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Parte la nuova sezione sulle criptovalute

Empowerment femminile sugli investimenti finanziari alternativi, con particolare riguardo al mondo delle criptovalute come smartcoin e bitcoin

Tutto un mondo della finanza a parte del quale si parla molto con termini difficili da comprendere, tanto che persino il termine criptovalute o criptomoneta viene dall’americano cryptocurrency che nasce dalla fusione delle parole cryptography (crittografia, scrittura segreta) e currency (valuta). Chi fa investimenti finanziari però vuole chiarezza, vuole conoscere in cosa investe e il nostro giornale vuole aiutare le proprie lettrici e i propri lettori a comprendere meglio questo particolare mercato parallelo.

Cosa sono le criptovalute
Partiamo dall’ABC: di cosa parliamo quando parliamo di criptovalute? Sono monete virtuali, ovvero non coniate, non tangibili e scambiabili esclusivamente per via telematica. Non esistono banche centrali, Stati o Governi che le garantiscono poiché il principio si fonda sulla condivisione comune delle persone che accettano di utilizzarle come moneta di scambio. Quindi se i partecipanti alla transazione sono consenzienti, le criptovalute possono essere scambiate in modalità peer-to-peer (ovvero direttamente tra due dispositivi senza necessità di intermediari) per acquistare beni e servizi, proprio come fosse una moneta a corso legale, solo che non lo è. Nel senso che le criptovalute non hanno corso legale quindi il loro utilizzo è su base volontaria. In uno scambio commerciale il venditore accetta di essere pagato con le criptovalute. Legalmente non è vietato proprio perché si tratta di un democratico accordo tra due liberi cittadini.

Differenza tra moneta ufficiale e criptovalute
Le monete a corso legale vengono utilizzate come misura del valore di beni e servizi, mezzo di pagamento comunemente accettato e deposito di valore. Ma attenzione: il valore della moneta (cartacea, metallica o elettronica che sia) è costituito esclusivamente “dal grado di fiducia che hanno i detentori di mantenere attraverso di essa il potere d’acquisto di beni e servizi nel tempo” si legge sul sito della Consob (Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari) la quale aggiunge: “tale valore è quindi fondato sulla credibilità/affidabilità dell’istituzione che emette moneta di governare l’economia”. Fiducia è la parola chiave e dunque occorre che ci si fidi di chi ha emesso le criptovalute. Secondo la Consob essendo le criptovalute soggette a fluttuazioni molto ampie, hanno un valore estremamente altalenante ed è dunque difficile utilizzarle per “dare un prezzo” alla merce.

Chi fa le criptovalute
Le criptovalute possono essere create. Farlo è costoso e ci vuole del tempo. E, inoltre, chi le crea deve essere un ente o una società affidabile altrimenti viene a mancare il requisito principale: la fiducia nel mantenimento del mercato e nessuno le userebbe. Chi crea una criptovaluta è detto miner, il processo di creazione mining, che significa estrazione. Il processo richiede ben 7 anni e comporta un consumo mensile di elettricità di ca. 143 chilowattora, che al prezzo attuale in Italia dovrebbero essere ca. 17 euro (variabile a seconda dei contratti di elettricità, degli orari di uso, ecc.). Per minare un solo bitcoin (la più nota tra le criptovalute) sono necessari mediamente 266.000 kWh e dunque creare un solo bitcoin costerebbe ca. 31.920 euro in energia elettrica. Inoltre, si deve possedere un proprio programma digitale in blockchain, ovvero un “registro di contabilità condiviso e immutabile che facilita il processo di registrazione delle transazioni e la tracciabilità degli asset in una rete commerciale”, che serve a memorizzare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Per questa ragione le criptovalute, che devono dunque essere così certificate, non possono essere realizzate da un comune cittadino qualunque. Anzi, a dirla tutta ci sono già degli Stati che hanno deciso di sperimentare o stanno per farlo, sotto il proprio controllo, il loro utilizzo: Uruguay, Venezuela, Estonia, Svezia, ecc.

Caratteristiche delle criptovalute
Le caratteristiche che contraddistinguono le criptovalute sono: il protocollo (ovvero l’insieme delle regole per le transazioni), il distributed ledger o blockchain (il registro immodificabile delle transazioni effettuate), la rete dei partecipanti al mercato delle monete virtuali, cosiddetti nodi o blocchi. Il mercato è sicuro proprio perché esiste una blockchain: una lista in continua crescita di record, chiamati block, che sono collegati tra loro e resi sicuri mediante l’uso della crittografia. I block sono immutabili e non possono essere retroattivamente alterati senza che vengano modificati tutti i blocchi successivi. Trattandosi ormai di un mercato in continua evoluzione, ogni giorno i block aumentano e quindi non si potrebbe mai riuscire a “imbrogliare”. Spiega ancora la Consob: “La natura distribuita e il modello cooperativo rendono particolarmente sicuro e stabile il processo di validazione, pur dovendo ricorrere a tempi e costi non trascurabili, in gran parte riferibili al prezzo dell’energia elettrica necessaria per effettuare la validazione dei blocchi (questo nel caso della Blockchain del bitcoin) e alla capacità computazionale necessaria per risolvere complessi calcoli algoritmici (attività che viene comunemente definita come mining)”.

Il valore delle criptovalute
Le criptovalute sono state create proprio per essere una vera moneta alternativa e dunque tanto più verranno utilizzate per gli scambi di merce reale tanto più aumenteranno di valore esse stesse. Ma anche le criptovalute possono essere oggetto di compravendita. Questo perché Bitcoin, Ethereum, Ripple, Tether, Dogecoin, ecc. (alcuni nomi di criptovalute) sono scambiate sulla borsa digitale: gli Exchange di Criptovalute rappresentano le borse valori del mondo digitale. Ma di questo parleremo nella prossima “puntata”.

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