quelli legati al fisco e alla burocrazia. In ogni caso il contributo delle imprese femminili all’economia marchigiana è fondamentale in tutti i settori, specialmente nel terziario, e meriterebbero interventi mirati di sostegno da parte delle istituzioni”.

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