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Riforma del settore bancario dell’UE: banche forti per sostenere la crescita e ripristinare la fiducia

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Riforma del settore bancario: la Commissione presenta un pacchetto globale di riforme per rafforzare ulteriormente la resilienza delle banche dell’UE

Riforma bancaria: la proposta europea si basa sulle attuali norme bancarie dell’UE e mira a completare il programma di regolamentazione post crisi facendo in modo che il quadro normativo sia in grado di far fronte alle sfide che ancora sussistono per la stabilità finanziaria e assicurando nel contempo che le banche possano continuare a sostenere l’economia reale.
Le banche hanno un ruolo fondamentale nel finanziamento dell’economia e nella promozione di crescita e occupazione e costituiscono una fonte di finanziamento essenziale per le famiglie e le imprese. A seguito della crisi finanziaria l’UE ha perseguito un’ambiziosa riforma del sistema di regolamentazione del settore finanziario per ripristinare la stabilità finanziaria e la fiducia del mercato.

Le proposte odierne mirano a completare il programma di riforma tramite l’attuazione di alcuni elementi in sospeso che sono essenziali per rafforzare ulteriormente la capacità delle banche di resistere ad eventuali shock. Le proposte inoltre perfezionano alcuni aspetti del nuovo quadro normativo, ove necessario, per renderlo più favorevole alla crescita e adeguato alla complessità, alle dimensioni e al profilo commerciale delle banche. Sono altresì incluse misure a sostegno delle PMI e degli investimenti in infrastrutture.

Il Vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l’unione dei mercati dei capitali ha dichiarato: “L’Europa ha bisogno di un settore bancario forte e diversificato per finanziare l’economia. Abbiamo bisogno dei prestiti bancari perché le imprese possano investire, continuare a essere competitive e vendere in mercati più vasti e perché le famiglie possano pianificare il loro futuro. Oggi abbiamo presentato nuove proposte di riduzione dei rischi che si basano sulle norme concordate a livello mondiale e che al tempo stesso tengono conto delle specificità del settore bancario europeo.”
Le misure proposte oggi costituiscono inoltre parte integrante dei lavori che la Commissione sta conducendo per ridurre i rischi nel settore bancario, come indicato nella comunicazione “Verso il completamento dell’Unione bancaria” (novembre 2015). Sono inoltre in linea con le conclusioni del Consiglio ECOFIN di giugno, in cui la Commissione è stata invitata a presentare le opportune proposte entro la fine del 2016.

Le proposte modificano i seguenti atti legislativi: 

  • il regolamento sui requisiti patrimoniali (CRR) e la direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD), adottati nel 2013, che stabiliscono i requisiti prudenziali per gli enti creditizi (ossia le banche) e le imprese d’investimento e le disposizioni in materia di governance e vigilanza;
  • la direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche (BRRD) e il regolamento concernente il meccanismo di risoluzione unico (SRM), adottati nel 2014, che fissano le norme in materia di risanamento e risoluzione degli enti in dissesto e stabiliscono il meccanismo di risoluzione unico.

Le misure odierne attuano le norme internazionali nel diritto dell’UE, tenendo al tempo stesso conto delle specificità europee ed evitando un indebito impatto sul finanziamento dell’economia reale. Inoltre esse tengono conto dei risultati dell’invito a presentare contributi.
Dettagli delle proposte

Le proposte prevedono i seguenti elementi principali.
1. Misure volte ad aumentare la resilienza delle istituzioni dell’UE e a rafforzare la stabilità finanziaria
Le proposte contengono i restanti elementi del quadro regolamentare recentemente concordati in seno al comitato di Basilea per la vigilanza bancaria e al Consiglio per la stabilità finanziaria (FSB) e comprendono:

  • requisiti patrimoniali più sensibili al rischio, in particolare nel settore del rischio di mercato, del rischio di controparte e per le esposizioni verso le controparti centrali (CCP);
  • l’attuazione di metodologie in grado di rispecchiare più accuratamente i rischi reali a cui sono esposte le banche;
  • un coefficiente vincolante di leva finanziaria per impedire agli enti il ricorso a una leva finanziaria eccessiva;
  • un coefficiente netto vincolante di finanziamento stabile (NSFR) al fine di affrontare il problema del ricorso eccessivo al finanziamento all’ingrosso a breve termine e di ridurre il rischio del finanziamento a lungo termine: un obbligo per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale di detenere livelli minimi di capitale e altri strumenti che assorbono le perdite in fase di risoluzione.

Questo requisito, noto come “capacità totale di assorbimento delle perdite” (TLAC), sarà integrato nell’attuale sistema MREL (requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili) che si applica a tutte le banche e rafforzerà la capacità dell’UE di far fronte alla risoluzione di enti a rilevanza sistemica a livello globale in dissesto tutelando, al contempo, la stabilità finanziaria e riducendo al minimo i rischi per i contribuenti. Si propone una classifica nazionale armonizzata di insolvenza degli strumenti di debito non garantiti per agevolare l’emissione da parte delle banche degli strumenti di debito per l’assorbimento delle perdite.

2. Misure volte a migliorare la capacità di prestito delle banche per sostenere l’economia dell’UE
In particolare, sono proposte misure specifiche per:

  • rafforzare la capacità delle banche di erogare prestiti alle PMI e di finanziare progetti infrastrutturali;
  • per le banche di piccole dimensioni e non complesse, ridurre gli oneri amministrativi connessi ad alcune norme in materia di retribuzione (in particolare in materia di dilazione e pagamento in strumenti quali azioni), che nel loro caso risultano sproporzionati;
  • rendere la normativa CRD/CRR più proporzionata e meno onerosa per gli enti più piccoli e meno complessi in cui alcuni degli attuali obblighi di informativa, di segnalazione e legati a portafogli di negoziazione complessi sembrano non essere giustificati da considerazioni prudenziali. L’invito a presentare contributi e l’analisi condotta dalla Commissione hanno mostrato che l’attuale quadro può essere applicato in modo più proporzionato, prendendo in considerazione le situazioni specifiche.

3. Misure volte a facilitare ulteriormente il ruolo delle banche nel conseguimento di mercati dei capitali dell’UE più spessi e liquidi per sostenere la creazione di un’Unione dei mercati dei capitali
Sono previsti adeguamenti specifici delle misure proposte al fine di:

  • evitare requisiti patrimoniali sproporzionati per le posizioni del portafoglio di negoziazione, anche relativamente alle attività di supporto agli scambi (market making);
    ridurre i costi di emissione/derivanti dalla detenzione di determinati strumenti (obbligazioni garantite, strumenti di cartolarizzazione di alta qualità, strumenti di debito sovrano, derivati a fini di copertura);
  • evitare i potenziali disincentivi per gli enti che agiscono come intermediari per i clienti in relazione alle negoziazioni compensate dalle CCP.

Queste proposte legislative saranno ora trasmesse al Parlamento europeo e al Consiglio perché siano esaminate e adottate.

Contesto
Nella comunicazione del 24 novembre 2015 [1], la Commissione europea si è impegnata a presentare proposte legislative basate su accordi internazionali al fine di affrontare le carenze individuate nell’attuale quadro prudenziale. L’impegno specifico faceva parte del pacchetto di misure di riduzione del rischio volte a realizzare ulteriori progressi verso il completamento dell’Unione bancaria.

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