Diritti Lavoro

Lavoro, con Jobs Act 2,2 milioni di contratti stabili. Più donne e giovani

ministero-lavoro

Il ministro Poletti plaude al Jobs Act: assunti 1,5 milioni grazie a sgravi 2015. Faro della Cgil Umbria: “misure inefficaci, registriamo in Regione un calo delle assunzioni”

Il Jobs Act rappresenta “una svolta importante” per il mercato del lavoro italiano. Inizia così la prefazione del primo Quaderno di monitoraggio del comitato scientifico sulla riforma del mercato del lavoro ‘I contratti di lavoro dopo il Jobs Act‘. Dati alla mano, il governo si vanta di oltre 2,2 milioni di contratti stabili – tra assunzioni dirette e trasformazioni – stipulati sotto il nuovo regime delle tutele crescenti previsto dal Jobs Act introdotto nel 2015. Non solo, i rapporti di lavoro a tempo indeterminato instaurati attraverso le agevolazioni contributive nel corso del 2015 sono stati 1.547.934, con un impatto proporzionalmente maggiore sul lavoro femminile (64,3 contro il 60,2 per cento per gli uomini) e sui giovani (68,7 una media generale del 61,8 per cento). Se il tasso di disoccupazione scende dall’12,8 all’11,4 per cento, il tasso di occupazione non può che aumentare passando dal 55,5 al 57,3 per cento. Nel Quaderno presentato dal governo si fa riferimento anche alla consistente diminuzione del ricorso alla Cig: nel 2013 erano stati oltre 1,5 milioni i lavoratori coinvolti, nel 2015 poco meno di 750 mila.

Per il ministro Poletti, investire nelle risorse umane significa “cominciare a spezzare quel circolo vizioso che ha caratterizzato in passato la nostra economia, un corto circuito che ha portato il Paese su una ‘via bassa’ di crescita”. Adesso la sfida principale è quella di “costruire un sistema di politiche attive”.

Tutto è bene quel che finisce bene? In realtà dalla Regione Umbria arrivano i primi segnali di scetticismo: “la nostra Regione è quella in cui il calo delle assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 è più accentuato. Non solo arretriamo di quasi il 50 per cento rispetto al dato ‘dopato’ dagli incentivi nel 2015, ma torniamo indietro anche rispetto al 2014, quando gli incentivi non c’erano – denuncia il segretario generale della Cgil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla ­–. Una chiara dimostrazione di come il Jobs Act e le politiche del governo in materia di occupazione si dimostrino inefficaci”.

Potrebbe interessarti