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Bolzano nel Giro d’Italia delle Donne che fanno impresa

Unioncamere vara la XII edizione del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa. 10 tappe online fino al 16 dicembre, ecco quella del Trentino Alto Adige

Il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa quest’anno è un roadshow digitale partito il 25 novembre da Torino con prima tappa Bolzano, tappa che abbiamo seguito.

Il giro d’Italia delle donne che fanno impresa edizione 2020
La pandemia da Coronavirus ha fatto fare alle donne un balzo indietro nel tempo di qualche decennio. Sia dal punto di vista economico sia da quello culturale. Il roadshow digitale di Unioncamere, partito da Torino, con tappe successive a Bolzano, Napoli, Palermo-Enna, Padova, Pordenone-Udine, Perugia, Chieti-Pescara e Basilicata per finire con la Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, dedica uno studio a questa emergenza sociale. Il percorso del giro d’Italia delle donne che fanno impresa vuole informare le imprenditrici e offrire strumenti formativi a chi aspira a diventarlo. Un modo per dare visibilità alle dinamiche che riguardano l’occupazione femminile e creare consenso sul tema delle pari opportunità.

Impresa in genere, l’osservatorio di Unioncamere
Durante questi incontri del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, seppur virtuali, Tiziana Pompei, Vicesegretario generale di Unioncamere, presenta il quarto Rapporto nazionale sull’imprenditorialità femminile “Impresa in genere”, che nasce dall’Osservatorio delle Camere di Commercio di tutta Italia, con particolari focus sui vari territori coinvolti nel Giro d’Italia delle donne che fanno impresa. Un modo per conoscere progetti e iniziative peculiari messi in atto per supportare l’imprenditoria femminile.

La tappa di Bolzano del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa
Nella tappa che ha visto protagonista la Camera di Commercio di Bolzano, insieme a quella di Trento, si è parlato di collaborazione costruttiva. Visioni condivise per le donne che fanno impresa da Bolzano a Trento, dal Trentino all’Alto Adige Sudtirol. Secondo l’On. Michl Ebner, presidente della Camera di commercio di Bolzano, in questi ultimi mesi piuttosto difficili per via del Covid, le tematiche legate all’imprenditoria femminile sono diventate ancor più necessarie da affrontare, in quanto sono emerse notevoli difficoltà di primaria importanza. La conciliabilità tra lavoro e famiglia – già compromessa normalmente – durante la pandemia e il lockdown è venuta meno.

L’Alto Adige e le imprese in rosa
Durante questa tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, si è parlato di uno dei progetti su cui punta maggiormente il Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio Bolzano: l’happywomen.info. La presidente Marina Rubatscher Crazzolara ha ben rappresentato le 15 donne componenti il Comitato, tutte appartenenti a settori economici diversi ma con un fil rouge trainante: promuovere l’imprenditoria femminile e la felicità quotidiana di queste donne capitane d’azienda. Una mission che accomuna l’Alto Adige con il Trentino. Forte, infatti, è la collaborazione con il Comitato per l’Imprenditoria femminile della Camera di commercio di Trento, come spesso ricordato in conferenza dalla presidente Claudia Gasperetti.

L’Italia post Covid deve tornare in mano alle donne
Secondo Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere, intervenuto a questa tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, “la ripresa da questa fase così difficile per il nostro Paese passa soprattutto dalle donne. Si tratta di una componente fondamentale della nostra economia. Anzi, le imprese guidate da donne sono più socialmente responsabili, più attente alla sostenibilità ambientale e hanno grandi margini di crescita del loro ruolo. Un ruolo su cui il sistema camerale, attraverso la rete dei Comitati per l’imprenditoria femminile, continuerà ad investire. Sicuramente i fondi europei del Recovery Fund contribuiranno al loro ulteriore sviluppo”.

Il IV Rapporto nazionale sull’imprenditorialità femminile “Impresa in genere”
Tiziana Pompei, con competenza e puntualità, ha presentato i punti focali dell’indagine Unioncamere sull’imprenditorialità femminile, con un particolare sguardo alla situazione in Trentino Aldo Adige, comparando i numeri prima e dopo l’effetto Covid.
Le imprese femminili nel terzo trimestre di quest’anno sono 1,3 milioni, pari al 22% del totale. Quasi 890mila operano nel settore dei servizi (66,5% del totale femminili), oltre 151mila in quello dell’industria (11,3%) e circa 208mila nel settore primario (15,6%). Sono strutturate come micro-imprese con meno di 10 addetti al (circa 1 milione e 293mila), 39mila sono piccole imprese con 10-49 addetti (il 2,9%), mentre le medio-grandi imprese sono poco più di 3mila, pari allo 0,3% del totale delle imprese femminili. Sono per lo più ditte individuali, under 35.

