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Ricollocazione donne Lazio, domande chiuse

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Ricollocazione donne del Lazio: la scadenza per partecipare al bando dedicato al progetto rivolto a donne con almeno un figlio di massimo 6 anni, ideato dalla Regione Lazio, era stabilita ufficialmente per il 20 dicembre. Le risorse però sono finite a pochi giorni dall’apertura delle domande, dunque non è più possibile candidarsi

I 900mila euro stanziati per questo tipo di bando sono dunque sostanzialmente già stati assegnati: la Regione Lazio ha infatti comunicato che il numero di domande accettabili per la ricollocazione di donne disoccupate con almeno un figlio minore, stabilite in 500, è già stato raggiunto.

Vediamo meglio in cosa consiste la “ricollocazione”. Si tratta di una forma di sostegno al lavoro femminile rivolta alle donne in cerca di un impiego, disoccupate, con almeno un figlio di età inferiore ai 6 anni compiuti, residenti nel Lazio. Le donne che partecipano al progetto vengono prese in carico dai Centri per l’Impiego e dalle agenzie accreditate dalla Regione per l’avviamento al lavoro per seguire percorsi di orientamenti mirati a capire quali forma di inserimento o reinserimento lavorativo sia meglio effettuare. Sono previsti percorsi di formazione professionale, l’inserimento in ruoli lavorativi disponibili sul territorio e il supporto all’avvio di una impresa individuale.

Oltre al supporto a lungo termine sull’orientamento professionale e l’inserimento nel mercato del lavoro, il progetto di ricollocazione prevede un’agevolazione anche nell’immediato. Alle donne che sono rientrate nel progetto, infatti, spetterà un bonus per la conciliazione di tempi di vita e lavoro di massimo 1.170 euro da impiegare per l’acquisto di servizi per l’infanzia come asili, ludoteche, babysitting.

Supporto alla genitorialità e all’affermazione professionale allo stesso tempo, dunque, per un progetto che sembra essere piaciuto molto alle donne del Lazio: il numero massimo di domande per assegnare i 900mila euro stanziati è stato raggiunto in soli 10 giorni lavorativi. Non resta che osservare l’andamento del progetto, valutarne i risultati e attendere la pubblicazione di un secondo bando di “ricollocazione” donne.

 

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