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Sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale

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Premiate le migliori pratiche mondiali in campo agricolo e nutrizionale

di Dominella Trunfio

Sono in tutto diciotto le pratiche mondiali in grado di garantire sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale. A deciderlo è stata una giuria internazionale presieduta dal Principe Alberto di Monaco, affiancato dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Marina.

Tra le 786 proposte giunte nell’ambito delle Best Sustainable Development Practices di Feeding Knowledge, ovvero il programma di Expo Milano 2015, che diffonde le migliori soluzioni scientifiche in campo agricolo e nutrizionale, i diciotto progetti hanno avuto un respiro mondiale: sette sono stati selezioni in Africa, sei in Asia, tre nelle Americhe e due in Europa.

“Garantire la sicurezza alimentare ed eliminare la fame sono obiettivi raggiungibili” ha commentato il Principe Alberto “a condizione che ci sia un impegno politico chiaro e concreto in tutto il mondo”.
“L’iniziativa” ha aggiunto Martina in qualità di vicepresidente della giuria “tocca il cuore del grande tema espositivo: nutrire il Pianeta innanzitutto attraverso la conoscenza delle buone pratiche e delle azioni utili”.
Per questo motivo, i progetti vincitori saranno protagonisti del Padiglione zero di Expo, sviluppato con le Nazioni Unite. Cinque, ovvero quelli realizzati in Mongolia, Niger, Guatemala, Tanzania e Italia saranno raccontati in un video, i rimanenti tredici attraverso scatti fotografici. “Il nostro compito” ha aggiunto il Ministro “sarà quello di valorizzare questa straordinaria rete di esperienze e aiutare loro a continuare nel tempo questi percorsi sostenibili”.
Unica vincitrice italiana, la Fondazione Banco Alimentare onlus con FIRST AID (Food is a resource to secure tangibile assistance and inclusione to the deprived) acronimo che nasconde lo scopo del recupero degli alimenti e la redistribuzione ai più bisognosi.
“Questo riconoscimento” ha affermato il presidente Andrea Giussani “premia noi, i volontari, i collaboratori e partner, ma attesta la possibilità di successo di opere no profit quando la mission si coniuga con elevate competenze professionali. Il risultato ottenuto ci sprona a dimostrare nei fatti la sostenibilità della nostra attività”.

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Questi i 5 progetti che i visitatori dell’Expo vedranno in video:
“Gruppi di pastori per una gestione sostenibile dei pascoli in Mongolia”, organizzato dal Ministero dell’Industria e dell’Agricoltura mongolo;

“Intensificare l’agricoltura attraverso il potenziamento dei negozi delle cooperative agricole”, sviluppato dalla IARBIC – Food and Agriculture Organization of the United Nations – e dall’Unione delle federazioni dei produttori del Niger;

“Network regionali a supporto dei piccoli produttori di caffè”, realizzato in Guatemala e ideato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale d’Italia e dall’associazione Nazionale del Caffè del Guatemala;

“Progetto latte Africa: ama la tua terra, combatti la povertà, bevi il tuo latte”, sviluppato in Tanzania dall’Associazione tanzaniana di allevatori NjoLIFA, dalla ONG CEFA e da Granarolo Group;

“Il cibo risorsa per assicurare assistenza e inclusione agli indigenti”, realizzato in Italia e concretizzato dalla NGO – Fondazione della Banca del Cibo – e dalla Federazione Europea delle Banche del Cibo.

Di seguito, l’elenco dei 13 progetti che saranno invece raccontati attraverso gli scatti fotografici:
“Conservazione e gestione del Parco Nazionale Lampi in Myanmar”, operativo in Myanmar e realizzato dall’Istituto Oikos e dall’associazione Burma sulla Biodiversità e della Conservazione della Natura;

“Presentazione dell’agricoltura senza lavorazione del terreno in Libano”, sviluppato in Libano dall’Università Americana di Beirut;

“Identificazione e conservazione dell’alto valore naturale dei vecchi oliveti nella regione mediterranea”, Regione Mediterranea, predisposto dalla Regione Puglia;

“Razionalizzazione dei sistemi di irrigazione di Ras El Ain – Uso razionale delle risorse naturali per migliorare la produzione agricola”, realizzato in Siria dal Ministero italiano degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale;

“Ecuador, i cereali ancestrali combattono la povertà e la malnutrizione”, realizzato in Ecuador da Oxfam Italia e dall’Organizzazione Indigeni e Contadini dell’Ecuador;

“Nutrire la terra, nutrire la gente”, in Madagascar ad opera dell’IFAD – The International Fund for Agricultural Development – e del Ministero dell’Agricoltura, Allevamento e Pesca del Madagascar;

“Tradizione e innovazione: assicurare un futuro sostenibile e giusto alle comunità del Karakorum”, operativo in Pakistan grazie al contributo del Parco Nazionale di Karakorum;

“Le reti di ricercatori agricoli e i partenariati Nord-Sud per trasformare l’agricoltura e la società dell’Africa dell’Ovest verso la sostenibilità, la giustizia e l’abbondanza”, realizzato in Mali, Burkina Faso e Benin grazie all’Istituto di Ricerca per l’Agricoltura Organica della Svizzera e ai Centri di Ricerca Agricola del Burkina-Faso, del Benin e del Mali;

“Gli strumenti informatici al servizio della competitività delle produzioni locali dai Paesi del Sud del Mediterraneo alle nazioni di ingresso in Europa (Italia)”, attivo in Egitto grazie al Ministero dell’Agricoltura e della Bonifica egiziano;

“Eradicazione della mosca tse-tse Glossina palpalis gambiensis dai Niayes in Senegal”, attivo in Senegal grazie alla Direzione dei Servizi Veterinari senegalesi;

“Sri Lanka, riconciliazione avviene con il rispetto dell’ambiente, dell’alimentazione sana e delle opportunità dei mercati uniti”, realizzato in Sri Lanka da Oxfam Italia e dal Salvataggio Internazionale della Foresta Pluviale dello Sri Lanka;

“L’agricoltura indigena Kiwicha (Amaranto) per lo sviluppo umano e sociale come unica alternativa alla lotta contro la fame nella regione argentina di Salta”, attivo in Argentina con il contributo del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Federazione Agraria argentina;

“Le donne del Malawi agenti di cambiamento per lo sviluppo dell’agricoltura e della nutrizione”, realizzato in Malawi grazie a “Save the Children” Italia e dall’Università di Agraria del Malawi.

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