Studi e ricerche

Venezia: si arresta la moria di imprese

venezia

Nel 2014 sono emersi i primi timidi segnali di inversione di tendenza, grazie alla tenuta dell’export, del settore del turismo e all’aumento degli occupati. Ma gli imprenditori non sono molto fiduciosi nel futuro

L’Istat ha rivelato un clima di fiducia generale ma non la pensano così imprenditrici e imprenditori della provincia di Venezia. Ad annunciarlo è la Camera di Commercio veneziana nel presentare i dati sull’andamento economico del 2014 elaborati dal Servizio Studi e Statistica. Da questi emerge anzitutto il profilo anagrafico delle imprese che mostra che a fine 2014 in provincia di Venezia si contano 98.775 localizzazioni registrate di cui 76.954 sedi d’impresa e 21.821 unità locali (stabilimenti, filiali, ecc.): di queste il 38% sono unità locali di imprese con sede fuori provincia. 

Rispetto al III trimestre 2014 le localizzazioni registrate sono in lieve diminuzione (-0,2%), mentre a livello tendenziale la variazione è di segno positivo seppur contenuta (+0,1%). Tale andamento deriva da una diminuzione del -0,3% per le sedi d’impresa e di un aumento delle unità locali (+1,5% in generale, +3,3% per quelle con sede fuori della provincia). Tra le localizzazioni registrate figura anche una percentuale di imprese di fatto inattive, ad esempio quelle in scioglimento o in liquidazione (che sono 2.560 e sono in diminuzione del –3,2%), con procedure concorsuali in corso (1.379, in aumento del +1,1%) o che non hanno ancora dichiarato l’inizio attività (5708).

Analogo l’andamento degli insediamenti produttivi attivi, che a fine 2014 ammontano a 88.938, mostrando una sostanziale tenuta (+0,1% tendenziale e -0,5% congiunturale). Il trend risulta migliore per la provincia di Venezia rispetto alla media regionale e nazionale sia per quanto riguarda le sedi d’impresa (che registrano una contrazione più contenuta), che per le unità locali, che crescono a ritmi più vivaci.

Sotto il profilo settoriale, per la provincia di Venezia, gli andamenti negativi più sostenuti continuano a coinvolgere il comparto agricolo (-3,4%), le costruzioni (-1,7%) e il comparto industriale in senso stretto che segna una flessione del –0,5%. In tutti i casi si tratta di diminuzione delle sedi di impresa, mentre le unità locali registrano aumenti in tutti i settori, segno di una diminuzione del grado di imprenditorialità locale. Nel terziario, invece, le variazioni sono tutte di segno positivo con i servizi alle persone che crescono del +3%, il settore della finanza e assicurazione del +2,9% e i servizi di alloggio e ristorazione del +2,4%. Nonostante le difficoltà collegate alla contrazione dei consumi, anche il commercio (settore che assorbe il maggior numero d’imprese attive della provincia) tiene e vede il proprio stock di imprese aumentare del +0,5%.

Osservando la distribuzione territoriale, il 32,2% delle imprese provinciali si concentra nel comune di Venezia. Grazie ad un lavoro di pulizia degli archivi, svolto durante l’anno scorso, è ora possibile avere una suddivisione approssimativa delle localizzazioni tra le varie aree del comune. Vista la peculiarità del territorio, pare interessante un confronto tra centro storico e terraferma, dove sono stanziate il 56,2% delle imprese comunali. I settori per i quali primeggia il centro storico e isole sono ovviamente quelli dei servizi di alloggio e ristorazione (65,9%) e delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento (53,5%). Le attività manifatturiere e agricole hanno sedi equidistribuite, mentre per tutti gli altri settori la prevalenza è in terraferma.

Risultano infine ancora in flessione, dell’1,6%, le imprese artigiane, il 29% delle sedi d’impresa attive nel Veneziano (19.469) e spalmate su più settori: le contrazioni più marcate si registrano nell’agricoltura (-3,6%), costruzioni (-3,2%) e industria in senso stretto (-1,7%), mentre continuano a crescere i servizi di alloggio e ristorazione (+0,9%), dei servizi alle imprese (+0,9%) e alle persone (+0,7%).

