Fisco e norme

Lazio: nuovo regolamento per le strutture extralberghiere

Foto di Calcata

Cambiano le regole per chi svolge attività recettiva nel Lazio: i B&B diventano imprese e nascono le Country House, gli Hostel e i Rifugi Escursionistici. Vengono facilitate le possibilità di apertura di nuove strutture. Arriva l’albergo diffuso

di Daniela Molina, giornalista

La Giunta regionale del Lazio il 4 agosto 2015 ha dato il via libera al nuovo Regolamento per le strutture extralberghiere, già approvato a fine luglio dalla Commissione Cultura e turismo del Consiglio regionale del Lazio.
Il Regolamento semplifica le norme per renderle più facilmente comprensibili ed applicabili ed ha lo scopo di migliorare la qualità dell’offerta turistica del Lazio e contrastare l’abusivismo.
Uno stimolo particolare è stato anche quello rappresentato dal Giubileo della Misericordia, in vista del quale si è deciso di offrire maggiori garanzie di sicurezza ai pellegrini.

Le nuove regole erano attese da almeno 4 anni, visto che il Lazio è la prima regione italiana per numero di presenze di turisti stranieri: i dati Unioncamere 2014 e Banca d’Italia mostrano un totale di 48,6 milioni di turisti nella regione, di cui 34,6 milioni stranieri i quali spendono oltre 6 miliardi di euro nel Lazio. Il turismo è dunque un settore economico importante, che rappresenta l’11% dell’intero PIL laziale e impiega l’8,5% della forza lavoro della regione.

Secondo le rilevazioni di Unioncamere, il Lazio offre ai turisti 300.000 posti letto e – confrontando questo dato con le rilevazioni delle presenze attese per il Giubileo – questi potrebbero non bastare. Anche per questo si è pensato di sviluppare le possibilità di accoglienza di pellegrini e turisti con le novità introdotte dalla legge. Così vengono inserite nell’elenco delle strutture ricettive alcune nuove tipologie, come quelle delle “Country House o Residenze di campagna”, degli “Hostel” e dei Rifugi Escursionistici. Inoltre, i Bed & Breakfast avranno la possibilità di trasformarsi in “impresa”, cosa che consentirebbe loro di aggiungere una camera con ulteriori due posti letto.

Anche i privati potranno aprire degli Hostel, che si affiancheranno agli ostelli della gioventù. I rifugi escursionistici verranno valorizzati: si dovranno trovare in parchi e riserve naturali e lungo gli itinerari della Fede (ad esempio il Cammino di San Benedetto, la Via Francigena, ecc.) e dovranno essere utilizzati per attività all’aria aperta fuori dai centri abitati e a stretto contatto con la natura.

Dalla Guest House all’albergo diffuso

Per rendere le strutture ricettive più note e riconoscibili per i turisti stranieri, gli “affittacamere” potranno chiamarsi anche “Guest House”.
Viene poi introdotta la nozione di “albergo diffuso”: una nuova tipologia di struttura recettiva “rivolta ai turisti attratti dal turismo sostenibile e interessati a soggiornare in centri e nuclei storici, centri minori e borghi, di dimensioni contenute e con propria identità, situati in contesti paesaggistici e ambientali, eventualmente in aree protette o in prossimità di itinerari culturali, religiosi, naturalistici, enogastronomici e per la valorizzazione dell’artigianato tipico e delle tradizioni locali”.
Gli Alberghi diffusi possono fornire alloggio in camere o appartamenti arredati che possono trovarsi anche in edifici separati ma che si trovino a una distanza non superiore a 300 metri dall’edificio principale con i servizi comuni.

Aprire una nuova struttura ricettiva

Per facilitare l’avvio di nuove attività ricettive, vengono anche inseriti nel Regolamento alcuni elementi di semplificazione amministrativa: ora per aprire una nuova struttura ricettiva basterà presentare al Comune la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) Unica. Le imprese (fra cui d’ora in poi anche i B&B) dovranno attuare una procedura unica al Comune, invece delle due procedure che si avviavano in passato. In pratica la SCIA Unica raccoglie in un unico procedimento la segnalazione dell’avvio dell’attività e l’autocertificazione della tipologia ricettiva, della classificazione e della denominazione della nuova struttura.

Contrasto all’abusivismo

Si parte dall’obbligo per tutte le strutture extralberghiere (non alberghi/Hotel) di inviare telematicamente i propri dati sui movimenti ricettivi attraverso il sistema informativo regionale RaDaR, che la Regione mette a disposizione gratuitamente. Già esiste anche la banca dati dei Comuni sulle Licenze di Esercizio rilasciate e quindi il totale delle strutture presenti in regione è noto; ora però è stato realizzato un software che confronterà tutte le strutture alberghiere del Lazio pubblicizzate sul web con quelle presenti nelle banche dati online di quelle regolarmente autorizzate all’esercizio. Se ci saranno discordanze, verranno immediatamente segnalate le strutture abusive alle autorità competenti che avvieranno le procedure di controllo e sanzione.
Tra l’altro anche i privati che attiveranno dei servizi di ospitalità dovranno segnalarlo dichiarandolo online. Perché? Questo è strettamente collegato con l’altro paradigma del Regolamento: la sicurezza. Soprattutto nel periodo del Giubileo infatti si corre il rischio di avere decine di migliaia di turisti che di fatto alloggiano in case private senza che le istituzioni ne conoscano le generalità. Con il nuovo regolamento la Regione Lazio ha invece introdotto l’obbligo di dichiarare – compilando un modulo online – di ospitare in casa clienti tramite la contrattazione fra privati su internet. Se non lo si facesse, si riterrebbero gli “affittuari” anonimi persone potenzialmente pericolose perché presenti sul territorio in condizione di semi-clandestinità. E chi non dichiara la loro presenza potrebbe essere considerato un potenziale complice di eventuali reati.

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