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Vino Barbera. Il Piemonte rilancia il settore

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Vino Barbera. Il Piemonte rilancia il settore

La crisi ha colpito anche il settore vinicolo e della distillazione. Aperto un tavolo di lavoro per risollevare la situazione di uno dei vini più importanti d’Italia: la Barbera. Un viaggio enologico

Coldiretti, Confagri, Cia, con la Vignaioli Piemontesi e l’assessorato regionale all’Agricoltura stanno approntando in questi giorni le strategie da adottare per rilanciare il settore vitivinicolo piemontese che, contando numerosi e differenti contesti, andrà esaminato in base alle peculiarità di ogni singolo caso.
Si è iniziato dal comparto Barbera, che negli ultimi tempi ha avuto le maggiori difficoltà.

Attualmente, secondo stime che la Regione ha intenzione di verificare con un’approfondita analisi che coinvolgerà tutti gli attori della filiera, la superficie coltivata a viti che daranno il più noto vino DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) di questa tipologia, la Barbera d’Asti, è di 6.650 ettari. Ai quali si aggiungono altre centinaia di ettari coltivati a viti che daranno origine alla Barbera del Monferrato.

Si tratta pertanto di un comparto importante, che coinvolge centinaia di imprenditrici e imprenditori, considerando che si tratta del vitigno più rappresentativo dell’intera Regione.
Esso rappresenta oltre il 50% della produzione del Monferrato e da oltre 3 secoli viene diffuso non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e del mondo.
Il suo nome trae origine dalle famiglie piemontesi Barberi, il cui cognome venne col tempo modificato in Barbero e Barberis. Si ha traccia di questo vitigno robusto, e del vino da esso prodotto, fin dal 1249.
Questo vitigno viene coltivato attualmente in 65 comuni della provincia di Asti e in 51 Comuni della provincia di Alessandria. Il primo riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata avvenne nel 1970.

Il vino Piemonte Barbera deve avere delle caratteristiche stabilite ufficialmente, da un atto disciplinare: all’atto dell’immissione al consumo, esso deve essere di colore rosso più o meno intenso, dal sapore asciutto e corposo, a volte vivace; il titolo alcolometrico minimo deve essere pari all’11%, l’acidità minima deve essere pari al 4,5 per mille.

Come capostipite dei vini rossi del Piemonte, è considerato il più importante anche per quantità e varietà. Nelle zone di Asti e Alessandria ha trovato il suo habitat ideale, tanto è vero che lì troviamo
le DOCG Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato Superiore e le DOC Piemonte Barbera e Barbera del Monferrato. Solo la denominazione Barbera d’Asti interessa 118 comuni della provincia di Asti e 51 della provincia di Alessandria, con una produzione annua di circa 25 milioni di litri di vino. La denominazione del Monferrato è prodotta in 99 comuni della provincia di Alessandria e in 118 della provincia di Asti, e conta 13 milioni di litri l’anno.
Denominazione d’Origine Controllata anche per il Barbera d’Alba, che ha uno specifico disciplinare (** Allegato pdf in fondo all’articolo).
Ci sono però dei limiti nella produzione della Barbera: la produzione massima consentita è di 9000 Kg. di uva per ettaro, che possono ridursi a 6 o 7000 Kg l’ettaro se se ne vuole ottenere una qualità superiore. La resa in termini di vino è del 70%.

 

 

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