Seedlab, il supporto della Regione Lazio alle imprese innovatrici
La Regione Lazio aiuta le imprese. Nasce Seedlab, l’acceleratore d’impresa per gli innovatori del domani
A fronte delle scarse opportunità dei giovani nel mondo del lavoro e delle difficoltà nella creazione di imprese innovative, le due società italiane, Fondamenta SGR (società di gestione del risparmio) e Vertis SGR, leader negli investimenti “venture capital”, hanno organizzato nei giorni scorsi un incontro per promuovere Seedlab ovvero un programma di accelerazione per nuove imprese tecnologiche. Vediamo di cosa si tratta.
Con il sostegno e la collaborazione della Regione Lazio, attraverso la società Filas (Finanziaria Laziale di Sviluppo), che si occupa dei processi di sviluppo e di innovazione nel settore dell’imprenditoria sul territorio laziale, all’incontro sono intervenuti diversi rappresentanti delle suddette organizzazioni, al fine di presentare a nuovi imprenditori, ricercatori, studenti e dottorandi – i cosiddetti innovatori – le attività che sostengono l’avvio e lo sviluppo di nuove start up.
“Missione di Filas” ha spiegato il direttore generale, Laura Tassinari, “è quello di facilitare il rapporto tra ricerca e impresa, promuovendo progetti e programmi per l’innovazione, usando fondi comunitari, nazionali e regionali, gestendo distretti tecnologici e favorendo il capitale di rischio nel tessuto imprenditoriale”.
La Finanziaria Laziale di Sviluppo è costituita da un piccolo gruppo di professionisti che si avvale di un importante apporto esterno. La sua attività consiste nel sostenere, finanziare e assistere le imprese, gli istituti e i centri di ricerca che investono in progetti in settori come quello aerospaziale, delle bioscienze, delle biotecnologie, energetico, dell’audiovisivo.
Filas fa da ponte tra il sistema della ricerca e il sistema produttivo, operando esclusivamente su territorio regionale. “Nel Lazio” ha aggiunto Tassinari “le operazioni non sono molte rispetto alla specificità del territorio, che possiede importanti centri di ricerca in ambito universitario. Oggi contiamo 27 imprese richiedenti e abbiamo attuato quattro bandi POR (Programma Operativo Regionale) – con scadenza a giugno 2013 – che mettono a disposizione fondi europei, per un totale di 58 milioni di euro, a favore di piccole e medie imprese, start up innovative da costituirsi come società di capitali e consorzi legalmente costituiti e legati a organismi di ricerca”.
“Non è semplice” ha spiegato Amedeo Giurazza, amministratore delegato di Vertis SGR, “far sì che il business plan della futura impresa venga accolto positivamente e quindi erogare un finanziamento. Innanzitutto è necessario presentarsi in un certo modo, dimostrando le proprie specifiche competenze, di credere nel proprio progetto, stabilendo la cifra di denaro da richiedere, le modalità e i tempi di spesa e infine facendo delle stime sui risultati economico-finanziari”. Un venture capitalist deve valutare che il business plan abbia determinati requisiti: l’imprenditorialità del gruppo proponente, la tecnologia di riferimento e il mercato dell’applicazione.
La difficoltà delle imprenditrici e degli imprenditori è dimostrata dal fatto che pochissimi progetti sono riusciti a superare positivamente la valutazione. Come spiega l’amministratore delegato, “su 389 progetti di imprese proposti fino ad oggi solo sette sono stati avviati. Si tratta del due percento del totale. Vertis è l’unica SGR del Mezzogiorno, con sede a Napoli, totalmente indipendente e gestisce tre fondi chiusi che ammontano a 80 milioni di euro”.
Per offrire aiuto agli innovatori è nato anche Seedlab (seedlab.it), l’acceleratore di impresa che – sulla base di modelli esteri quali Combinator, Seedcamp o Techstars – promuove corsi di formazione suddivisi in moduli che consentono di predisporre nel miglior modo possibile il business plan delle nuove imprese, secondo un business model da presentare alle SGR o, nel caso laziale, alla Filas.
Il programma di studio di Seedlab, che si avvale del supporto di alcune università italiane, prevede un percorso iniziale part-time, a weekend, in cui gli innovatori apprendono le basi della gestione aziendale, le modalità di formazione di un team diversificato, la definizione della strategia di crescita e poi un percorso full time di tre mesi, da giugno a settembre, nell’incubatore universitario di Firenze.
Dunque, spazio alle PMI (Piccole e Medie Imprese) in un’Italia in cui “fare impresa è difficile” ha commentato Matteo Faggin, principal TTadvisor di Seedlab. “Se guardiamo alle classifiche internazionali, siamo piuttosto indietro (a metà classifica sui 180 Paesi censiti) e dopo di noi si trovano quasi solo Paesi sottosviluppati. Nonostante ciò sono molti gli imprenditori che ci credono ancora, proponendo business basati sull’innovazione. Ne sono un esempio gli spin-off universitari, che sono aumentati negli anni grazie all’alta qualità e all’innovatività della ricerca”.
Daniela Auciello