La ricostruzione economica post Covid dovrà basarsi sul Patto sociale tra Stato e Impresa. L’Osservatorio e le proposte del think thank Competere.eu
La ricostruzione economica post Covid rappresenta il punto focale della ormai nota fase 2 dell’emergenza sanitaria ed è il tema affrontato durante un confronto con Carlo Robiglio, presidente di Piccola Industria nonché vicepresidente di Confindustria, Pietro Paganini e Roberto Race, rispettivamente presidente e segretario generale di Competere.eu e il coordinatore dell’Osservatorio sulla ricostruzione economica post Covid-19, Giuseppe Arleo.
La ricostruzione economica post Covid? Non può prescindere dal coinvolgimento delle imprese
Un grande disagio come la pandemia da coronavirus può trasformarsi in una opportunità solo con meno burocrazia e una determinata digital transformation.
“La sfida della Ricostruzione. Idee e proposte per la fase 2”. Questo il tema affrontato in diretta social da Competere.EU in occasione della presentazione dell’Osservatorio sulla Ricostruzione economica Post Covid-19 e delle proposte programmatiche del think tank sulle politiche da mettere in campo per il rilancio del sistema economico. Tra gli interventi, quello del Presidente di Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria Carlo Robiglio si è rivelato chiaro e illuminante. Il confronto è stato coordinato da remoto da Pietro Paganini, Presidente Competere Eu, insieme con Roberto Race, Segretario Generale Competere.eu e il coordinatore dell’Osservatorio Giuseppe Arleo.
Le proposte del think thank per la ricostruzione economica post Covid
“È fondamentale” dichiarano Paganini e Race “avviare subito il cantiere per la ricostruzione Post Covid-19 e per il rilancio economico del Paese”.
L’unica certezza di questa tremenda vicenda del coronavirus, è che nessuno si aspettava uno tsunami sanitario ed economico di questa portata. Un piccolo virus ma di caratura mortale ha improvvisamente rivoluzionato la vita e il portafogli di tutti, indistintamente dal reddito, dalla professione o dallo status sociale.
Il punto di vista dell’Osservatorio
“Per affrontare l’attuale momento storico” spiega Giuseppe Arleo “bisogna avere un approccio dinamico e proteso al cambiamento, a partire dalle modalità di lavoro e dall’approccio tecnologico di imprese, professionisti ed Enti Pubblici. La crisi, che è di economia reale e non finanziaria, determina profonde difficoltà nella domanda come nell’offerta dei prodotti. Al riguardo sarà fondamentale superare il vincolo deficit/pil, ma anche veicolare soldi e risorse liquide per sostenere la domanda e i redditi delle persone”.
Secondo Arleo è importante “avere un piano credibile di rientro dei fondi, che sono nuovi debiti per il nostro sistema”.
Fiducia nei confronti delle imprese
Tra le proposte avanzate dal coordinatore dell’Osservatorio, vi è grande attenzione alla fiscalità e alla fiducia verso il fare impresa. “In questa fase storica, occorre erogare in via anticipata il 100% del contributo, sia esso a fondo perduto o a tasso zero, a coloro che presentino progetti valutati come credibili, fattibili e coerenti, al fine di realizzare l’investimento in tempi rapidissimi. Salvo poi a effettuare controlli netti e rigidi sugli investimenti, confermando i premi erogati o, in alternativa, revocando con l’aggiunta di azioni legali rigorose per coloro che abbiano violato la legge. Solo un meccanismo coraggioso di erogazione fondi abbinato ad un controllo rigido, veloce, e costante nel tempo, può aiutare il sistema impresa a ripartire”.
L’intervento di Carlo Robiglio
Una vera e propria lezione di economia, chiara e propositiva, è stata quella offerta da Carlo Robiglio, Presidente di Piccola Industria e Vice Presidente di Confindustria.
“Ci stiamo avvicinando alla tempesta perfetta” ha affermato Robiglio. “Migliaia di imprenditori sono disperati perché la famigerata liquidità stenta ad arrivare. Non si chiedono soldi per resistere ma per ripartire. Questi soldi costano e non sono immediati. La restituzione del debito in sei anni non è un sostegno all’imprenditore.”
La proposta di Confindustria inascoltata dal Governo
La proposta inascoltata dal Governo e avanzata da Confindustria prevedeva liquidità immediata a fondo perduto, restituibile in 15 o in 30 anni.
Si parla di un Pil previsto a fine giugno del –10%, se le aziende riprenderanno le loro attività a fine aprile. Ogni settimana in più di lockdown costa perdite di Pil pari allo 0,75%.
Lo Stato non può esimersi dal coinvolgere le imprese italiane nella ricostruzione economica post Covid
“L’unica certezza” dichiara Robiglio “è la capacità di un imprenditore di essere resiliente, di poter contare su sé stesso. Una seria e risolutiva ricostruzione deve basarsi sul Patto Sociale: l’incontro delle reciproche responsabilità economiche e sociali tra Stato e Impresa”.
Lo Stato – secondo il vice presidente di Confindustria – deve impegnarsi a sostenere le imprese nel crescere e svilupparsi. Le imprese, da parte loro, dovranno garantire responsabilità sociale: guardare solo al profitto non basta più, è importante pensare anche alle persone. Come? Con la formazione continua per le competenze e la cultura d’impresa, con la sostenibilità sociale, economica e ambientale e con la Digital Transformation, per essere sempre più competitivi e per sopravvivere anche nell’era post Covid.