Pari opportunità Società

Pari opportunità, più donne in politica grazie ai social

Secondo il rapporto ‘Social media: advancing women in politics?’ Facebook e Twitter annullano le differenze di genere

I social network rappresentano un valido alleato nella lotta per la parità di genere. È quanto emerge dal rapporto ‘Social media: advancing women in politics?’ – elaborato dalla Fondazione Women in Parliaments Global Forum (WIP) in collaborazione con l’Università di Harvard e il supporto di Facebook – che ha coinvolto 900 parlamentari di 107 Paesi, di cui 25 in Europa.

Da Facebook a Twitter, i social network hanno un costo d’entrata molto basso e di fatto annullano le distanze tra uomini e donne. Un pregio ancora più visibile in campo politico, dove abbattono ‘le barriere’ permettendo a tutti la stessa visibilità. Non è un caso se l’85 per cento delle parlamentari nel mondo utilizzi stabilmente i social, soprattutto in campagna elettorale.

Lo studio condotto da WIP ha confermato Facebook come social più diffuso al mondo con i suoi 1,65 miliardi di utenti nel 2016. Di questi, 28 milioni sono attivi in Italia: un dato impressionante se si pensa che gli utenti che navigano in Internet nel nostro Paese sono circa 29 milioni.

“I social media, come un tempo è avvenuto con la televisione, hanno cambiato la comunicazione politica e non solo. Lo studio dimostra che questi strumenti oltre a fidelizzare gli elettori rappresentano per le donne che vogliono fare politica una chance in più – ha spiegato la vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, in qualità di ambassador per l’Italia e membro dell’Executive board del WIP – in quanto se ben utilizzati possono dare loro la stessa visibilità degli uomini, anche se poi i meccanismi di selezione della classe dirigente, almeno nei partiti tradizionali, difficilmente passano dal web e seguono criteri di parità di genere”.

Lo studio sottolinea come solamente il 32 per cento di coloro che hanno risposto al questionario pensi che la comunicazione con i giornalisti sia importante prima del voto, percentuale che poi aumenta al 43 per cento dopo il voto stesso. Questo dato spiega come i social media abbiano reso più diretta la comunicazione con gli elettori, sostituendo i mass media tradizionali. Infatti più del 60 per cento degli intervistati pensa che i social siano più adatti a creare un’immagine positiva, a coinvolgere il pubblico, ad analizzare il pensiero degli elettori o a criticare gli avversari politici.

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