Pari opportunità

Donne e lavoro in Veneto. L’andamento dell’occupazione durante la crisi economica

Donne e lavoro in Veneto. L’andamento dell’occupazione durante la crisi economica

Una ricerca della Commissione Pari Opportunità del Veneto fa il punto sugli anni 2008/2011

Le donne occupate in Veneto nel 2011 sono 885mila, superando il 40% del totale (41,5% dell’occupazione globale per la precisione). Le disoccupate sono invece 60mila, pari al 54% dell’universo delle persone senza lavoro.

Una situazione che si è formata ed evoluta negli anni a partire dal 2008, con l’avvio della crisi economica e finanziaria, analizzata a livello locale dalla ricerca “Il lavoro delle donne in tempo di crisi nella Regione Veneto”, realizzata da Veneto Lavoro e fortemente voluta dalla Commissione regionale Pari Opportunità.

È una ricerca approfondita, che prende in analisi molti aspetti legati all’impiego, all’occupazione e al lavoro in Veneto, negli anni compresi tra il 2008 e il 2011. Anni duri, anni difficili per i tanti che hanno risentito in qualche modo della crisi economica, perdendo il lavoro o vedendo ridimensionati ordini e orario d’impiego.

Tra i dati che impressionano e che portano a riflettere sulla necessita’ di nuovi strumenti e politiche per il lavoro, la perdita complessiva di posti di lavoro in Veneto nel periodo della crisi: un numero che può essere calcolato in intorno alle 80/85mila posizioni. Il 33% di loro è donna. Un trend che trova riscontro tanto nelle zone a vocazione industriale, come Treviso o Vicenza, quando in quelle più dedicate al terziario, come Venezia o Verona. Una perdita di lavoro che ha inizialmente coinvolto forza lavoro maschile per andare a toccare anche quello femminile.


Ascolta l’intervista a Daniela Rader, vicepresidente Commissione Pari Opportunita’ Regione Veneto  


Il lavoro femminile

Per quel che riguarda le cadute occupazionali femminili, nell’industria è soprattutto coinvolto il settore del “made in Italy”. Come effetto della crisi sulle donne, aumenta il lavoro domestico, che vede la componente femminile assolutamente dominante (83%) e che nel 2011 registra sempre maggiori assunzioni (anche di collaboratrici italiane), così come pure perdura nello stesso anno il boom del lavoro intermittente, con una crescita delle assunzioni del 22% di cui le donne sono le maggiori responsabili.

Un dato forse stereotipato – ma confermato dallo studio – è la maggiore formazione delle donne rispetto ai colleghi uomini: il 59% delle occupate ha infatti un titolo di studio superiore alla maturità contro il 47,9% degli uomini. I settori in cui tradizionalmente sono occupate le donne sono PA, scuola, sanità, commercio e turismo, manifatturiero e servizi alle imprese. Mentre la manifattura subisce una forte contrazione nel periodo in esame, i servizi alla persona, alle imprese e alle famiglie, oltre al commercio, garantiscono una tenuta occupazionale discreta.

Formazione e tirocini

Dopo una prima parte che ricostruisce il contesto generale europeo, italiano e veneto, lo studio fotografa il panorama della formazione professionale in Veneto, strumento per agevolare l’inserimento o il reinserimento, e la conseguente occupazione. Quella iniziale nel triennio 2008-2010 ha visto in Veneto 11.417 allievi portare a termine un corso di formazione di durata triennale: 4.273 sono le donne, pari al 37,4% del totale.

Negli indirizzi formativi si riscontra una stereotipata segregazione di genere, stereotipi anche inconsapevoli che le donne in primo luogo devono cercare di superare: estetista, confezionista-modellista, accoglienza turistica, acconciatore, operatrice di punto vendita, segretaria sono quasi ad esclusiva prevalenza femminile, mentre qualifiche quali operatore meccanico, edile, installatore e manutentore, saldocarpentiere, carrozziere e autoriparatore sono qualifiche a prevalenza maschile, legate maggiormente alla domanda tipica del sistema produttivo industriale. Poco meno di 2mila gli individui coinvolti nella formazione per disoccupati, equamente ripartiti per genere.

Sul fronte dell’occupazione in conseguenza ai corsi di questo tipo, i maschi presentano una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e tassi di occupazione mediamente più alti, ma di poco superiori rispetto alle donne (88% contro 81%); nella formazione per i disoccupati, invece, sono le donne a mostrare le migliori performance (76% rispetto al 72% dei maschi).

Agnese Fedeli

Allegati

pdf Rapporto-Comm-Pari-Opportunita-IL LAVORO DELLE DONNE.pdf

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