ENERGIA

La strategia energetica si fa con la democrazia partecipativa

agnese-cecchini

Il caso del Lazio che accoglie fino al 31 luglio i suggerimenti dei cittadini

A cura di Agnese Cecchini, direttore editoriale Gruppo Italia Energia

L’energia è al centro della strategia europea per la ripresa dell’economia e del comparto industriale. Il fulcro del tema è produrre a costi più bassi così da essere più competitivi rispetto i nuovi player industriali dei BRICS; quindi essere il più sostenibile possibile, impiegando meno energia nei processi e producendo meno CO2.

Su questo “must do” europeo a cascata si stanno ritarando le diverse strategie energetiche e industriali dei singoli Paesi, ma soprattutto, si stanno ridisegnando le logiche con cui strutturare le politiche industriali delle diverse realtà in campo. Ecco quindi che gli Stati, le regioni e presto anche le città metropolitane, stanno seguendo questo trend.

La Lombardia ad esempio, ha attivato già da alcuni anni un sistema di censimento degli immobili (il calore delle strutture abitative è uno degli elementi di maggiore dispersione energetica insieme ai trasporti) e di efficientamento delle attività industriali. Per questa attività è stata anche segnalata come esempio virtuoso in Europa, ma non è il solo caso nostrano. L’Italia sta promuovendo, grazie ai fondi europei, diverse iniziative legate all’efficienza energetica negli edifici e negli impianti industriali, favorendo il finanziamento di attività virtuose in grado di compromettere meno il pianeta e di produrre attività ad un costo più contenuto. Altra strategia quella adottata da diversi comuni del Bel Paese, per cui nell’approccio verso una riorganizzazione cittadina, si stanno valorizzando diverse attività di implementazione tecnologica in chiave smart (quindi con strumenti di monitoraggio e gestione bidirezionali città/utente). L’approccio per rendere la vita nelle città più “intelligente” sia verso i cittadini che nei confronti dell’ambiente.

In questa ricerca di equilibrio tra produzione industriale, qualità della vita e implementazione di processi “eco-sostenibili”, lo spazio per le soluzioni tecnologiche può essere di grande interesse ma, ancora di più, può essere rilevante avere modo di partecipare al processo di realizzazione strategico del sistema. In questo, il meccanismo della democrazia partecipativa, implementato dalla rivoluzione del 2.0, può rappresentare uno strumento in grado di valorizzare l’apporto del singolo individuo alla collettività.

La Regione Lazio sembra aver recepito la lezione: figlia di un team, quello di Zingaretti, che a suo tempo in Provincia si fece notare proprio puntando su un approccio 2.0 del suo programma e sulla implementazione delle aree hot spot nella Provincia di Roma, oggi, in Regione Lazio, rilancia l’appello alla democrazia partecipativa, invitando i cittadini, le PMI e tutti gli attori del tessuto regionale a partecipare alla stesura del Piano Energetico Regionale.

Il meccanismo è semplice. On line sul sito della Regione sono disponibili dei moduli suddivisi secondo i filoni di implementazione tipici del Piano, nel rispetto dei parametri di Kyoto condivisi a livello europeo:

  • uso delle fonti rinnovabili; 
  • riduzione delle emissioni inquinanti; 
  • efficienza energetica per imprese più competitive; 
  • mobilità, infrastrutture e città verdi; 
  • zero sprechi di energia per case e uffici; 
  • consumare meglio, consumare meno.

Ad ognuna di queste aree di analisi fa seguito un form veloce in cui tutti i cittadini, lasciando un riferimento, possono fare seguito con una loro idea. Il tutto entro il 31 luglio di quest’anno.

Il successo di partecipazione ad una iniziativa simile, in una Regione come il Lazio, potrebbe aprire un modo nuovo di pensare l’approccio energetico nel Paese. Ci auguriamo che le idee siano tante e soprattutto che la Regione sappia dare loro il giusto valore e la giusta visibilità. Sul piano giornalistico, ci piacerebbe anche capire da questi feedback lasciati nella casella di ascolto del Lazio, cosa e quali siano gli strumenti valutati come i più sostenibili e perseguibili proprio dai singoli cittadini, così da poter chiarire come stia arrivando il messaggio dell’efficienza energetica agli abitanti europei.

Potrebbe interessarti