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Il nuovo Smart & Start: i finanziamenti per le Start-up

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200 milioni di euro per sostenere la nascita e la crescita di start-up su tutto il territorio nazionale. Gli incentivi del programma Smart & Start si rinnovano

Con la pubblicazione, avvenuta il 13 novembre 2014, sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto del MISE (Ministero dello sviluppo economico) emanato a fine settembre, è attiva la nuova procedura per richiedere i finanziamenti relativi all’intervento Smart & Start. La principale novità è che da adesso quest’ultimo sarà destinato alle start-up innovative di tutto il territorio nazionale. Inoltre, i finanziamenti saranno maggiori.

Il nuovo intervento sostituisce quello dei precedenti decreti ministeriali (6 marzo e 30 ottobre 2013) e riordina il regime di aiuto. Destinatarie dell’intervento sono le start-up innovative – iscritte nella sezione speciale del Registro delle imprese – costituite da non più di 4 anni o le persone fisiche che vogliono avviare una start-up innovativa. Sottolineiamo che c’è una “premialità” se le start-up sono femminili o giovanili.

Gli incentivi Smart & Start erano stati diffusi più di un anno fa, a marzo 2013, solo per alcune regioni del Mezzogiorno. Ora, allo scopo di “favorire la diffusione di nuova imprenditorialità e sostenere le politiche di trasferimento tecnologico e di valorizzazione dei risultati del sistema della ricerca” su tutto il territorio nazionale, il MISE mette a disposizione 200 milioni di euro. Questo denaro servirà a finanziare progetti di impresa che prevedano spese, tra investimenti e gestione, comprese tra 100 mila e 1,5 milioni di euro.
I progetti di impresa dovranno avere un forte contenuto tecnologico e innovativo e puntare allo sviluppo di prodotti, servizi e soluzioni nel campo dell’economia digitale o alla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata.
Smart & Start infatti è un incentivo del Ministero nato per rafforzare la competitività dei sistemi produttivi, sviluppare l’economia digitale e favorire il trasferimento tecnologico. A gestirlo è Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa.

Si chiama Smart & Start perché ha due tipi di agevolazioni:

  1. Smart: per la copertura dei costi di gestione aziendali nei primi anni di attività;
  2. Start: per la copertura delle spese per investimenti e in servizi di tutoring tecnico gestionale.

I soggetti in possesso dei requisiti possono comunque accedere ad entrambi gli incentivi presentando un’unica domanda. Ma quali sono questi soggetti? Gli incentivi si rivolgono alle Start-up innovative di piccola dimensione. Si tratta di team di persone fisiche che intendono costituire una start-up innovativa. Le start-up innovative devono essere iscritte in un’apposita sezione del Registro delle Imprese e, come requisiti principali, devono avere i seguenti:

  • essere società di capitali costituite da non più di 48 mesi;
  • avere una produzione di valore inferiore ai 5 milioni di euro;
  • aver sostenuto dei costi riconducibili al settore R&S (Ricerca & Sviluppo, come descritto nell’art. 25 del DL n.179/2012 che alleghiamo all’articolo).

Il nuovo intervento prevede l’agevolazione di programmi d’investimento e costi d’esercizio realizzati e sostenuti nell’ambito di piani d’impresa tipici delle start-up innovative, ovvero:

  • caratterizzati da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, e/o
  • mirati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, e/o
  • finalizzati alla valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata.

Per quanto riguarda le attività ammesse per essere considerati una start-up innovativa ai fini del Decreto, c’è dunque la produzione di beni e l’erogazione di servizi che abbiano una o più delle seguenti caratteristiche:

  • forte contenuto tecnologico e innovativo,
  • prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale;
  • prodotti, servizi o soluzioni che si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca).

Sono escluse le attività di produzione primaria dei prodotti agricoli.

I benefici per le start-up innovative sono rappresentati da un finanziamento agevolato senza interessi, nella forma della sovvenzione rimborsabile in 10 anni, e, per le sole imprese costituite da non più di 12 mesi alla data di presentazione della domanda di agevolazione, da servizi di tutoraggio tecnico-gestionale.
Ad essere finanziati (il finanziamento è a “tasso zero”) sono i progetti che prevedono programmi di spesa – di importo compreso tra 100 mila e 1,5 milioni di euro – per acquistare beni di investimento e/o per acquisire servizi necessari alla gestione.

Tra le principali voci di spesa ammissibili troviamo:

  • impianti, macchinari e attrezzature tecnologiche;
  • componenti HW e SW;
  • brevetti, licenze, know-how;
  • consulenze specialistiche tecnologiche (spese per investimenti)
  • personale dipendente e collaboratori;
  • licenze e diritti per titoli di proprietà industriale;
  • servizi di accelerazione;
  • canoni di leasing;
  • interessi su finanziamenti esterni (spese di gestione).

