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Cin cin ad Aosta per “Le Donne del Vino”

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Il gruppo valdostano dell’associazione si è riunito in un evento che ha messo insieme poesia, fotografia e cultura enogastronomica. All’insegna della crescente presenza femminile nel settore vitivinicolo

di Egilde Verì

Donne e vino. Se fino a qualche tempo l’accostamento poteva apparire un po’ insolito e bizzarro, oggi la presenza femminile nel mondo di Bacco è forte e consolidata, come rivelano anche i numeri. Nel mercato italiano le donne titolari di cantine sono ben 115mila, un terzo del totale; senza contare tutte quelle che lavorano nel settore come sommelier, giornaliste, comunicatrici, addette marketing. Donne e vino, anzi, buon vino. Lo dice ancora una volta la matematica: le aziende vitivinicole a conduzione femminile si distinguono per la loro qualità con un 77 percento che produce vini DOC o DOCG.

E proprio per sottolineare la professionalità e la passione con cui le donne hanno saputo inserirsi in un settore fino a poco tempo fa a conduzione quasi esclusivamente maschile, l’associazione “Le Donne del Vino” ha organizzato, venerdì 13 giugno, nel salone delle manifestazioni di Palazzo regionale, ad Aosta, una speciale serata. Nel corso della kermesse, sei aziende locali a guida rosa hanno presentato un proprio vino: Fernanda Saraillon de L’Atoueyo di Aymaville col suo Chardonnay del 2012, Bruna Cavagnet della “Maison Anselmet di Villeneuve con una Petite Arvine del 2012, Daniela Dellio della D&D di Aosta con un Muscat Petit grain doc del 2012, Eleonora Charrère de Les Cretes di Aymavilles con un Neblu spumante metodo classico, Gabriella Minuzzo dell’azienda Minuzzo di Challand-Saint-Victor von un Merlot del 2010, ed Elvira Rini della Di Barrò di Saint-Pierre col suo Mayolet del 2012. Ciascun momento è stato accompagnate da musica, letture di testi e poesie, proiezioni di fotografie tratte dall’archivio del Brel, Bureau régional de l’ethnologie et de la linguistique: scatti di ieri e di oggi che ritraggono le sei signore del vino impegnate nel lavoro quotidiano. Un modo per raccontare con immagini e parole il territorio vitivinicolo valdostano e l’impegno delle donne che vi faticano ogni giorno. E, per finire, due sommelier “in rosa” hanno presentato vini e prodotti locali in un aperitivo rigorosamente a chilometro zero.

Ma chi sono “Le Donne del Vino”? Nata nel 1988, quando ancora la passione per l’arte enologica non era ancora così diffusa, l’associazione (ledonnedelvino.com) conta oggi 650 iscritte e rappresenta tutte le categorie della filiera, dal vigneto alla cantina, dalla tavola alla comunicazione. ‹‹Il nostro intento è diffondere la cultura del vino›› spiega Elena Martusciello, presidente dell’associazione e titolare della cantina “Grotta del Sole”. ‹‹Per farlo organizziamo convegni, presentazioni, eventi culturali. Contiamo venti delegazioni, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, quindi con le nostre iniziative riusciamo ad arrivare in tutta Italia››.

Elena Martusciello, che abbiamo intervistato in quanto presidente dell’associazione (vedi il video) è stata tra le prime donne a occuparsi professionalmente di vino – lo fa sin dal 1965. Ci ha raccontato il suo lavoro, la sua esperienza di “pioniera” nel settore, il suo punto di vista sulla presenza femminile nell’universo di Bacco.

E se è vero che quello del vino è un settore duro, che richiede braccia e menti forti, è altrettanto vero che non esiste un buon calice che non racchiuda in sé sensibilità, poesia, e, soprattutto negli ultimi anni, creatività. Lo spiega bene Martusciello: ‹‹l’ingresso delle donne ha profondamente trasformato il settore. Oltre a pensare alla necessità di produrre al meglio, le donne hanno subito capito l’importanza di relazionarsi con il consumatore, di aprire le cantine, presentare il vino, farlo apprezzare, di abbinare in poche parole, la cultura al vino››.
Insomma, il talento femminile sta nel fatto di essere in grado non solo di portare avanti le aziende e produrre etichette di ottima qualità, ma di saperle, allo stesso tempo, promuovere aggiungendo nel bicchiere oltre al buono anche il bello.

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