Imprenditoria Imprenditoria femminile

Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna

Presentata alla Sala Tatarella della Camera la fase iniziale del progetto “Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna”

In pochi mesi, da un’idea lanciata durante un incontro con la onorevole Ciaburro della Commissione Agricoltura della Camera, è stato realizzato il primo passo del progetto “Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna”, un progetto con finalità etiche.

Cibo e agricoltura contro la violenza sulle donne
Sembrerà anomalo avvicinare questi argomenti ma, come leggerete, non lo è affatto. Il primo passo del progetto è stato coinvolgere le chef stellate italiane – e l’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di chef stellate, checché ne pensino i distributori dei programmi televisivi – nel creare delle ricette che simboleggiassero la loro regione di appartenenza, valorizzandone i prodotti tipici, da raccogliere in un volume i cui proventi verranno devoluti all’associazione guidata da Maria Grazia Cucinotta “Vite senza Paura” Onlus.

La presentazione del volume e del progetto
“Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna” è stato presentato il 17 aprile 2024 presso la Sala Tatarella, nel Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati. “Abbiamo voluto essere qui oggi, in una sede del Parlamento, perché noi crediamo molto nelle istituzioni ma vogliamo che anche il Parlamento si accorga di noi” ha detto la presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, in apertura dell’evento. “In questo periodo in cui sembriamo tutti ossessionati dal cibo, abbiamo deciso di attuare questo progetto con finalità sociale perché sembra che tutti si siano scordati da dove quel cibo proviene. Nelle trasmissioni televisive l’agricoltura resta celata come un fantasma sullo sfondo”. E se resta celata l’agricoltura figuriamoci le donne in agricoltura, ci viene da pensare. Infatti, come ha sottolineato la stessa Oddi Baglioni, il lavoro delle donne in campagna c’è sempre stato, ma è sempre stato nascosto, le donne lavoravano in silenzio, all’ombra degli uomini di casa. Oggi invece le donne iniziano ad emergere perché “si incontrano, si confrontano, le iscritte alle facoltà di scienze agrarie sono aumentate come è aumentato il numero delle donne agricoltrici (rappresentano il 30% delle imprese agricole) e hanno raggiunto il 43% per quanto riguarda la zootecnia e quasi il 50% in floricoltura. Inoltre, le donne sono giovani: il 33% delle agricoltrici ha tra i 18 e i 33 anni di età, mentre prima erano molte di meno in questo range di età”.

Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna
Le chef che hanno collaborato al progetto di Confagricoltura Donna sono: Cristina Bowerman, Laura Colajacovo, Anna Ghisolfi, Rosanna Marziale, Isa Mazzocchi, Valeria Raciti, Solly Tomasone, Viviana Varese e Francesca Vierucci. La chef Bowerman ha creato la ricetta dei ravioli del plin all’amatriciana, piatto simbolo della campagna romana; Laura Colajacovo per la regione Umbria ha ideato una vellutata di piselli su maltagliati di lenticchie sormontati da una nuvola croccante di pancetta di maiale e scaglie di tartufo; Anna Ghisolfi per il Piemonte ha pensato a un Riso duca con gocce di passito; Rosanna Marziale ai paccheri di Gragnano con tre tipi di pomodorini diversi e latte di mozzarella per la Campania; Valeria Raciti per la Sicilia ha pensato a una pasta secca con carote e mandorle e carciofi su fondo di verdura aromatizzato al miele conditi con olio al finocchietto; Solly Tomasone per la Puglia ha ideato un piatto a base di friselle con cozze, gamberi, calamari, cipolle e caciocavallo mentre Francesca Vierucci per la Toscana ha scritto la ricetta della ribollita “perché raccoglie tutti i prodotti della nostra terra”.

Le donne in agricoltura
La presidente di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, ha sottolineato quanto sia fondamentale il binomio cibo e sicurezza ma anche come questo rapporto sia da sempre stato considerato fondamentale per le agricoltrici, che da sempre si sono impegnate per la sicurezza alimentare ma anche per la cura e il rispetto del territorio e dell’habitat. Tutti gli interventi che si sono susseguiti durante la presentazione del progetto hanno posto in evidenza questo ruolo. Il presidente della commissione Cultura e Editoria della Camera, Federico Mollicone, ha sottolineato come le imprese femminili giochino un ruolo di primo piano nell’ambito della tutela delle risorse idriche, del risparmio energetico, della biodiversità e ha dichiarato che è appena arrivato dall’UE anche il riconoscimento ufficiale e definitivo della figura dell’agricoltore come custode dell’ambiente e del territorio. Per il ruolo che ha nell’impedire lo svuotamento delle campagne e nel proteggere gli argini dei fiumi, tanto per fare due esempi pratici.

 

Anche l’onorevole Maria Chiara Gadda, vicepresidente della commissione Agricoltura alla Camera e presentatrice della legge sullo spreco alimentare, ha parlato del ruolo fondamentale delle donne sia in agricoltura sia nella ristorazione “perché le donne sanno aggiungere la multifunzionalità per mettere sul mercato prodotti che possano competere, tra gli ingredienti per far funzionare il mondo delle imprese produttive e della ristorazione”.

