Normative

Contrasto al precariato nella PA

Contrasto al fenomeno del precariato nella PA

Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri, oltre alle norme per la razionalizzazione delle spese pubbliche, come lo stop di due anni all’acquisto di nuove auto blu e la riduzione delle consulenze, sono state emanate disposizioni per contrastare il lavoro precario

Il Consiglio tenutosi lo scorso lunedì 26 agosto 2013 ha approvato, su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta, e del Ministro per la pubblica amministrazione e semplificazione, Gianpiero D’Alia, un decreto legge recante “disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni”.

Con il Decreto appena approvato vengono anche semplificate le norme che regolano le assunzioni e la mobilità volontaria all’interno delle pubbliche amministrazioni. A questo scopo si prevedono “forme di reclutamento finalizzate a valorizzare la professionalità acquisita da coloro che hanno maturato, nell’ultimo quinquennio, un’anzianità di tre anni con rapporti di lavoro flessibile nel settore pubblico”.  Si tratta dunque della trasformazione del contratto di lavoro dalla forma precaria a quella definitiva. Allo scopo di combattere il precariato, che da ogni studio e ricerca risulta ormai la forma di lavoro più utilizzata, il Consiglio è intervenuto per:
•    ribadire la natura prevalente del contratto a tempo indeterminato nella pubblica amministrazione, limitando a casi eccezionali il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato, al fine di prevenire il formarsi di nuovo precariato;
•    rafforzare la responsabilità dei dirigenti in caso di utilizzo non consentito dei contratti di lavoro flessibile;
•    inasprire le sanzioni.

In particolare, con il Decreto Legge viene rafforzato il principio in base al quale il ricorso al lavoro flessibile nella PA “è consentito esclusivamente per rispondere a esigenze temporanee o eccezionali: ne deriva che nella PA non è consentito sottoscrivere contratti elusivi del reclutamento tramite concorso”.
Con questa norma si evita che in futuro si alimenti questo fenomeno mentre, per risolvere i problemi attuali, le nuove norme stabiliscono che vengano messe in atto:
•    procedure selettive per assumere, fino al 31 dicembre 2015, attraverso concorso, il personale non dirigenziale con contratto a tempo determinato che abbia maturato, negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio alle dipendenze dell’amministrazione, con esclusione dei periodi maturati presso uffici di diretta collaborazione degli organi di governo;
•    assunzione prioritaria di tutti i vincitori di concorso e degli idonei appartenenti alle graduatorie approvate dal 1° gennaio 2008.

Inoltre, per quanto riguarda i comparti specifici, viene esteso alle scuole d’infanzia e agli asili nido il regime attualmente previsto per quello delle scuole statali e si estende l’esclusione dell’assoggettamento al patto di stabilità interno anche ai servizi scolastici e per l’infanzia; nel comparto sanità, che ha caratteristiche diverse dal resto della Pubblica Amministrazione, tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottare entro tre mesi, su proposta del Ministro della Salute, sarà possibile stabilizzare attraverso procedure concorsuali specifiche circa 35.000 persone tra medici, personale infermieristico, tecnici e altre figure professionali. Sono anche previste norme di semplificazione per facilitare le procedure di assunzione negli enti di ricerca.
Vengono, infine, estese ai testimoni di giustizia le facilitazioni già previste per l’assunzione nelle pubbliche amministrazioni delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.

Riguardo all’accesso nelle pubbliche amministrazioni, il testo interviene anche sul D.L. noto come “spending review”, in quanto “il margine di assunzione viene subordinato al congelamento di posti corrispondenti al valore finanziario delle posizioni soprannumerarie che saranno assorbite mediante prepensionamento. In ogni caso, l’autorizzazione ad assumere viene valutata dal Dipartimento della Funzione Pubblica e dal Ministero dell’Economia e Finanze, previa presentazione di un piano di assorbimento delle eccedenze”.
Viene spostato al 31 dicembre 2015 (invece che al 31 dicembre 2014) il termine previsto per la maturazione dei requisiti pensionistici in base alla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore dell’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, per assorbire le eccedenze in alternativa alle procedure di mobilità del personale, in modo da rendere le disposizioni coerenti con lo slittamento delle procedure di “spending rewiev”.
Nessun taglio alle dotazioni organiche previste dalla “spending rewiev” per ordini e collegi professionali.

Qualche buona notizia per chi cerca lavoro: in base al Decreto, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo potrà assumere già nel 2013, nel limite del 20% delle unità cessate nell’anno precedente, circa 150 nuovi dipendenti presi dalle graduatorie dei concorsi.
Altre assunzioni sono previste poi in un altro comparto: al fine di garantire il potenziamento e la piena operatività del corpo nazionale dei Vigili del fuoco viene incrementata di 1.000 unità la dotazione organica oggi composta da 17.193 unità.

