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Stati Generali delle Donne per la Fase 2

Lettera aperta al Governo dagli Stati Generali delle Donne per la Fase 2. Cosa chiedono le professioniste e le imprenditrici pensando all’Italia che verrà

Si attivano gli Stati Generali delle Donne per la Fase 2 scrivendo una lettera aperta al Governo che riportiamo qui di seguito:

Nel difficile passaggio da uno stato quasi totale di blocco delle attività produttive a una Fase 2 di ripresa economica e sociale del Paese, noi di Stati Generali delle Donne chiediamo al Governo di sviluppare una strategia sostenibile per una “nuova” economia che esamini le implicazioni sociali, ambientali e di governance, avendo peraltro una visione lungimirante in vista della fase 3, che auspichiamo caratterizzata da una “nuova” politica industriale.

È necessario partire dalle riflessioni già in vostre mani sul ruolo del mondo delle professioniste e delle imprenditrici affinché si mettano in atto misure concrete e strutturali per risolvere il dramma della disoccupazione femminile e giovanile rilanciando l’occupazione attraverso investimenti nella difesa e sicurezza del territorio, nell’ambiente e nel paesaggio, nella salute, nell’istruzione/formazione e nella ricerca.

Vogliamo un’Italia sociale e solidale che contrasti la precarietà del lavoro delle donne, in particolare delle giovani donne, e le crescenti povertà.
Vogliamo un’Italia innovativa che con coraggio ripensi a nuovi programmi di istruzione e di formazione, che crei nuovo lavoro, che sviluppi l’imprenditorialità delle donne e la leadership.
“Insieme verso l’Italia che verrà” è la narrazione sull’innovazione, sulla sostenibilità e sulla capacità di rinnovarsi verso un inizio, che passo dopo passo, salvaguardi una dimensione locale con una vocazione internazionale ed europea.

Abbiamo predisposto una grande raccolta di idee da parte delle donne attive in ogni regione e abbiamo così sintetizzato alcune proposte migliorative a sostegno delle libere professioni e delle micro e piccole imprese, tutte da inserire nel prossimo decreto.

A fronte del calo delle opportunità e del reddito professionale le imprenditrici e le professioniste chiedono:

  • misure più incisive di sostegno al reddito per garantire la liquidità necessaria a far fronte alle spese di mantenimento delle attività d’impresa e degli studi professionali;
  • di poter accedere al Fondo Gasparrini per la sospensione del mutuo prima casa sulla base del calo “dell’incassato” e non del “fatturato”;
  • di allungare i tempi di restituzione del prestito “fino a 25mila euro” concesso anche alle imprese e alle professioniste, oltre i 6 anni, e concomitante controllo dei tassi applicati e di eventuale “spese di istruttoria” attivate da alcuni Istituti di credito;
  • di prorogare almeno fino a marzo 2021 i termini per i versamenti Irpef, INPS, Inail e qualsiasi altra tassa o contributo fermo restando la rateizzazione (o lo sconto) delle somme da versare in almeno tre anni;
  • lo sblocco dei crediti maturati nei confronti delle PA;
  • il rilancio del comparto edilizio con il fine di rimettere in moto gli incentivi fiscali ad esso collegati (eco e sisma bonus);
  • di avviare un vero e sostanziale processo di semplificazione delle procedure di gara in generale e di aggiudicazione, attraverso una modifica del Codice che consenta di realizzare in tempi rapidi le opere pubbliche;
  • di ridisegnare per il settore tessile un’economia circolare che riduca la quantità assoluta di risorse naturali di cui disponiamo per la nostra economia e riducano la quantità di rifiuti che ne derivano grazie a prodotti duraturi, riutilizzabili, riparabili e riciclabili. Si ritiene che una strategia completa per il tessile sia necessaria per affrontare gli aspetti ambientali lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e lungo tutta la catena del valore;
  • di attivare subito un’estensione del credito d’imposta sulle locazioni degli alberghi e delle strutture ricettive e sulla perdita di fatturato del 2020 rispetto allo scorso anno, per le imprenditrici e le professioniste del turismo;
  • di attivare incentivi e tax credit (bonus vacanze in Italia) che consenta da un lato di dare liquidità e sostegno alle imprese e dall’altro di aiutare le famiglie con un reddito medio basso ad andare in vacanza avendo un sostegno economico;
  • di attivare, per il sostegno all’infanzia e agli anziani, micro imprese sociali di mutuo aiuto alle famiglie per la cura, beneficiarie in primis di misure di sostegno economico. Non più conciliazione ma condivisione e armonizzazione dei tempi di vita, di cura e di lavoro (non più bonus baby sitter o bonus badanti);
  • di riconoscere periodi contributivi (INPS) per tirocini, stage presso associazioni, onlus, ecc. e per corsi di formazione strutture accreditate (Ministero pubblica istruzione);
  • di riconoscere periodi contributivi per servizi da prestare presso associazioni, onlus, ecc. anche per dipendenti pubblici che si mobilitano verso attività di servizi civili (non solo in fase di prepensionamento);
  • di istituire il servizio civile non obbligatorio ma con presenza di un numero fisso di volontari a garanzia di una dotazione consistente e disponibile per assistenzialità sociale (in incremento post fase covid-19) in fascia d’età più ampia (da 18 a 39 anni) e rimborsi incrementati;
  • di assumere ispettori/ispettrici per controlli periodici delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro pubblico e privato (INAIL, Ministero del Lavoro); 
  • di effettuare controlli periodici presso istituti di credito ecc. anche tramite nuove figure professionali da assumere per verifica dell’attuazione delle disposizioni normative di accesso a credito, spesso mal interpretate o non attuate (Ministero dello Sviluppo Economico, Camere di Commercio).

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