Cosa è successo in questo 2020 alle imprese femminili rispetto a quelle non femminili
Secondo i dati emersi dall’indagine Unioncamere, tra aprile e settembre c’è stato un calo delle imprese rosa. Made in Italy, turismo e cultura i settori che registrano il calo maggiore di iscrizioni di nuove imprese gestite da donne nel semestre aprile settembre 2020, rispetto allo stesso semestre dello scorso anno. Male anche i settori della lavorazione dei minerali non metalliferi, alloggio e ristorazione, il sistema moda tra tessile, abbigliamento e calzature. Fanalino di coda anche il settore della cultura e dell’intrattenimento. Buone notizie invece per il settore Media e comunicazione (+34,7%).

Quali sono i principali problemi che riscontrano le donne d’impresa
Le imprenditrici lamentano maggiori difficoltà legate al calo dell’occupazione (23% contro 17% dei colleghi uomini), problemi di liquidità e ostacoli a volte insormontabili per l’accesso al credito (18% contro 15%) e problematiche di carattere tecnologico (16% a fronte del 12%). Le imprenditrici sono di conseguenza meno positive riguardo al futuro, rispetto agli imprenditori. La quota di imprese femminili che dichiara che ritornerà ai livelli pre-covid nel 2021 è pari al 29% contro il 34% delle imprese maschili, mentre è più alta quella che ritiene che occorra attendere il 2022 (25% contro 19%) o addirittura il 2023 (10% contro 7%). Il fisco e la poca digitalizzazione delle imprese femminili non sono fattori incoraggianti.

Qual è la situazione in Trentino Alto Adige
La crescita delle imprese in rosa nel territorio del Trentino e dell’Alto Adige è superiore rispetto alla media nazionale. Merito delle donne e della loro capacità imprenditoriale ma anche di un sistema ben strutturato e resiliente che le supporta. Nell’era post Covid non ci sono state chiusure di imprese femminili, piuttosto sospensioni di attività e calo di nuove iscrizioni. In Trentino, le imprese rosa sono scese del 31%. Da Bolzano a Trento, sono diversi i progetti a supporto delle aziende a gestione femminile realizzati o in corso d’opera da parte dei Comitati per l’Imprenditoria femminile delle due Camere di Commercio. Da una brochure di educazione finanziaria per una maggiore spinta all’autonomia economica delle donne, ad un progetto di Co- Manager per evitare che un’impresa temporaneamente sprovvista della guida della sua imprenditrice (perché in maternità o impegnata a seguire la famiglia) non chiuda e prosegua con una “sostituta” o “sostituto” meritevole e fidato. Dal Trentino all’Alto Adige fino al Sudtirol, l’obiettivo delle Camere di Commercio è quello fare rete e di entrare nelle scuole per educare le nuove generazioni, specialmente femminili, a fare impresa.

Le caratteristiche delle imprese femminili che resistono
I segni particolari dell’impresa rosa che resiste maggiormente all’effetto Covid riguardano il fattore generazionale: resistono di più le imprese giovanili perché più competitive e con uno sguardo verso la sostenibilità.

Cosa aspettarsi dall’Europa
Il Recovery Fund con i fondi legati alla Next Generation EU devono concentrarsi sul mondo femminile e sul loro lavoro. Per tutte le imprese, indipendentemente dal genere, è importante che le risorse europee siano investite nelle politiche attive e nell’accesso al mercato del lavoro. L’Europa mira a un futuro green e le imprese femminile hanno di base una maggiore sensibilità verso questo tema, perché lo considerano giusto prima ancora che economicamente conveniente, rispetto alle imprese a gestione maschile.

Cosa chiedono le imprese “rosa”
Le imprese femminili chiedono di superare gli ostacoli principali che impediscono loro crescere e di durare nel tempo: liquidità, sostegno economico e ripresa dei consumi. A proposito di supporto finanziario, per la prima volta grazie alle Camere di Commercio una legge di bilancio pensa alle donne che fanno impresa con il Fondo per l’Imprenditoria femminile, una misura importante prevista dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta di 20 milioni di euro da investire nel 2021 e 20 milioni per il 2022.

A conclusione della tappa del Trentino Alto Adige del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa
In conclusione, dai dati Unioncamere è evidente quanto le donne abbiano pagato più degli uomini il conto più salato della crisi innescata dal Covid-19. Le donne, specialmente se sono anche mamme, si sono sentite frenate nella voglia di mettersi in proprio dalla pandemia, perché su di loro ricade la cura dei figli, della casa e della famiglia. Inoltre, le donne d’impresa mostrano una maggior necessità di supporto economico e finanziario e sono meno fiduciose degli uomini su un rapido rientro alla produttività pre-Covid.

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