educazione finanziaria Società

I termini utili per capire il mercato delle criptovalute

Il nuovo mercato delle criptovalute usa una terminologia tecnica molto sofisticata che dovrebbe essere invece alla portata di tutti

Chi ha inventato la valuta virtuale e man mano tutto il mercato delle criptovalute che ha preso forma nel tempo, non ha tenuto conto di un potente handicap: l’uso di termini eccessivamente tecnici, criptici nel vero senso della parola. Se la finalità di questo mercato parallelo è fare investimenti alternativi o acquisti digitali basandosi sulla fiducia reciproca, di certo questa mancanza di terminologia alla portata di tutti è un limite che va superato, poiché è controproducente. Per questa ragione di seguito riportiamo una sorta di vocabolario con la spiegazione dei termini più usati nel comparto.

Criptovalute
Per facilitare il primo approccio al mercato delle criptovalute è bene sapere che per criptovaluta si intende “valuta nascosta” ovvero una valuta che è visibile/utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico. Questa valuta non ha una forma fisica ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica. La criptovaluta più nota è rappresentata dai bitcoin, che è impossibile trovare fisicamente in circolazione. Per approfondimenti vi invitiamo a leggere il nostro articolo: https://www.donnainaffari.it/2023/11/nuova-sezione-sulle-criptovalute/.

Blockchain
La blockchain (letteralmente catena a blocchi) è una rete informatica di nodi ideata per gestire in modo sicuro un registro pubblico composto da dati e informazioni, e in particolare le transazioni. Una sorta di libro mastro (Ledger) decentralizzato e sicuro che consente lo scambio su internet di informazioni e di valori. Proprio grazie alla blockchain il mercato delle criptovalute può muoversi in sicurezza. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a leggere il nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2023/11/criptovalute-parte-2-i-token-o-crypto-token/.

Token e Cryptotoken
In informatica il termine token indica un dato unico registrato in una blockchain (il registro condiviso di cui sopra) e rappresenta un oggetto digitale, certifica la proprietà di un bene o consente l’accesso a un servizio. Di token ce ne sono due diversi tipi: quelli fungibili e quelli non fungibili (sigla NFT).

I token fungibili
Sono tutti uguali e possono quindi essere scambiati proprio come il denaro. Sono intercambiabili e utilizzabili proprio come fossero una moneta di scambio.

I token non fungibili
Sono pezzi unici senza un valore fisso, non sono intercambiabili e potremmo paragonarli a un’opera d’arte virtuale, possono essere venduti come fossero un quadro e il valore è variabile, dato dal mercato. In pratica sono la rappresentazione virtuale o meglio l’attestato di proprietà del bene che rappresentano.

Wallet
Con questo termine (o anche e-wallet) non si intende altro che il proprio portafoglio, ovvero l’elenco delle criptovalute in proprio possesso.

Exchange platform
Si tratta della piattaforma di scambio delle criptovalute, in pratica dove il mercato delle criptovalute prende forma, la sua forma virtuale ovviamente. Così come la borsa telematica ufficiale, l’exchange platform ha un suo regolamento e un suo funzionamento. Per accedervi e fare acquisti e vendite di valute virtuali bisogna iscriversi e accettarlo. Per acquistare e vendere valute virtuali si usa denaro reale, a corso legale (l’euro, per intenderci). Di queste piattaforme ne esistono diverse, ciascuna con le proprie regole. Per citarne qualcuna: Binance, Kraken, Crypto.com, Coinbase, eToro, Uniswap, Bitstamp, Cryptosmart, ecc. Le migliori offrono corsi di formazione, grafici, funzionalità avanzate per utenti esperti.

Minare – mining
Questo verbo viene utilizzato per indicare la creazione di monete virtuali tramite programmi matematici altamente elaborati. Per i bitcoin ad esempio il mining consiste nel processo realizzato da una rete di computer che eseguono il codice (il programma) Bitcoin verificato e validato.

Hashpower o hashrate
È la misura della potenza di calcolo destinata a una rete. In pratica è la potenza di calcolo collettiva dei “minatori”, ovvero di chi estrae, proseguendo nell’esempio, i Bitcoin. Si chiama così perché si basa su un’unità di misura detta hash. L’hashpower viene misurato in hash per secondi (H/s). Se un hashrate è di 1 TH/s (Terahash al secondo) significa che è in grado di realizzare un bilione di calcoli al secondo.

Ci sono altri termini usati nel mercato delle criptovalute, ma ne parleremo nel prossimo articolo.

Potrebbe interessarti