L’impatto dei criteri ESG per la valutazione del credito in agricoltura tra gli argomenti discussi dall’Ordine dei dottori agronomi e forestali
Appuntamento dei dottori agronomi e dei dottori forestali a Ravenna per parlare di sostenibilità del comparto con particolare riferimento al credito in agricoltura.
Credito in agricoltura e sostenibilità
Sostenibilità e credito sono due temi sempre più simbiotici, soprattutto perché in base al Decreto legislativo 254/2016 molte imprese sono state chiamate ad aderire ai principi della sostenibilità secondo i criteri ESG (Environmental, Social and Governance) necessari per la redazione della rendicontazione di accompagnamento dei bilanci. Con decorrenza da quest’anno (2024) si prevede che vi sarà un notevole impatto dell’applicazione di questa rendicontazione, che indirettamente andrà anche a definire il rating di sostenibilità delle aziende che influenzerà le condizioni di accesso al credito, la sottoscrizione dei contratti di assicurazione, la partecipazione a bandi pubblici ed altro ancora.
Gli ESG
Gli indicatori ESG valutano l’impatto dell’impresa su questi tre aspetti: ambientale, sociale e direttivo. Parliamo quindi di impegno ambientale, rispetto dei valori aziendali, trasparenza nella governance d’impresa. Per fare un esempio: il consumo di energia e le emissioni di gas serra, il coinvolgimento degli stakeholder, la trasparenza finanziaria. Le scelte imprenditoriali legate alla sostenibilità in questi tre aspetti influenzano anche le decisioni del mondo del credito in agricoltura. Per questa ragione l’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali ha organizzato a Ravenna un incontro per discutere di questo tema.
L’evento
Dopo i saluti di Giorgio Guberti, presidente della nuova Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, Giovanni Gualtieri e Alfredo Posteraro, rispettivamente presidenti dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Ravenna e della Federazione regionale dell’Emilia-Romagna, e di Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro, sono intervenuti: Antonio Patuelli, presidente ABI, Michele Crivellaro, senior manager BDO Advisory, Damiano Carrara, rappresentante Intesa Sanpaolo, Luca Crema, consigliere CONAF, Valentino Tonini, direttore generale Funzioni centrali Caviro. Le conclusioni sono state affidate a Mauro Uniformi, presidente Consiglio nazionale Ordine dottori agronomi e dottori forestali.
Sostenibilità e credito in agricoltura
“Credito e sostenibilità sono un binomio imprescindibile per le imprese agricole del nostro Paese, che dovranno confrontarsi con le nuove disposizioni europee e adeguarsi a queste per non perdere competitività” ha dichiarato Gianluca Buemi, Segretario CONAF. “I dati emersi nell’evento odierno dimostrano come le imprese più ‘sostenibili’ siano più competitive sul mercato e più resilienti rispetto alle condizioni di stress. Spetta anche a noi, dottori agronomi e forestali, in veste di consulenti che accompagnano le imprese agricole, guidare questo percorso che porterà a rafforzare il mondo agricolo italiano.”
La transizione ecologica delle imprese agricole
“La transizione ecologica delle imprese agricole e agroalimentari è ora accelerata dalle disposizioni UE sugli ESG” ha affermato il consigliere CONAF Luca Crema. “Gli obblighi informativi e la scelta degli investimenti necessitano ora, più che in passato, di valutazioni e analisi che vanno oltre gli aspetti economici, coinvolgendo gli impatti sulle emissioni di GHG e sul consumo di risorse. Questa è la sfida della sostenibilità che anche i dottori agronomi e i dottori forestali sono pronti ad affrontare a fianco delle aziende.”
Il credito in agricoltura
Antonio Patuelli, presidente ABI (Associazione bancaria italiana) ha fatto una ricognizione del rapporto tra credito e mondo agrario toccando il tema della despecializzazione del credito agrario, che da 30 anni è fatto direttamente dalle banche, tutte diverse e in concorrenza. Successivamente ha sottolineato l’importanza della ricomposizione fondiaria in occasione delle successioni familiari. Più in generale, anche in ottica di filiera, la discussione ha toccato il contesto internazionale: dai rischi di decadenza politico economica del Mediterraneo alla situazione del mar Rosso, con i conseguenti aumenti dei costi energetici che peseranno sulle aziende agricole.