Oggi, 20 maggio 2023, si celebra la giornata mondiale delle api, importanti sia per le colture agricole sia per l’ambiente e la salute umana
Nel dicembre 2017, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la risoluzione con la quale dichiarò il 20 maggio di ogni anno Giornata mondiale delle api allo scopo di portare all’attenzione dei cittadini e dei decisori politici l’importanza delle api e di tutti gli impollinatori (comprese vespe, farfalle, coccinelle, ecc.) per la sicurezza alimentare, la conservazione degli habitat naturali e il funzionamento degli ecosistemi.
Il ruolo degli impollinatori
Come spiega l’Ispra, “gli impollinatori sono animali che, visitando i fiori alla ricerca di nettare e polline, s’imbrattano di polline (gamete maschile, analogo allo sperma dei mammiferi) del quale sono ricchi le antere, cioè la porzione fertile degli organi sessuali maschili di un fiore. Visitando i fiori di altre piante, trasferiscono il polline attraverso il loro corpo sullo stigma, parte più esterna del gineceo o pistillo (che rappresenta la parte femminile del fiore). Attraverso lo stigma il polline giunge poi a fecondare l’ovario, permettendo così la riproduzione della pianta. La riproduzione dell’88% delle piante selvatiche da fiore del mondo (circa 308.000 specie) dipende, almeno in parte, dall’impollinazione animale per la riproduzione. E circa il 70% delle 115 principali colture agrarie mondiali beneficia dell’impollinazione animale. Solo in Europa la produzione di circa l’80% delle 264 specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori. La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia la valutazione economica del servizio di impollinazione delle aree agricole italiane è pari a circa 3 miliardi di euro l’anno. È dunque ormai indiscusso il ruolo svolto dalle api nell’impollinare le colture agricole. Senza di esse l’umanità andrebbe incontro a una grave crisi alimentare, mettendo a grave rischio gli equilibri della natura.
Il ruolo delle api e l’apicoltura
Le api da miele sono i più importanti impollinatori, ma non sono gli unici: in Europa esistono oltre 2000 specie di api selvatiche, 500 di farfalle e 900 di sirfidi, che impollinano le colture. E molte di esse sono gravemente minacciate. Tra gli impollinatori, le specie del genere Apis sono le più numerose: oltre 20.000 in tutto il mondo, gran parte delle quali selvatiche. Ma la più popolare è l’ape domestica, l’ape mellifera o ape italica, il cui valore è legato oltre che al “servizio di impollinazione”, alla produzione di miele, cera, propoli e pappa reale. Nell’Unione Europea ci sono oltre 600.000 apicoltori che gestiscono 17 milioni di alveari producendo 250.000 tonnellate di miele l’anno. Gli apicoltori censiti in Italia al 2020 erano 65.000, in costante aumento così come il numero degli alveari (1.950.000 unità nel 2020), con una produzione di miele stimata in circa 25.000 tonnellate.
Giornata mondiale delle api, per evitarne la scomparsa
Negli ultimi anni gli apicoltori – e con essi gli abitanti della Terra – devono fronteggiare il grave fenomeno della riduzione del numero delle colonie di api e il declino della loro popolazione. Il fenomeno (conosciuto come spopolamento degli alveari o moria delle api) è stato segnalato dagli apicoltori sin dal 2003 e si concentra in primavera, in coincidenza del periodo di maggiore bottinamento delle api. Pur non essendo ancora stata identificata una unica causa per tale declino, sono stati individuati diversi possibili fattori che incidono negativamente sulla salute e sulla sopravvivenza delle colonie ‘allevate’ di api da miele:
- la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat;
- la “semplificazione” del paesaggio effettuata tramite l’eliminazione di fasce inerbite e siepi, filati, boschetti;
- l’agricoltura intensiva;
- la morte per fame delle api per via della ridotta disponibilità o qualità delle risorse alimentari;
- gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), tra cui specie invasive;
- i cambiamenti climatici;
- il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura;
- l’esposizione ai pesticidi usati in agricoltura per la difesa delle colture agrarie, la lotta agli insetti molesti ed il diserbo operato in aree urbane e periurbane e i prodotti chimici utilizzati negli alveari per combattere i parassiti e i patogeni delle colonie.