 

 

Il Ministro dell’agricoltura
Intervenuto alla presentazione del progetto “Le grandi chef incontrano Confagricoltura Donna”, il Ministro Francesco Lollobrigida ha evidenziato l’importanza della cucina italiana nel mondo: “se ci sono 250.000 ristoranti nel mondo che si richiamano all’italianità, ci sarà un motivo. I nostri cuochi e le nostre cuoche sono i protagonisti di quest’arte che va valorizzata e per questo abbiamo presentato all’ONU la proposta di riconoscere la cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco. Il nostro cibo è il più sano e sicuro al mondo, il nostro cibo, i nostri prodotti agricoli sono realizzati con disciplinari, le nostre tradizioni sono legate ai territori e abbiamo sempre tutelato la qualità come elemento distintivo. Dobbiamo contrastare fortemente l’idea che si sta cercando di far passare di una cucina standardizzata che è solo nutrimento. Noi siamo stati fortunati a nascere in Italia: solo qui se ci troviamo bene in un ristorante possiamo dire ‘si mangia come a casa’, se lo dicesse qualcuno all’estero, magari in America, non credo si penserebbe la stessa cosa” conclude il Ministro sollevando un risolino di complicità nel pubblico.

L’agricoltura in campo contro la violenza sulle donne
Dicevamo all’inizio che un rapporto tra cibo, agricoltura e lotta alla violenza sulle donne c’è. C’è in questo progetto ma c’è da tempo. A sottolinearlo durante l’evento è stato Nicola Cilento, membro della giunta di Confagricoltura. Produttore siciliano di clementine, ormai frutto simbolo dell’antiviolenza femminile, ha ricordato che tutto è nato quando 11 anni fa nel suo paese venne commesso un atroce delitto su una ragazza per mano del suo fidanzatino. Venne uccisa in modo efferato in un sentiero isolato vicino ad un agrumeto e da quell’episodio nacque l’idea portata avanti da Confagricoltura Donna di distribuire nelle piazze ogni anno dei cesti di clementine donando il ricavato ai centri antiviolenza.

Gli altri interventi
Durante l’evento sono intervenuti anche Simone Nisi dell’Edison, che ha avviato una collaborazione con Confagricoltura Donna “perché esistono molti punti di contatto tra i due settori portati dall’evoluzione tecnologica. Temi ancora poco noti, come quello delle agroenergie, della povertà energetica, della conservazione della biodiversità e noi vogliamo dare visibilità a questi temi”; Cristina Bowerman, oltre che come chef stellata anche come fondatrice ed ex presidente per 20 anni dell’associazione italiana Ambasciatori del Gusto, che ha sottolineato come la presenza femminile negli istituti alberghieri sia altissima, del 70-80%, ma che “al momento di entrare nel mondo del lavoro queste cifre spariscono, si ribaltano. Pertanto bisogna lavorare sul role model”;

 

l’onorevole Monica Ciaburro, vicepresidente della Commissione Difesa e componente della Commissione Agricoltura, una delle animatrici del progetto, che ha sottolineato come sia importante mettere in relazione il mondo giovanile, pieno di entusiasmo e volontà, con quello dei più anziani, con le loro competenze e abilità “perché chi sa cucinare, come le nostre mamme e le nostre nonne, sanno quali alimenti mettere insieme, non in contrasto ma in modo armonico”.

 

Una conclusione che è un inizio
L’intervento conclusivo è stato affidato a Debora Piovan, esperta di comunicazione della genetica, che ha approfondito l’argomento perché “questo è il libro di una filiera, perché parla di qualcosa che parte da chi produce e arriva, attraverso la trasformazione sapiente delle chef, come cibo, al consumatore. Ed è punti di Pil, quindi il cibo muove anche l’economia. Bisogna saper comunicare bene, perché girano tante bufale ed è molto più difficile smentire una bufala che inventarla”. Piovan ha affrontato il tema del Marketing della paura, utilizzato da giornali e trasmissioni televisive ma anche dai politici spiegando che in realtà la meccanizzazione, la chimica e la genetica sono strumenti da sempre utilizzati in agricoltura e che sono utili ogni giorno nella vita di un agricoltore, dal momento che vengono utilizzati in modo giusto e corretto. Il problema che esiste oggi è l’inverso: “il saldo commerciale tra import ed export ci dice che importiamo molti prodotti agricoli ed esportiamo molti prodotti alimentari. Vuol dire che li acquistiamo dall’estero e li trasformiamo e rivendiamo come prodotti finiti. L’agricoltura è in calo continuo, all’opposto delle imprese alimentari. Dobbiamo considerare che le importazioni stimolano la deforestazione nei Paesi da cui importiamo, che abbiamo una responsabilità ambientale. Dobbiamo aumentare la nostra produzione agricola”.

In conclusione, anche con altri brevi interventi di partecipanti all’evento, è emerso che in Italia dovremmo lavorare per l’“intensificazione sostenibile”, ovvero produrre di più in agricoltura ma con meno risorse (acqua, energia, ecc.). E quello del progetto avviato da Confagricoltura Donna con le grandi chef italiane si inserisce in questo solco di sensibilizzazione. Ma attenzione, come ha ricordato in chiusura evento la presidente Oddi Baglioni, “oggi non è la conclusione di un lavoro, ma l’inizio di un grande percorso. Presto inizierà una serie di eventi in tutti i territori dove le chef hanno operato”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Potrebbe interessarti