Pari opportunità

Il ruolo della donna nella collettività

RITA ASSOGNA ITWIIN

Il ruolo della donna nella collettività

Emerge l’impegno femminile per costruire una responsabilità sociale

Sempre più donne, nel loro lavoro, si allontanano dalle logiche di mercato in favore di valori etici. Per questo l’Associazione Italiana Donne Inventrici e Innovatrici ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Responsabilità verso la collettività. Comportamento sociale ed etico della donna tra ricerca, innovazione ed impresa”.

La tavola rotonda si è svolta lo scorso 9 giugno, nella bella cornice della Sala Alessandrina dell’Accademia di Storia dell’arte sanitaria, a Roma. L’evento, organizzato dall’Associazione Italiana Donne inventrici ed innovatrici e da Stampa Medica Italiana, è stato moderato da una delle nostre redattrici: Laura Paladino.

Durante il dibattito non sono mancati spunti di riflessione. È emerso, con il consenso di tutti i relatori intervenuti, che oggi il ruolo della donna è divenuto essenziale per modificare le logiche del mondo: nascono nuovi scenari orientati a soddisfare i valori morali e non, esclusivamente, le logiche di mercato.
Viene così a delinearsi un singolare scenario: il “gentil sesso” opera con spiccata responsabilità sociale, in ambiti in passato inaccessibili perché appannaggio degli uomini: tecnologia, medicina e biochimica rappresentano, ad esempio, le nuove frontiere dell’agire femminile.

Lo ha confermato, durante l’incontro, Rita Assogna, presidente dell’Associazione ITWIN (Associazione Donne Inventrici), che ha fatto della donna il fulcro centrale della sua attività.
“L’associazione che presiedo” ci dice “nasce nel 2007 nella città di Valenzano, in provincia di Bari, con la finalità di valorizzare il lavoro creativo delle inventrici ed innovatrici e di proteggere il loro ingegno attraverso la formulazione di brevetti, orientati alla scienza della vita. Mi accorgo, purtroppo, che è difficile abbattere tutti quegli stereotipi che relegano le donne ad incarichi minoritari, sudditanza femminile che si palesa anche nel linguaggio comune, con la ricorrenza di termini coniugati al maschile”.

“Analizzare i brevetti e realizzare le opere create è la nostra mission” continua. “Facilitiamo lo sviluppo dei progetti attraverso una rete che mette in contatto profili e competenze varie. In questi anni, purtroppo, i dati a nostra disposizione confermano che resta bassa la presenza delle quote rosa che si attesta intorno all’8%, con priorità verso la biotecnologia. Massiccia è la partecipazioni di cervelli del Nord Italia e della Puglia, a discapito delle Regioni Sicilia e Campania, poco rappresentate”.

“Un’altra considerazione che vorrei fare” prosegue Assogna “è relativa al diverso approccio uomo donna: l’ingegnere o il biologo quando inventano un prodotto o fanno delle scoperte, intendono perseguire un guadagno; la donna, invece, è mossa da intenti più nobili e non ambisce ad un profitto immediato,  dimostrando così uno spiccato  orientamento al sociale. Valorizzare le donne inventrici ed innovatrici oggi è possibile, anche attraverso una vetrina importante: la quarta edizione del ‘Premio Itwiin – Migliore inventrice e migliore innovatrice’ che quest’anno si svolgerà a Roma il 12 ottobre. Nell’edizione del 2011  è stata premiata Maria Grazia Clemente, per aver creato una tecnica diagnostica per la celiachia; in quella del 2010, invece, è spiccata Paola Lavermicocca, ricercatrice barese del CNR, con l’invenzione delle verdure probiotiche”.

Bernardini

Tra il relatori intervenuti, anche Il dottor Mario Bernardini, Presidente di Stampa Medica Italiana, in doppia veste di medico e di giornalista. Quest’ultimo non ha nascosto, alla platea presente, il suo entusiasmo per l’iniziativa proposta: “per fortuna i tempi sono cambiati ed in positivo, perché alla  donna si conferisce un ruolo preminente all’interno del creato”.
Facendo riferimento a nozioni scientifiche, Bernardini afferma che “nonostante al  maschio ed alla  femmina siano state  riconosciute le stesse capacità razionali, nel corso della storia sono stati loro affidati compiti disuguali. Un chiaro miglioramento della condizione professionale della donna si evince dall’aumento di dottoresse nelle corsie degli ospedali, assottigliando e levigando, così, tutte quelle differenze di genere che, poco alla volta, stanno decadendo. Uguali successi si riscontrano nel mondo del giornalismo”.