Gli apicoltori italiani per la Giornata mondiale delle api
La FAI (Federazione apicoltori italiani), in occasione della Giornata mondiale delle api ha installato degli alveari sulla terrazza del Ministero dell’Agricoltura. Si tratta della prima e più elevata installazione di ape italiana in una sede istituzionale nazionale e farà parte del Progetto ApinCittà, ideato e gestito dalla Federazione. Il primo apiario della storia del Ministero dell’Agricoltura è stato inaugurato dal ministro Francesco Lollobrigida. La finalità degli alveari, curati proprio dalla FAI, la più autorevole organizzazione del settore apistico italiano, promossa e collegata a Confagricoltura, è di impollinazione, biomonitoraggio e mappatura della biodiversità di un ampio quadrante della Capitale: un’iniziativa che vuole celebrare, dandole continuità e concretezza, la Giornata mondiale delle api. “Quest’anno” ha dichiarato il presidente della FAI, Raffaele Cirone, “sarà per noi la ‘Giornata Mondiale dell’Ape mellifera per un’agricoltura produttiva e sostenibile’. L’ape italiana, della sottospecie Apis mellifera Ligustica originaria della nostra Penisola, è infatti diffusa in tutti i continenti e rappresenta il primo impollinatore (oltre il 90% di tutti gli insetti utili presenti nei nostri ecosistemi) degli ambienti rurali, urbani, peri-urbani e naturali”.
Il patrimonio apistico italiano
L’ape mellifera italiana è un fondamentale fattore di produttività del cibo necessario al pianeta: la presenza di alveari sul territorio genera in Italia 2 miliardi di euro di valore della produzione agroalimentare, cui si deve aggiungere l’apporto ecosistemico che le api garantiscono alla biodiversità, stimato in 150 miliardi di euro. “Nel nostro Paese” rimarca Cirone “assistiamo a un incremento costante del patrimonio apistico: l’ultimo censimento 2022 indica 1.800.000 colonie di api che sopravvivono e producono, sia pure tra infinite difficoltà, grazie all’impegno di 72.000 apicoltori: un capitale naturale, quello della Repubblica Italiana, di oltre 100 miliardi di api, il cui valore è stimato in ben 500 milioni di euro”. Numeri che collocano l’Italia in testa alle classifiche dell’Unione europea e che non sfuggono all’attenzione delle istituzioni, del MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) in particolare, con cui la FAI ha un canale sempre aperto di confronto e costruttiva collaborazione, in particolare quest’anno in cui, insieme alla Giornata Mondiale delle Api, la FAI celebra il 70° anno dalla propria fondazione.
Il CREA per la Giornata mondiale delle api
Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, con il gruppo di ricerca ad esse dedicato presso il suo Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA), cerca soluzioni per rendere l’agricoltura più compatibile con il benessere delle api – non solo di quelle che fanno miele – studiando la loro biodiversità, valutandone lo stato di salute, studiando le loro avversità, salvaguardando le tipicità delle diverse popolazioni, caratterizzando le produzioni di miele delle api locali. Tutto ciò è realizzato in collaborazione con altri enti di ricerca, con associazioni agricole e di apicoltori, a livello nazionale e internazionale, tramite progetti di ricerca e attività di formazione.
Per raccontare tutto questo, è on line da oggi, proprio in occasione della la Giornata Mondiale delle Api, il nuovo sito “Apidologia”: https://apidologia.crea.gov.it/.
