Ambiente Imprenditoria

Danni da maltempo: Life Derris, un progetto europeo di prevenzione

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Life Derris, un progetto europeo per prevenire i rischi e ridurre l’impatto sul business aziendale dei danni da maltempo

Sono sette i principali pericoli climatici da cui possono essere colpite le imprese: alluvioni, fulmini, pioggia, grandine, frane, vento e variazione delle temperature (che mette a rischio sia le apparecchiature sia la salute dei lavoratori, come abbiamo visto in un nostro precedente articolo).
Le aziende esposte al solo rischio alluvione sono in Italia 1.642.165 e dati recenti ci dicono che il 90% delle PMI che a seguito di un evento climatico dannoso rimangono inattive per una settimana fallisce entro un anno.

I rischi di danni ingenti connessi ad eventi climatici straordinari nel nostro Paese, come ci sta purtroppo mostrando la realtà di queste settimane, sono sempre più alti ma purtroppo è ancora scarsa, da parte delle imprese italiane, la consapevolezza della propria vulnerabilità di fronte a simili eventi che possono verificarsi in qualsiasi momento. Le aziende però possono non solo tentare di correre ai ripari ma prevenire sia fornendo un contributo all’inversione di rotta per quanto concerne i cambiamenti climatici, sia mettendo in atto specifiche azioni di adattamento.
Ed è in questo ambito che il Coordinamento Agende 21 locali italiane (l’associazione delle Regioni e degli Enti locali), in collaborazione con l’ANCI (Associazione nazionale comuni italiani), la Città di Torino, Unipol Gruppo, Cineas (Consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni) e Unipolsai hanno aderito al progetto Life Derris, co-finanziato dal Programma LIFE della Commissione europea, con l’obiettivo di sviluppare uno strumento semplice ed immediato che dia alle PMI la possibilità di capire a quali rischi sono esposte in caso di eventi meteo-climatici estremi, e quali potrebbero essere le soluzioni da applicare nella propria azienda per prevenire i danni.

Il progetto Life Derris è stato già sperimentato da 30 aziende della città di Torino e a seguire ha coinvolto altre 11 città, 46 Enti pubblici e 98 aziende. Sopralluoghi in azienda, corsi di formazione, eventi pubblici per offrire alle PMI modalità di intervento efficaci e gli strumenti necessari per prevenire e ridurre i rischi di eventi climatici estremi. Si tratta del primo progetto europeo in cui pubblica amministrazione, imprese e settore assicurativo sono attive in sinergia su questi temi.

«I Comuni che hanno aderito a Derris, firmando un protocollo d’intesa, si sono impegnati a lavorare insieme alle aziende per ridurre i rischi, minimizzare le conseguenze dei fenomeni e aumentare la sicurezza della città e dei propri cittadini» ha spiegato Adriana Nepote, presidente del Coordinamento A21 locali. «Per gli enti locali è fondamentale e strategico costruire su questo un’alleanza con le imprese, anzitutto a livello culturale e poi naturalmente anche operativo: solo così le loro politiche e le loro azioni potranno avere impatto efficace sui territori e creare comunità “resilienti”, ossia capaci di adattarsi e di rispondere ai cambiamenti climatici».

Attualmente si sta costruendo una “community”, ovvero una rete di Comuni impegnati insieme a creare una nuova cultura di gestione del rischio e a valutare l’effettiva replicabilità del “modello Derris” sui propri rispettivi territori, dopo la sperimentazione avvenuta nella città di Torino. Dieci gli enti locali italiani coinvolti (i Comuni di Genova, Padova, Bologna, Rovereto, Udine, Varese, Molfetta, Alghero, Pescara e l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa) selezionati – tra le candidature seguite alla call “Il Comune che protegge” – considerando il livello del rischio e delle vulnerabilità della area geografica di appartenenza, il livello di “maturità” delle policy e della pianificazione della PA in tema di contrasto al climate change, nonché la presenza di distretti industriali e PMI.

A disposizione delle aziende intanto ci sono già online tutti gli strumenti elaborati dal progetto e in particolare l’utilizzo di piattaforme tecnologiche, come il Cram tool, strumento semplice e immediato che consente alle aziende un’autovalutazione della vulnerabilità (i pericoli ai quali l’azienda è esposta) e la creazione di un vero e proprio piano di azione aziendale per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. A tal proposito ricordiamo che solo tra il 2013 e il 2015 sono stati stimati 8 miliardi di euro di danni per eventi metereologici eccezionali. L’88% dei Comuni italiani è infatti in aree considerate ad elevato rischio idrogeologico, con quasi 7 milioni di persone che abitano o lavorano in queste zone. E ancora, dal 2010 ad oggi sono 126 i Comuni italiani dove si sono registrati impatti rilevanti con 242 fenomeni meteorologici, alcuni dei quali hanno provocato 55 giorni di blackout elettrici complessivi, con pesanti conseguenze anche per le aziende che hanno dovuto rallentare o interrompere le attività.

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