Le spese devono essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro i 2 anni successivi alla stipula del contratto di finanziamento; finanziamento che consiste in un mutuo senza interessi il cui valore può arrivare fino al 70% delle spese ammissibili (max € 1.050.000). Il valore del mutuo può però arrivare all’80% delle spese ammissibili, se la start-up ha una compagine interamente costituita da giovani e/o donne o se tra i soci è presente un dottore di ricerca che rientra dall’estero (max €1.200.000).
Le start-up localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano restituiscono solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto.

Inoltre, le start-up costituite da meno di 12 mesi beneficiano di servizi di tutoring tecnico-gestionale, ossia servizi specialistici erogati anche con modalità innovative, che possono includere scambi con realtà internazionali. Il valore dei servizi di tutoring è pari a € 15.000 per le regioni del Mezzogiorno e a € 7.500 per il centro Nord.

Sarà Invitalia a gestire la parte tecnica e amministrativa riguardante l’istruttoria delle domande, la concessione e l’erogazione delle agevolazioni nonché l’effettuazione di monitoraggi, ispezioni e controlli. Per richieste di prima informazione sulle caratteristiche degli incentivi è possibile chiamare il numero azzurro 848.886886 attivo dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle 18,00. In ogni caso è stato predisposto un sito ad hoc con tutte le informazioni principali: smartstart.invitalia.it.
Tutte le domande pervenute entro le ore 24,00 del 13 novembre 2014 saranno valutate secondo la precedente normativa, il “vecchio” Smart & Start, di cui al D.M. 6 marzo 2013, ma dal 14 novembre la valutazione si baserà sulle indicazioni dell’ultimo Decreto.

Precisazioni del MISE

Il Ministero ha dichiarato che i principali cambiamenti apportati dal nuovo Decreto – che alleghiamo all’articolo – sono i seguenti:

  1. l’importo massimo finanziabile passa da 500 mila euro a 1,5 milioni di euro;
  2. cambia la tipologia di agevolazione: sarà un finanziamento a tasso zero, da restituire in 10 anni, che potrà arrivare fino al 70% dell’investimento totale;
  3. c’è una premialità per le donne e i giovani: la percentuale massima di finanziamento potrà salire all’80% se la start-up è costituita esclusivamente da donne o da giovani;
  4. c’è una premialità se all’interno della start-up vi è almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero e sceglie di rientrare in Italia (aumento della percentuale massima del finanziamento all’80%);
  5. solo per le start-up con sede nel Mezzogiorno e nel Cratere sismico dell’Aquila, è previsto un contributo a fondo perduto del 20%;
  6. le start-up costituite da non più di 12 mesi potranno beneficiare anche di un tutoring tecnico-gestionale, con servizi altamente specialistici.

Il MISE spiega che la prima esperienza di Smart & Start “è stata importante non solo per i risultati raggiunti, ma anche perché ha dato un contributo decisivo nell’impostazione della nuova versione dell’incentivo, confermando il rilievo che le nuove imprese innovative e in particolare le start-up innovative, come definite dalla normativa varata nel 2012, hanno nella politica industriale”.
In poco più di un anno sono state inviate 1.171 richieste di finanziamento, con 2.767 neoimprenditori coinvolti. Le domande sono state presentate per il 27% da donne e per il 51% da giovani. L’80% delle richieste ha riguardato imprese non ancora costituite. Le iniziative finanziate sono state 368, per un totale di investimenti attivati pari a 68 milioni di euro, di cui 32 in Campania, 15 in Sicilia, 13 in Puglia e 7 in Calabria. Invitalia ha finora concesso agevolazioni per 63,5 milioni di euro, a fronte di richieste superiori a 206 milioni.

Definizione di Start-up innovativa

Riprendiamo uno stralcio del Decreto Legge 179/2012 – che alleghiamo per intero all’articolo – per illustrare la definizione di Start-up innovativa così come modificata a giugno 2013:

2. Ai fini del presente decreto, l’impresa start-up innovativa, di seguito «start-up innovativa», è la società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europaea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione, che possiede i seguenti requisiti:
a) ((LETTERA SOPPRESSA DAL D.L. 28 GIUGNO 2013, N. 76));
b) è costituita e svolge attività d’impresa da non più di quarantotto mesi;
c) ha la sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
d) a partire dal secondo anno di attività della start-up innovativa, il totale del valore della produzione annua, così come risultante dall’ultimo bilancio approvato entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, non è superiore a 5 milioni di euro;
e) non distribuisce, e non ha distribuito, utili;
f) ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
g) non è stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda;
h) possiede almeno uno dei seguenti ulteriori requisiti:
1) le spese in ricerca e sviluppo sono ((uguali o superiori al 15 per cento)) del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili. Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai principi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa;
2) impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attivita’ di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero (ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270);
3) sia titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale (ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché’ tali privative siano) direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.

pdf Scarica il Decreto del Mise relativo alle Start-up

pdf Scarica il testo modificato del DL 179/2012

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