Fisco e norme

Rapporto sulle frodi agroalimentari

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FareAmbiente: in aumento le etichette contraffatte. Nel 2013 la contraffazione di denominazioni e origini dichiarate da parte dei NAC (Nucleo Antifrodi dei Carabinieri) ha registrato 3.367.846 di sequestri contro i 643mila dell’anno precedente

di Noemi Roccatani

«La criminalità ha intuito il business grandissimo che vi è nel settore agroalimentare e sempre più spesso oltre che contraffare, impone i prodotti della loro catena», ha detto il presidente nazionale FareAmbiente, Vincenzo Pepe. È il caso dei “wine kit” o dei “food kit”, cioè metodi per ricavare vino o formaggio partendo da polvere di mosto, acqua a additivi chimici o polvere di caglio, nel caso nel caso dei prodotti caseari. La criminalità organizzata non si limita più a contraffare o ad adulterare prodotti alimentari, ora li crea tavolino. Suddetti  kit finiranno sul mercato presentandosi ai consumatori come vini o formaggi di qualità soprattutto italiani ma, anche francesi, a basso costo. La vasta rete dei malaffari ha individuato nella filiera del cibo un’ottima fonte di guadagno illecito a spese di inconsapevoli consumatori che, a causa della crisi, controllano sempre meno ciò che mettono sulla tavola.

I clan, attualmente ordinano i prodotti da commercializzare a discapito della salute e della libera economia. «Il 2013 sarà ricordato anche per la grande falla scoperta nel sistema dei controlli europei con lo scandalo della carne equina»  ha ricordato la professoressa Anna Zollo coordinatrice del rapporto, sottolineando che la situazione «è critica non solo dal punto di vista delle etichette e della tracciabilità» Ma il 2013 è stato anche l’anno in cui è venuta a galla la fragilità del sistema di controllo della sicurezza alimentare nell’Ue. Sempre secondo i NAC sono 28,3 i milioni di euro di illeciti finanziamenti ai danni dello stato e della Ue, sono stati sequestrati beni per 6,7 milioni di euro e deferiti all’autorità giudiziaria 2055 autori di reato; 84 le violazioni penali, 111 quelle amministrative. È da specificare che i sequestri e l’accertamento di attività illecite sono cresciute a fronte di una diminuzione dei controlli nel 2013.

Il NAF, (Nucleo Agroalimentare della Forestale), per esempio, ha accertato 189 reati, l’80% in più del 2012, 226 segnalati all’autorità giudiziaria (+47%), 1114 illeciti amministrativi (-6%), i NAS (Nucleo Antisofisticazione e Sanità) invece su 11.803 controlli sui ristoranti hanno rilevato nel 45% dei casi delle difformità con la normativa vigente. La Guardia di Finanza poi ha sequestrato 12mila tonnellate e 280mila ettolitri di prodotti agroalimentari oggetto di frode. Il primato spetta all’olio di oliva (circa 900 tonnellate), ai mosti e all’uva parzialmente fermentati (9000 tonnellate), e vini e spumanti per oltre 270mila ettolitri. I maggiori controlli della Guardia Costiera, sono stati fatti presso i punti di sbarco (45.322), seguiti da quelli in mare (12.258). Le sanzioni sono state 4885, le principali elevate in mare (1209), in pescherie ( 840), nei punti di sbarco (802) e nella ristorazione (606).

L’Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari (ICQRF) infine, ha eseguito oltre 36mila controlli e verificati oltre 24mila operatori e 55mila prodotti. E di fronte una evidente crescita del numero di irregolarità sorge una domanda: si amplia anche la dimensione della criminalità? Paolo Russo, membro della Commissione agricoltura alla Camera non è pessimista: «Vedo la risposta nell’aumento dell’attenzione sul fronte della sicurezza e qualità agroalimentare anche grazie a norme che hanno consentito di migliorare le performance di contrasto». D’altra parte, si approva da più parti che il sistema dei controlli italiano sia il migliore al mondo e i dati di ispezioni e sequestri lo confermano. Controlli che hanno portato alla luce casi di carenze di igiene, impiego di sostanze pericolose, ma anche contraffazione e imitazioni che seppur non vanno a minare la salute umana sono un enorme danno un paese dove la vocazione agricola e gastronomica rappresentano la base dell’economia italiana.

«La globalizzazione»  ha detto Maurizio Gasparri, vice Presidente del Senato «è una grande opportunità ma ci espone anche a molti rischi. Pensiamo all’esempio di prodotti base provenienti da paesi con normative diverse da quelle italiane e che vengono trasformati nel nostro paese come nel caso delle conserve di pomodoro». «La questione delle frodi alimentari è fondamentale» ha commentato il senatore «e dimostra come si faccia spesso attenzione a mille cose e poi si trascura la tutela della prima risorsa ambientale che è la persona. Magari si sta attenti a una siepe e non a quello che si mangia».

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