Il Dipartimento delle finanze (del MEF – Ministero dell’economia e delle finanze) ha pubblicato i dati relativi al 2018 sui lavori autonomi e professionali con partita Iva e sulle imprese
I dati relativi al 2018 dell’Osservatorio partite Iva del Dipartimento delle finanze del MEF mostrano una leggera flessione (-0,5%) rispetto all’anno precedente (2017) per quanto concerne le nuove partite Iva: nel corso del 2018 ne sono state aperte circa 512.800, la maggior parte delle quali (il 70,2%) da persone fisiche. Le restanti partite Iva sono state aperte per il 24% da società di capitali e solo per il 4,4% da società di persone.
Rispetto al 2017 tutte le principali forme giuridiche mostrano una flessione di avviamenti: minima per le società di capitali e le persone fisiche, più decisa per le società di persone (-9,4%). Si nota, inoltre, un deciso incremento di partite Iva avviate da soggetti non residenti (+75,2%), concentrate in particolare nell’attività di commercio elettronico.
La ripartizione territoriale delle nuove partite Iva
Circa il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,1% al Centro e il 34,6% al Sud e Isole. Rispetto all’anno precedente i maggiori incrementi si sono registrati in Lombardia (+2,1%), in provincia di Bolzano (+2%) e in Calabria (+1,8%). Le flessioni più significative riguardano, invece, la Basilicata (-6,8%), l’Umbria (-6,7%) e le Marche (-6,6%).
I settori produttivi in cui si sono aperte nuove Partite Iva
È il settore del Commercio ad attrarre maggiormente: qui si è registrato il maggior numero di aperture di partite Iva (il 20,6% del totale), seguito dalle attività professionali (15,4%) e dall’agricoltura (10,8%).
Rispetto al 2017 fra i settori principali si osservano apprezzabili aumenti di aperture per quello dell’istruzione (+9,8%), per i servizi di informazione (+4,4%) e per le attività professionali (+4,3%).
Le flessioni più significative si rilevano invece nel settore dell’alloggio e ristorazione (-6%), nei trasporti (-5%) e nelle attività manifatturiere (-2,9%).
La ripartizione in base al genere
Per quanto riguarda le persone fisiche, sono ancora gli uomini ad avviarsi alla professionalità, come nell’anno precedente, con il 61,6% di aperture.
Il 46,8% delle nuove partite Iva è stato avviato da giovani under 35 e il 32,6% da soggetti tra i 36 e i 50 anni di età. Il confronto con l’anno 2017 mostra un calo di avviamenti solo per la classe 36-50 anni (-2,6%), mentre l’aumento maggiore riguarda la classe più anziana (+3,6%).
La distribuzione delle nuove aperture di partite IVA sulla base del Paese di nascita evidenzia che circa il 17% degli avvianti è nato all’estero.
Il regime preferito
Nell’anno 2018, i soggetti che hanno aderito al regime forfetario (anziché al regime fiscale ordinario) sono stati 195.559, con un aumento del 6% in confronto al 2017; tali adesioni rappresentano il 38,1% del totale delle nuove aperture di partita Iva.
Focus sul 4° trimestre 2018
L’Osservatorio sulle partite IVA sintetizza così l’andamento del singolo quarto trimestre 2018:
Nel quarto trimestre del 2018 sono state aperte 103.720 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente si registra una leggera flessione (-0,4%).
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 63,7% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 29,4% da società di capitali, il 5,2% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente circa l’1,8% del totale delle nuove aperture. Rispetto al quarto trimestre del 2017, il calo ha coinvolto tutte le principali figure giuridiche: le persone fisiche (-0,2%), le società di capitali (-2,2%), e le società di persone (4,4%); da segnalare il considerevole aumento di aperture da parte di soggetti non residenti, concentrate in particolare nell’attività di commercio elettronico.
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 43,3% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,3% al Centro e il 34,4% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Sardegna e Calabria (+16%) e in Valle d’Aosta (+6,6%); le diminuzioni più sensibili in Umbria (-15,7%), nelle Marche (-14,2%) e in Abruzzo (-10,7%).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio, come di consueto, registra il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 23,2% del totale, seguito dalle attività professionali (11,7%) e dall’agricoltura (11,3%). Rispetto al quarto trimestre del 2017, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nella sanità (+9,3%), nelle attività finanziarie (+4,7%) e in quelle immobiliari ed artistiche (entrambe +3,3%). Le flessioni più significative, invece, riguardano le attività manifatturiere (-6,2%), i servizi alle imprese (-3%) e l’alloggio e ristorazione (-2,9%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, con le aperture operate da maschi che rappresentano circa al 63% del totale. Il 45,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 33,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo del 2017, l’incremento maggiore si rileva nella classe più giovane (+4,5%), mentre nelle altre fasce di età si assiste ad una riduzione, in particolare per la classe di età più anziana (-8,8%). Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 20,6% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero. Nel periodo in esame 32.919 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 31,7% del totale delle nuove aperture, con un aumento dell’11,5% di adesioni rispetto allo stesso periodo dell’anno 2017.