I progetti CREA in corso sulle api
MediBees (https://medibees.org/) è un progetto del Crea che consiste nel monitoraggio delle sottospecie di api mellifere mediterranee e della loro resilienza al cambio climatico per il miglioramento degli agroecosistemi sostenibili. È finalizzato alla la mappatura genetica delle sottospecie di Apis mellifera presenti nell’area mediterranea; allo studio delle basi fisiologiche, genetiche e sociali dell’adattamento alle condizioni ambientali nelle aree d’origine; alla determinazione delle caratteristiche del miele ottenuto da sottospecie autoctone mediterranee e alla valorizzazione agricola dei sottoprodotti apistici normalmente considerati scarti. Conoscenze che saranno alla base di futuri piani di miglioramento genetico delle sottospecie locali per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la valorizzazione del miele prodotto da api di sottospecie locali, il controllo delle adulterazioni, l’economia circolare dell’azienda apistica e l’implementazione di buone pratiche di allevamento. Il progetto, finanziato dalla fondazione Prima con fondi UE è affidato a CIAPA, Spagna, mentre il CREA-AA (con Antonio Nanetti) svolge il ruolo di co-coordinatore.
Un altro importante progetto del Crea sul mondo apistico è il BeeNet (Api e biodiversità nel monitoraggio dell’ambiente), che ha lo scopo di valutare lo stato di salute dell’agro-ambiente italiano attraverso due reti di monitoraggio che utilizzano rispettivamente le api da miele e gli apoidei selvatici. La prima conta oltre 350 postazioni con 5 alveari ciascuna, dislocate sul territorio in agro-ambienti diversi tra loro; la seconda è costituita da 24 aree di monitoraggio situate in 11 regioni italiane e mette a confronto aree agricole intensamente coltivate e aree agricole semi-naturali. Il progetto è finanziato dalla Rete Rurale nazionale del MASAF (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste) nell’ambito degli strumenti di monitoraggio e valutazione ed è coordinato dal CREA-AA (con Laura Bortolotti), in collaborazione con le Associazioni apistiche nazionali.
Le iniziative in Valle d’Aosta per la Giornata mondiale delle api
Diverse regioni italiane si sono attivate in occasione di questa particolare Giornata e tra queste prendiamo come esempio di buon operato la Valle d’Aosta: l’Assessorato regionale dell’Agricoltura e Risorse naturali ha informato la popolazione che sabato 20 maggio 2023, in occasione della Giornata mondiale delle api, vengono proposte diverse attività informative e divulgative concernenti il settore apicolo. Si tratta di attività rivolte sia agli addetti del settore sia al pubblico interessato, realizzate in collaborazione con l’Associazione Consorzio apistico della Valle d’Aosta e il Comune di Châtillon. “La giornata” ha spiegato l’assessorato in una nota “rappresenta un’occasione importante per valorizzare e promuovere la filiera apicola, una delle eccellenze del comparto agroalimentare della Valle d’Aosta, sulla quale l’Assessorato ha investito e investe molto anche in termini di assistenza tecnica, consapevole del ruolo che le api rivestono per l’ambiente ai fini del mantenimento della biodiversità. Tra le varie attività, di fondamentale importanza è quella che riguarda la comunicazione e l’educazione alimentare, rivolta alle scuole attraverso progetti tematici finalizzati ad evidenziare l’importanza delle api e dei prodotti dell’alveare”.
“La giornata delle api è un’ottima occasione per soffermarsi a riflettere sul ruolo fondamentale che questi preziosi insetti rivestono per l’ambiente e veicolare informazioni e messaggi che sensibilizzino i cittadini” ha dichiarato l’Assessore Marco Carrel. “Solo perseguendo l’obiettivo di una reale sinergia fra uomo e natura, la nostra regione potrà continuare a veicolare un modello di agricoltura sostenibile, che ribadisca in modo concreto e fattuale l’importanza di mantenere una biodiversità agricola a tutela delle produzioni agrarie locali e del nostro territorio. In questo senso, l’Assessorato ha investito e continua ad investire molto in questa promettente filiera, poiché essa rappresenta uno dei fiori all’occhiello della nostra produzione agroalimentare ma anche un settore chiave per il nostro patrimonio agricolo e, più in generale, per la biodiversità.”