Sono le donne ad essere più colpite dall’emicrania ma, a causa del reddito inferiore, spendono meno degli uomini per curarsi. Eppure questa condizione incide sulla loro vita lavorativa e sociale più pesantemente rispetto a quella degli uomini
Due persone affette da emicrania su tre sono donne ma la differenza di reddito rende loro difficile potersi curare. Lo evidenzia uno studio del CERGAS (Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) dell’Università Bocconi di Milano.
Sono 4 milioni le donne che soffrono di emicrania contro i 2 milioni di uomini che accusano questo particolare mal di testa. A causa di questo fastidioso malessere le donne sono costrette a perdere più giorni di lavoro (quasi 17 giorni l’anno) degli uomini (circa 14 giorni l’anno) nonché giornate di vita sociale (26,4 giornate perse contro le 20 degli uomini). È evidente dunque che i conti non tornino e due sono le possibilità: o gli uomini si lamentano più delle donne e resistono meno al dolore o le donne sono più “povere” ma resistenti degli uomini. Ed entrambe hanno un velo di verità, secondo le evidenze empiriche.
Il CERGAS, istituito nel 1978 per sviluppare studi e ricerche sul sistema sanitario, ha delineato un quadro in cui si dimostra che le donne si presentano al lavoro in condizioni di malessere ben 51,6 giorni l’anno mentre gli uomini (che ne soffrono meno) lo fanno solo per 35,6 giorni l’anno. Non solo: a causa del reddito inferiore delle donne (come viene denunciato da anni si parla di reddito inferiore a parità di titoli di studio e di ruoli) spendono solo 1.132 euro l’anno per curarsi contro i 1.824 euro l’anno che spende la metà degli uomini.
Lo studio Gema (gender & migraine – genere ed emicrania) effettuato dal Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale è stato presentato il 31 ottobre 2018 nel corso di un convegno a Roma. Ha coinvolto – indagando sui costi diretti sanitari, non sanitari e le perdite di produttività associate all’emicrania – un campione di 607 pazienti adulti con almeno 4 giorni di emicrania al mese. La rilevazione è stata effettuata nel mese di giugno 2018.
«Le donne sembrano essere vittime dei numerosi e fondamentali ruoli che ricoprono a livello sociale. Soffrono di emicrania più degli uomini, ma non possono concedersi il privilegio di assentarsi dal posto di lavoro o accantonare le tradizionali mansioni domestiche» ha spiegato in tale occasione Rosanna Tarricone, responsabile scientifico del progetto. «Per di più, avendo un reddito mediamente inferiore a quello degli uomini, le donne rinunciano a effettuare visite ed esami, acquistare farmaci non dispensati dal Sistema sanitario nazionale, sottoporsi a trattamenti non medici e ricevere assistenza formale».
I costi sostenuti dai pazienti con emicrania
Dai dati registrati, il Cergas ha stimato un costo annuale per paziente con emicrania pari a € 4.352, di cui:
€ 1.100 (il 25%) per prestazioni sanitarie,
€ 1.524 (il 36%) per perdite di produttività,
€ 236 (il 5%) per assistenza formale
€ 1.492 (il 34%) per assistenza informale.
I costi a carico dei pazienti per farmaci o trattamenti non coperti dal Servizio Sanitario Nazionale sono stati quantificati in € 464 all’anno.
«A partire dalle evidenze emerse sul costo della patologia e sul differente impatto che l’emicrania produce sulle donne» ha concluso Tarricone, «lo studio si propone di supportare lo sviluppo di politiche sanitarie e socio-sanitarie differenziate rispetto al genere, con l’obiettivo cioè di colmare il gap esistente in una logica di equità redistributiva».