Imprenditoria femminile

L’identikit delle imprenditrici del Veneto

La Mia Impresa

L’identikit delle imprenditrici del Veneto

Presentata la ricerca “La ‘mia’ impresa. Nuovi lavori e nuove professioni” promossa dalla Commissione regionale Pari Opportunità e condotta da Confartigianato

Il Veneto si classifica al 17esimo posto nel ranking regionale per incidenze in percentuale delle imprese a guida femminile davanti a Emilia Romagna, Trentino e Lombardia. Le aziende dirette da imprenditrici donne sono 109.750 (pari al 21,9%) rispetto alle 392.200 a guida maschile (78,1%).

Lavorano nell’artigianato, nelle imprese turistiche, nella manifattura e hanno assett specifici a seconda della loro zona di origine e di attività. Sono le donne imprenditrici che racconta la ricerca “La ‘mia’ impresa. Nuovi lavori e nuove professioni”, presentata per la prima volta a Vicenza, promossa dalla Commissione regionale Pari Opportunità e condotta da Confartigianato su rielaborazione di dati 2012 Infocamere relativi al biennio 2011-2012, a cura dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Veneto.

Lo studio si compone di un’analisi puntuale dell’attuale scenario dell’imprenditoria femminile in Veneto. In linea generale, il tasso di natalità delle imprese femminili in Veneto si attesta al 12,9%, di poco inferiore alla media nazionale pari al 13,1%, Stesso andamento anche per la mortalità delle aziende a guida femminile: nel Veneto si parla del 12,9%, sostanzialmente in linea con l’andamento italiano (12,8%). Entrando nel merito delle imprese artigiane, nella regione Veneto sono in tutto 139.129, di cui 23.046 a guida femminile.

In quali settori lavorano le donne?

Relativamente alle imprese tradizionalmente intese, le aziende a guida femminile si concentrano nel commercio al dettaglio (17,2%), nei comparti legati a agricoltura/animali/caccia (16,5%), nei servizi alla persona (9,4%), nella ristorazione (8,7%) e nelle attività immobiliari (7,2%). Passando alle imprese artigiane, i sentieri più battuti sono comunque quello dei servizi alla persona (40,4%), della pelletteria (8,8%) e dei lavori di costruzione specializzati (6%).
Oltre ad un’analisi generalizzata a partire dalla totalità delle imprese a guida femminile registrate, la ricerca entra nello specifico dell’andamento per provincia. Il commercio al dettaglio va forte a Belluno, Padova, Venezia e Vicenza, classificandosi come il comparto maggiormente attrattivo per le donne imprenditrici, mentre a Rovigo, Treviso e Verona il settore più “rosa” è quello legato alle coltivazioni agricole. Andamenti e scelte di business che seguono la cultura e la conformazione territoriale delle diverse zone del Veneto.
Per quanto riguarda l’impresa artigiana, i servizi alla persona si classificano come primo settore d’impresa per le bellunesi e le veronesi, mentre la pelletteria e la confezione sono al primo posto per le imprenditrici di Rovigo e provincia.

Interessante notare che dai dati analizzati emerge che tra 2011 e 2012, pur resistendo  una propensione piuttosto marcata ad occuparsi dei settori artigiani tradizionali o legati al genere – per esempio i mestieri di estetista, parrucchiera, sarta – una donna su due percorre comparti nuovi come la costruzione di edifici ecologici, design industriale e tecnico, grafica, fotografia, informatica, ma anche fabbricazione di apparecchiature da illuminazione, riparazione di beni e restauro.

Il questionario

Oltre all’analisi davvero molto approfondita dei comparti a guida femminile, la ricerca continua riportando i risultati di un questionario rivolto a 38 donne, imprenditrici protagoniste di altrettanti casi aziendali. Selezionate non sotto l’aspetto della rappresentatività statistica, ma individuate una ad una dalle strutture territoriali della Confartigianato Imprese Veneto, in base alle loro caratteristiche di successo. Il questionario si divide in quattro sezioni: oltre alle informazioni anagrafiche, si parla di risorse imprenditoriali, motivazioni e difficoltà, aspettative e stili di leadership. Tra le conclusioni più interessanti, le donne imprenditrici affermano di avere maggiormente bisogno di essere aiutate nel proprio ruolo, così come i colleghi maschi e solo in un secondo momento di essere aiutate in quanto “donne”.
“L’impressione avuta” si legge nella ricerca “è che in certi casi le donne imprenditrici si sorprendano del fatto che ‘qualcuno si stia interessando alla loro specifica condizione’, che non vivono in modo antitetico a quella dell’impresa maschile”.
I problemi denunciati, non è difficile indovinarlo, sono soprattutto quelli legati alla lentezza della burocrazia e ai ritardi nei pagamenti.

Agnese Fedeli

Allegati

pdf la-mia-impresa_aprile-2013.pdf

Potrebbe interessarti