Guardando la nascita e la mortalità delle imprese, nella provincia veneziana nel 2014 si sono registrate 4.690 iscrizioni di nuove imprese a fronte di 4.913 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), per un saldo negativo di -223 unità. A paragone con lo stesso arco temporale del 2013, le iscrizioni sono finalmente in aumento del 2,1%, mentre le cessazioni crescono del +0,6%.
Per quanto concerne le cessazioni, la maggior parte di esse sono concentrate nel settore del commercio, ma si rileva un forte aumento percentuale anche nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione (+17,4%). Un piccolo segnale positivo viene dalla diminuzione del numero delle imprese che hanno chiuso i battenti nel settore dell’agricoltura e pesca (-26,8%).

In aumento purtroppo il numero dei fallimenti. Nel 2014 le aperture di procedure fallimentari in provincia di Venezia sono state 203, +22,3% rispetto al 2013. I settori più colpiti sono quelli delle costruzioni (+35,9%), dell’industria in senso stretto (il 17,2% diminuzione del -25,5%), dei servizi alle imprese (+63,6%).

Un ultimo accenno alle imprese femminili: il 19,8% delle sedi di imprese attive nella provincia di Venezia, la cui presenza è più rilevante nei servizi alle persone (43,7%) e nelle attività di alloggio e ristorazione (25,0%). L’11,3% delle imprese femminili è ‘under 35’ e il 10,7% è straniera. Le imprese giovanili, l’8,3% delle sedi di impresa, hanno subito una diminuzione del -2% tendenziale. È da sottolineare la bassa diffusione di imprese giovanili in questa provincia e regione rispetto al dato nazionale (11%).
Si conferma, invece, il costante incremento delle imprese straniere, che raggiungono quota 6.425, pari al 9,5% sul totale delle sedi (+5,2% annuo). L’incidenza più alta è nei settori delle costruzioni (il 16,9% del totale di comparto), delle attività di alloggio e ristorazione (14%) e del commercio (11,9%).
Il 78,7% dei 9.273 imprenditori stranieri sono extracomunitari: la classifica per nazionalità è guidata dalla Cina (1.558 persone, il 16,8% del totale); seguono Bangladesh (792, l’8,5% del totale), Romania (743 unità, l’8%) e Albania (596, il 6,4%).

Il Venezia Indicatori si sofferma anche sui nuovi fattori di competitività che la Camera veneziana ha sostenuto anche siglando, recentemente, un protocollo d’intesa con il Comune e l’Università di Venezia per la creazione di un polo all’interno dell’acceleratore di impresa Herion per lo sviluppo di imprese culturali creative. I contratti di rete, al 1° febbraio 2015 in provincia ammontano a 65, con 139 imprese coinvolte; le Start-up innovative e gli Incubatori di Impresa sono 43 le imprese innovative registrate di queste 16 hanno iniziato l’attività nel 2014. Dei 27 Incubatori presenti nel territori nazionale 3 hanno sede nel Veneto di questi l’unico certificato in provincia di Venezia è il Parco Scientifico Tecnologico Vega.