Ascolta qui Paola Di Giacomo


Non solo cambiano gli atteggiamenti ed i costumi ma mutano anche i significati attribuiti ad espressioni tipiche del contesto economico. Il termine sostenibilità, ad esempio, puntualizza Paola Di Giacomo, Docente associata di informatica medica presso l’Università di Udine, “non è riferibile solo al sistema economico: si veste, infatti, di nuovi contenuti e sottolinea la nascita di un modo nuovo di vivere più compatibile con il progresso tecnologico. La sostenibilità si ricollega ad una visione del mondo che si fonda su dei valori e che ci spinge a parlare di responsabilità inquadrata nel contesto sociale. La produzione è certamente orientata alla logica dei guadagni ma l’attenzione che si dimostra verso i codici etici non è da sottovalutare.  Emergono  contesti in cui il miglioramento dello stile di vita diventa uno dei punti cardine dell’azione umana. Ecco che l’innovazione e la ricerca scientifica non sono così lontane da un’etica consapevole: sempre più frequentemente leggiamo di innovazioni orientate ad usare, in modo consapevole, i materiali che si hanno a disposizione, individuando i fini ed evitando gli sprechi. Si può generare, perciò, ricchezza anche non sostenendo spese eccessive, a  costi contenuti”. 

“La scienza diventa fruibile e non è collocata in un contesto astratto, grazie al lavoro di donne che vogliono trasmettere i risultati delle loro ricerche.” È l’esperienza descritta da Irene Martini, direttrice scientifica di Smart Bank. 
“Le differenze di genere esistono, purtroppo,anche nell’ambito della ricerca delle cellule staminali e della diversa trattazione delle malattie”. È questa la contestazione mossa ad Dottor Bernardini da Silvana Campisi, Responsabile dell’Unità operativa cellule staminali presso Ospedale Sant’Andrea di Roma.

Al termine dell’incontro tutti i relatori erano concordi nel sostenere che non ci può essere sviluppo senza considerare i valori etici e morali. Ma accanto a questa umanizzazione delle scienze vi è un altro fattore da non escludere: il condizionamento che la medicina o la biochimica possono subire da principi religiosi che, nella nostra cultura, si associano solo ed esclusivamente alla dottrina cattolica.


Ascolta qui Rita Assogna


Dopo l’intervento di Mario Bernardini, che ha riflettuto sull’etica nella professione del medico e del giornalista, e di Rita Assogna, che ha presentato ITWIIN e in particolare il premio annuale per le inventrici e le innovatrici,  sottolineando come la donna, per sua natura, si impegni più dell’uomo per il benessere e per il progresso della comunità, talvolta a scapito della sua stessa persona, è intevenuta la moderatrice, Laura C. Paladino, che ha fatto notare come l’etica di impresa sia, nei fatti, attenzione per il bene comune. “Un imprenditore deve guardare lontano, e se guarda lontano è etico”, ha detto sottolineando una frase di Irene Martini. Guardare lontano, ha spiegato la moderatrice, è in primo luogo impegnarsi per conservare il pianeta alle nuove generazioni, e tutelare le persone: in una parola, impegnarsi per la sostenibilità, termine non soltanto ecologico, ma anche economico, se è vero che ecologia ed economia parlano entrambe di quell’oikos (di qui il prefisso eco, di origine greca) che è la nostra casa comune, la Terra.

È seguito, da parte della moderatrice, un excursus sul percorso storico della sostenibilità, dalle origini del termine (nato nell’ambito della silvicoltura nel ‘700) fino alle riflessioni degli anni ’70, elaborate dal Club di Roma e relative ai limiti della crescita, alla conferenza di Stoccolma e alla nascita, negli anni ’80, dell’espressione “sviluppo sostenibile”, capace di integrare istanze di natura ambientale, sociale ed economica. L’insieme di queste istanze è stata recepita nel 1992 (con aggiornamenti nei decenni successivi) dall’Agenda 21, elaborata nel corso della Conferenza di Rio de Janeiro, un vero e proprio vademecum di propositi per il XXI secolo, per la salvaguardia del pianeta e delle persone.

Paola Paolicelli

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