Presentato un report sulle aspettative degli italiani rispetto al Pianeta Europa. Scarso il senso di appartenenza europeo
Sono state in tutto 13 le domande che hanno animato i 70 dibattiti tenutisi in tutte le regioni italiane tra ottobre 2013 e maggio 2014, su iniziativa della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Dai quesiti che gli italiani si sono posti è nata una relazione che ha riassunto le loro aspettative rispetto al contesto europeo. Il report è stato illustrato, il 13 giugno, presso la sede romana della Rappresentanza della Commissione Europa, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche europee Sandro Gozi.
Gli interrogativi più pressanti? Che cosa può fare l’Italia, ora che assumerà la Presidenza del Consiglio dell’UE, per avvicinare l’Europa ai cittadini? Esiste un popolo europeo?
I numeri dell’iniziativa sono elevatissimi. Si contano, infatti, ben 12.000 partecipanti le cui curiosità, accanto alle ipotesi da loro avanzate, si differenziano a seconda della provenienza regionale; in altri casi, invece, l’eterogeneità cede il passo all’omogeneità degli intenti.
Per fare qualche esempio: in molte Regioni dell’Italia settentrionale (Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia) le tematiche più sentite sono state quelle connesse alle competenze dell’UE e al concetto del “popolo europeo”: queste Regioni percepivano l’identità europea come naturale e parte della loro stessa identità. Lo stesso argomento, invece, nelle Regioni Veneto e Lombardia, suscitava prese di posizione attorno al tema dell'”Europa delle Regioni”, con esclusivo riferimento all’importanza del riconoscimento della territorialità: l’identità europea lì viene percepita come l’ultimo livello dell’identità culturale dei cittadini veneti e lombardi, che la affermano solo dopo la loro identità regionale e nazionale.
Nel centro della penisola (in Toscana, Umbria ma anche Emilia Romagna) emerge una particolare attenzione per l’Europa sociale e la necessità di valorizzazione delle eccellenze territoriali a livello europeo.
In Liguria e nel Lazio si aprono le discussioni sul rigore e sulla trasparenza nella gestione dei fondi UE.
In Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia si è registrato un forte sentimento di sfiducia, accompagnato da una elevata preoccupazione circa l’immigrazione, vista principalmente come un problema. I calabresi, invece, non nascondono la solidarietà verso il flusso dei migranti.
In merito alle paure dei Campani, Lucani, Pugliesi e Siciliani rispetto all’incessante flusso di migranti, ragguagli sono giunti da Sandro Gozi, a margine dell’incontro.
“L’Europa scherza con il fuoco” sostiene il Sottosegretario “e contribuisce a far crescere la xenofobia. Mi spiace sottolineare che l’isolamento in cui l’Italia si trova nel Mediterraneo è scandaloso. Per questo il governo continua a pressare sui partner e sulle istituzioni comunitarie affinché si punti ad avere sia una politica di immigrazione comune”.
Purtroppo, ci dice Ewelina Jelenkowska, responsabile Ufficio Stampa per la Rappresentanza italiana della Commissione Europea, il sogno di Jean Monnet sembra sgretolarsi pian pianino: “la sensazione di essere cittadini europei è calata e bisogna ricostituire un senso di appartenenza partendo da un’attività di armonizzazione culturale che potrà essere svolta dalle scuole, a carattere nazionale. Bisogna soddisfare, proprio ora, questa richiesta di uniformità culturale, perché il nostro Paese dovrà confrontarsi con il suo semestre alle guida della Presidenza del Consiglio dell’UE, opportunità da non trascurare. Grazie a questo prestigioso incarico l’Italia creerà la sua agenda politica e farà sentire la propria voce su più fronti”.
I dati esposti – precisa Ewelina Jelenkowska – non hanno una valenza statistica perché non sono stati raccolti ed elaborati avvalendosi dei sistemi di computo usati nei sondaggi, ma rispecchiano unicamente le opinioni di un campione non rappresentativo.
Anche noi ci domandiamo che scenari si apriranno per l’Italia ora che sarà alla guida della Presidenza del Consiglio Europeo. Le rassicuranti parole degli addetti ai lavori, in tal senso, ci sono di conforto ma una valutazione a tutto tondo potremmo farla, solo, a conclusione del semestre che i nostri politici si apprestano a condurre.
Paola Paolicelli