In termini di mobilità del personale il Decreto, per sopperire alle gravi carenze di dipendenti negli uffici giudiziari, introduce la possibilità di un passaggio diretto presso il Ministero della Giustizia per ricoprire i posti vacanti del personale amministrativo: questo avviene mediante cessione del contratto di lavoro e previa selezione secondo criteri prefissati dallo stesso Ministero della Giustizia.
Si introduce, altresì, un sistema di facilitazione della mobilità del personale all’interno delle società partecipate dalla medesima amministrazione al fine di favorire piani industriali più razionali e sostenibili. Lo strumento della mobilità può essere utilizzato anche in ambiti più ampi, regionali e interregionali, con la prevista partecipazione sindacale.

E finalmente si parla anche di trasparenza, anticorruzione e valutazione delle performance. Le competenze in questo senso sono così divise: la CIVIT (Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche) sarà concentrata sui compiti di trasparenza e di prevenzione della corruzione; sono trasferite all’ARAN (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) le funzioni in materia di misurazione e valutazione della performance.
A tal fine viene adeguata la composizione del Collegio di indirizzo e controllo dell’ARAN con l’aggiunta di due ulteriori componenti esperti in servizi e management. Sono trasferite al Dipartimento della funzione pubblica le funzioni della CIVIT in materia di qualità dei servizi pubblici.

Collegata all’argomento lavoro, in quanto ne rappresenta una forma indiretta, un’altra spesa della PA che va ridotta assolutamente è quella rappresentata dalle consulenze: per studi e incarichi (che vengono assegnati anche a chi è già dipendente della PA) quella annua è molto elevata e, per ridurla, nel D.L. viene stabilito che non possa essere superiore al 90% del limite di spesa per l’anno 2013. La nostra considerazione è che sia una limitazione eccessivamente… limitata: una riduzione troppo bassa per questo tipo di spesa “sospetta”. Nel CdM si parla però di successive misure di contenimento della spesa per le consulenze nella PA attraverso un regolamento che verrà adottato su proposta dei ministri per la Pubblica Amministrazione e dell’Economia e delle Finanze.

Semplificazione delle procedure di reclutamento del personale

Sono disciplinate a regime le procedure di reclutamento del personale, precisando i limiti della riserva di posti per titolari di rapporti di lavoro a tempo determinato e dell’utilizzazione di graduatorie concorsuali.
Sono previste norme di semplificazione di vario genere, rispondenti alle esigenze di funzionalità delle amministrazioni:
•    per favorire e ampliare l’utilizzo di dirigenti in posizioni di fuori ruolo o comando, allo scopo di favorire la valorizzazione delle professionalità dirigenziali, la rotazione e l’acquisizione di esperienze differenziate, oltre a una maggiore flessibilità per le singole amministrazioni nel conferimento degli incarichi ai dirigenti appartenenti ad altre amministrazioni;
•    criteri di regolamentazione delle priorità tra categorie riservatarie da applicare ai concorsi pubblici;
•    semplificazione delle procedure di autorizzazione a bandire e ad assumere per le amministrazioni centrali;
•    monitoraggio, da parte del dipartimento della Funzione Pubblica, delle graduatorie concorsuali vigenti al fine di favorire l’assunzione dei vincitori;
•    semplificazioni delle procedure di mobilità volontaria tra amministrazioni pubbliche.

Il parere della CISL

Il Consiglio dei Ministri del 26 ha suscitato reazioni anche nel mondo dei sindacati. Riportiamo tra tutti le opinioni del Segretario generale della CISL, Fulvio Giacomassi, il quale in una nota del 27 agosto, giorno successivo all’approvazione del D.L., dichiara: “pur riservandoci una compiuta valutazione dopo la lettura delle deliberazioni del CdM su PA, riteniamo importante che si siano messi in campo interventi in tema di precari e di tagli alla spesa, come consulenze ed auto blu. In ogni caso la nostra azione ed iniziativa continuerà nei confronti delle commissioni parlamentari allo scopo di correggere e migliorare le disposizioni previste. Inoltre chiediamo al Ministro D’Alia di attivare rapidamente, insieme a Regioni ed Enti locali, un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, per verificare gli impatti che i processi organizzativi messi in atto nella Pubblica amministrazione hanno avuto sui servizi a cittadini ed imprese. È poi fondamentale attivare i dovuti meccanismi di controllo e gli interventi sulla spesa incoerente di beni e servizi e rendere disponibili le risorse economiche e le strumentazioni contrattuali necessarie per accompagnare tali cambiamenti, coinvolgendo i lavoratori e le loro rappresentanze”.

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