Ambiente Imprenditoria

Premio Vivere a Spreco Zero 2020

L’VIII edizione del premio Vivere a Spreco Zero riparte dalle scuole. Il contest annuale promosso dal Ministero dell’Ambiente è rivolto ad enti pubblici, imprese, scuole e cittadini

Una cattiva alimentazione è espressione di povertà educativa che si lega alla cattiva alimentazione del corpo e della psiche. Spreco zero, alimentazione equilibrata e coltivazione degli orti urbani deve essere il cambiamento antropologico da trasmettere alle nuove generazioni. Con questa riflessione si apre l’edizione del Premio Vivere a Spreco Zero 2020, presentata il 29 luglio a Roma presso l’Anci (associazione nazionale dei Comuni italiani) e promossa dal Ministero dell’ambiente. All’incontro hanno partecipato il prof. Andrea Segrè, fondatore di Spreco Zero e presidente del Last Minute Market, e il sottosegretario al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut. Al dibattito sono intervenuti il segretario generale Anci, Veronica Nicotra, il delegato nazionale per “Energia e Rifiuti”, Ivan Stomeo e il curatore scientifico del premio Luca Falasconi.

Premio Vivere a Spreco Zero 2020
Il curatore scientifico del premio, il professor Luca Falasconi dell’Università di Bologna, ha annunciato che sono aperte le candidature e fino al 15 settembre enti pubblici, scuole, imprese, cittadini e associazioni possono presentare i progetti anche attraverso un tweet. Dieci le categorie selezionate: dalla biodiversità (tematica scelta dalle Nazioni Unite), alla “Dieta Mediterranea”, dalla prevenzione sprechi nell’ortofrutta, alla nuova categoria “Pagine di sostenibilità”, indirizzata ai saggi pubblicati nell’ultimo anno sul tema delle buone pratiche di economia circolare. Il 16 ottobre, in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, una giuria selezionata comunicherà i vincitori, ma già dal 29 settembre durante un evento insieme al ministero degli affari esteri e la rappresentanza italiana ONU e FAO, verrà comunicato il vincitore della categoria “Dieta Mediterranea”, mentre la cerimonia di premiazione avverrà a novembre presso il Ministero dell’ambiente. Per maggiori informazioni sul bando basta collegarsi al sito www.sprecozero.it.

Premio Vivere a Spreco Zero, oscar della sostenibilità
L’VIII edizione del premio Vivere a Spreco Zero quest’anno si svolge in una modalità particolare a causa della situazione del nostro Paese “ma è importante mantenere alta la tradizione” ha detto Andrea Segrè, fondatore di Spreco Zero, “perché il concorso equivale ad un oscar della sostenibilità nell’economia circolare in grado di fare prevenzione rispetto agli sprechi alimentari”.

Ha poi aggiunto che occorre ripartire dalla scuola per lo sviluppo sostenibile, e l’edizione 2020 premia anche le buone pratiche dei “maestri innovatori”, la Onlus Maestri di Strada che da oltre venti anni opera nei quartieri degradati di Napoli, e la maestra Francesca Sivieri, che dopo il lockdown ha organizzato incontri letterari per gli allievi di Prato restituendo stimoli ai più piccoli.
Per l’impegno e la didattica, verranno assegnate due borse di studio erogate dall’artista e attrice Veronica Pivetti, ambasciatrice di buone pratiche 2020 del premio Vivere a Spreco Zero.

Ripartire dalle scuole
Il prof. Segrè, fondatore di Spreco Zero, ha chiarito che dalle scuole deve partire la rigenerazione culturale in tema di ambiente e sviluppo sostenibile. “Poiché 7 italiani su 10 chiedono che l’educazione ambientale sia fatta dai banchi di scuola e l’introduzione dell’educazione civica nelle scuole, 7 ore al mese, sarà un’occasione per fare educazione alimentare e formare cittadini capaci di rapportarsi al cibo e alla sua fruizione”.

L’impegno delle istituzioni alla lotta contro lo spreco alimentare
Roberto Morassut ha commentato che il premio Vivere a Spreco Zero viene incontro alla necessità di condividere comportamenti virtuosi rivolti ai ragazzi per sensibilizzarli sul tema dello spreco alimentare, al giusto accesso al cibo da un punto di vista della salute in rapporto al corpo. Accanto all’alimentazione e allo spreco vi è anche l’esigenza di dare impulso all’innovazione tecnologica degli impianti rispetto all’impatto ambientale. “Lo spreco alimentare” ha aggiunto “è una questione etica, sociale, economica ed ambientale e va affrontata con progetti di networking concreti che vedono in prima linea il governo e il ministero dell’ambiente. Per raggiungere gli obiettivi 2030 dell’Agenda ONU, dobbiamo puntare a coinvolgere la collettività, dagli enti pubblici alle imprese, alle scuole, con soluzioni mirate e misurabili in termini di riduzione delle emissioni e diminuzione dell’impatto ambientale”.

La Rete Spreco Zero
La sindaca di Monte Sanpietro, Monica Cinti, presidente della rete spreco zero.net, ha messo in rete 400 Comuni che hanno firmato una carta contro lo spreco. “La rete” ha affermato “nasce per condividere tra le amministrazioni le buone politiche su un insieme di sprechi: spreco alimentare, del territorio, energetico, di beni e risorse. Se il Covid ha messo in crisi molti settori, ha anche stabilito delle opportunità come imporre una visione nuova per coniugare innovazione e ambiente”.

L’ANCI e le aziende per lo Spreco Zero
Veronica Nicotra ha comunicato che l’Anci sta lavorando insieme al presidente del consiglio per scrivere un dossier partendo dalle idee dei Comuni. Paolo Pasini dell’Unitec, azienda che produce impianti per la lavorazione di frutta e ortaggi freschi in Emilia-Romagna, sostiene il progetto per la parte tecnologica. L’azienda produce sistemi per la calibrazione di frutta e verdura attraverso tecnologie integrate esportando il 95% dei prodotti. “L’azienda” ha concluso “è consapevole che la tecnologia può offrire un contributo decisivo alla lotta contro lo spreco e questa iniziativa è importante per legare la consapevolezza dei singoli con quella dei grandi produttori.

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