Nonostante la crisi, reggono due assi fondamentali per la provincia di Venezia: export e turismo. Nei primi nove mesi del 2014 (dati provvisori Istat) le imprese veneziane hanno esportato beni per oltre 3 miliardi di euro, il 7,8% dell’export regionale. Dal confronto tendenziale, si rileva un aumento delle esportazioni provinciali pari a +0,8%, una crescita inferiore rispetto al dato regionale (+2,5%) e nazionale (+1,4%). Le importazioni segnano una battuta d’arresto; –16,3% (3,5 miliardi di euro) da imputarsi principalmente ad una contrazione di import del petrolio greggio, ma il saldo commerciale resta comunque passivo per 338 milioni di euro. Con quasi 570 milioni di euro esportati (il 18,2% del totale), il comparto dei prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori è stato protagonista, nei primi tre trimestri del 2014, di un ulteriore aumento del +3,5% annuo, ponendosi in testa alla classifica dei beni esportati, grazie soprattutto alla crescita delle esportazioni di calzature che, con un +2,7%, si posizionano al primo posto nella graduatoria delle merci più esportate, a riprova di come il Made in Italy di qualità rappresenti una strategia vincente per le imprese veneziane. La classifica dei partner commerciali è guidata da Germania, Francia, Stati Uniti e Austria: l’Europa si conferma la principale area di sbocco dei prodotti provinciali, assorbendo il 67,5% dell’export veneziano, e vede una diminuzione delle esportazioni del -4,5%. Significativo aumento delle esportazioni verso Asia (+2,4%), America (+32,6%) e Africa (+5,8%), a fronte di una contrazione verso l’Oceania. Va sottolineata la crescita dell’export, del +18,5%, verso gli Stati Uniti, terzo partner per valore delle esportazioni.

Bene anche il turismo. Secondo i dati provvisori aggiornati fino al mese di ottobre, la provincia lo scorso anno ha totalizzato quasi 33 milioni di presenze turistiche, stazionarie rispetto all’anno precedente (+0,5%), e 7,8 milioni di arrivi, +1,2% su base annua.

Note negative arrivano invece dai Trasporti: il porto di Venezia, nel 2014, ha segnato un -10,6% nel tonnellaggio delle merci movimentate, rispetto al 2013, dovuto alla performance negativa delle rinfuse liquide (-30,6%) da imputarsi al petrolio, e un -6,1% nel traffico passeggeri, dato dal calo generalizzato dei traghetti e da alcuni itinerari crocieristici invernali con tappa a Venezia che Costa Crociere non ha riconfermato. Infine, il sistema aeroportuale di Venezia (aeroporti di Venezia e Treviso), che nel 2014 ha visto diminuire del -3,8% tendenziale il numero di velivoli transitati, mentre i passeggeri, 10,7milioni, annotano un +1,4%.

Il Mercato del Lavoro fotografa un quadro di luci ed ombre: nel 2014 a fronte di una diminuzione degli inattivi (-6,5%) è aumentato il numero degli occupati (+2,8%), ma anche quello dei disoccupati (+10,1% ) portando il tasso di disoccupazione al 9,4%, 0,5 punti percentuali in più su base annua. Pur essendo sempre molto alto, è in netto miglioramento il tasso di disoccupazione giovanile che passa dal 27,1 del 2013 al 23,4% del 2014. Anche le imprese che hanno annunciato l’apertura della procedura di crisi sono in diminuzione: 325, contro le 367 del 2013 (-11,4%), con oltre 7.600 lavoratori interessati. Per contro, gli inserimenti in lista di mobilità per licenziamenti collettivi sono stati 2.663 il 17,3% sul totale regionale, +25,9% sul 2013. Qualche spiraglio di ottimismo s’intravvede dai dati sulla Cassa Integrazione Guadagni che nel 2014 ha evidenziato un netto decremento, del -10,7% rispetto all’anno precedente, delle ore autorizzate, che restano comunque tante, 16.297.146: un segnale positivo, anche se va considerato che sul dato pesa moltissimo i condizionamenti legati agli aspetti amministrativi della CIG in deroga.

In questo contesto, le indagini congiunturali di Unioncamere Veneto sul IV trimestre 2014 evidenziano andamenti contrastanti per i diversi settori: le imprese manifatturiere hanno registrato un andamento positivo a livello tendenziale della maggioranza degli indicatori, mentre le imprese del commercio al dettaglio accusano diminuzioni su tutti i fronti. Le previsioni degli imprenditori per il primo trimestre 2015, in linea con i dati regionali, come si diceva, non rispecchiano del tutto il generale clima di fiducia rilevato dall’Istat.

“Il sistema Venezia tiene sui settori e sulle attività fondamentali, come il turismo e l’export” commenta il Segretario Generale Roberto Crosta, “anche se la strada per la ripresa completa, pur se intrapresa, è ancora lunga”.

(D.M.)

Potrebbe interessarti