Campagna antiviolenza Società

Convegno “Donne vittime di violenza”

Tenutosi a Roma l’evento organizzato dalla Asl Roma 1 dal titolo “Donne vittime di violenza”, un convegno per la cultura del rispetto

“Donne vittime di violenza” è stato organizzato nell’ambito degli eventi dell’(H)-Open Week contro la Violenza sulla Donna organizzata da Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. L’evento si è tenuto il 24 novembre 2023 presso il Salone del Commendatore di Borgo Santo Spirito.

Un problema di sanità pubblica
Durante il convegno Donne vittime di violenza si sono succeduti interventi, approfondimenti e testimonianze tali da evidenziare come la violenza contro le donne, oltre che una violazione dei diritti umani, rappresenti un importante problema di sanità pubblica. La violenza ha infatti effetti negativi a breve e a lungo termine sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. E anche i bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono risentirne e soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere, dunque, si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità. I numeri, inoltre, raccontano di un trend preoccupante: come emerge dai dati del Sistema Emur per il monitoraggio dell’Assistenza Emergenza Urgenza, nel 2022 in Italia sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021.

Una settimana contro la violenza di genere
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre) Fondazione Onda grazie agli ospedali Bollini Rosa e i centri antiviolenza ha dedicato la settimana dal 22 novembre al 28 novembre alle donne “con l’obiettivo di supportare coloro che sono vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto”. Nell’ambito dell’(H)-Open Week diversi sono stati anche gli eventi organizzati dal mondo della sanità. Per quanto riguarda il convegno sulle Donne vittime di violenza, professionisti e operatori sanitari e sociali, rappresentanti delle istituzioni e del terzo settore nonché esperti di diritto hanno affrontato temi quali la Gender equality, parità di genere, violenza domestica, le norme a tutela delle vittime, l’accoglienza in ospedale per poi affrontare i temi inerenti gli stereotipi e la violenza di genere nella comunicazione e i servizi antiviolenza e delle case rifugio in due tavole rotonde dedicate.

La cultura del rispetto
Presenti al convegno anche i magistrati Giuseppina Casella, Aldo Morgigni, Elisa Iorio, mentre la presidente della Commissione “Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria, welfare” della Regione Lazio, Alessia Savo, ha fatto pervenire ai partecipanti le seguenti parole: “il tema della violenza di genere, delle misure che le istituzioni possono mettere in campo e l’attività di sensibilizzazione nei confronti dell’intera società civile sono azioni imprescindibili, che devono procedere di pari passo in un percorso integrato contro qualsiasi forma di violenza, sopruso e sopraffazione. La cultura del rispetto non può essere mai messa in secondo piano e iniziative come quella di oggi sono tasselli importanti di un progetto comune”.

Una presa di coscienza collettiva
La dott.ssa Maria Giovanna Colella, direttrice del Dipartimento Salute donna e Fisiopatologia della riproduzione della ASL Roma 1 ha voluto porre l’accento su una nota tendenzialmente positiva:  quella della presa di coscienza collettiva rispetto alle problematiche di genere: “oggi è stata una giornata molto importante che ricade in un periodo di grossa presa di coscienza collettiva rispetto alle problematiche di genere” ha infatti dichiarato, specificando che la ASL ha un ruolo fondamentale in quanto espressione della salute pubblica e tutela della territorialità, essendo la violenza di genere un indicatore di prossimità di salute pubblica. Ma il problema resta ed è rappresentato dalla mancanza di una cultura del rispetto della donna. “Sono necessari interventi in aree intersettoriali al fine di promuovere un radicale cambiamento culturale. Il nostro lavoro in quanto operatori di processi assistenziali è fondamentale. La donna vittima di violenza può cercare aiuto presso i nostri presidi: i Pronto Soccorso, le aree consultoriali, i centri di accoglienza. La donna si deve sentire tutelata. Assicurare la presa in carico e garantire una risposta rapida è una questione di tutela sociale. A questo proposito” ha concluso Colella “è molto importante che la ASL favorisca una capillare diffusione dei centri antiviolenza sul territorio”.

Una rete di sostegno per le donne vittime di violenza
Anche il Commissario straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle, ha sottolineato come la violenza rappresenti un problema culturale, sociale e sanitario. “Prima di tutto è importante che, negli uomini, cresca sempre di più la cultura del rispetto. Dobbiamo, inoltre, sostenere e incoraggiare l’attivazione di una rete di accoglienza e di sostegno anche morale, in collaborazione con le forze dell’ordine e la magistratura, in modo tale da essere tempestivi nell’ascoltare e offrire aiuto alle donne che ne hanno bisogno, tutelando anche i loro bambini. La partecipazione di tutti gli attori che agiscono nel sociale e nella sanità è il presupposto affinché le donne possano sentirsi accolte, sviluppando la consapevolezza che le violenze subite sono un reato e non una colpa di cui vergognarsi. Un ruolo fondamentale in questo lo assume la formazione e nella ASL Roma 1 stiamo attivando una rete interna a supporto degli operatori. Sul territorio stiamo realizzando diverse iniziative affinché le donne possano riconoscere nelle strutture sanitarie di prossimità dei luoghi sicuri dove poter chiedere aiuto. A tal proposito è stato dato incarico alla Direzione sanitaria di attivare degli sportelli antiviolenza presso i due presidi ospedalieri della ASL Roma 1”.

 

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