Diritti Lavoro

Professionisti esclusi dai contributi del Decreto Rilancio

Sono tanti i professionisti esclusi dai contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Rilancio che chiedono pari dignità per tutte le Partite Iva

I professionisti esclusi dai contributi a fondo perduto sono quelli iscritti ad Ordini e Collegi professionali e, nel denunciare la discriminazione, chiedono al Governo pari dignità rispetto agli altri titolari di partita Iva che invece sono stati coinvolti dal Decreto Rilancio.

Elenco dei professionisti esclusi dai contributi
I professionisti esclusi dai contributi a fondo perduto del Decreto Rilancio appartengono ai seguenti Ordini e Collegi professionali, i cui Consigli nazionali hanno espresso il proprio disappunto:

  • Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro
  • Consiglio Nazionale Ingegneri
  • Consiglio Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali
  • Collegio Nazionale Agrotecnici ed Agrotecnici Laureati
  • Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori
  • Consiglio Nazionale Assistenti Sociali
  • Consiglio Nazionale Attuari
  • Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
  • Consiglio Nazionale Forense
  • Consiglio Nazionale Geologi
  • Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
  • Consiglio Nazionale Giornalisti
  • Consiglio Nazionale del Notariato
  • Consiglio Nazionale Periti Agrari e Periti Agrari Laureati
  • Consiglio Nazionale Periti Industriali e Periti Industriali Laureati
  • Consiglio Nazionale Psicologi
  • Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali
  • Consiglio Nazionale Tecnologi Alimentari
  • Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici
  • Federazione Nazionale degli Ordini e delle Professioni Infermieristiche
  • Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica
  • Federazione Nazionale degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione
  • Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani

Il numero dei professionisti esclusi dai benefici del Decreto Rilancio
“Inaccettabile la discriminazione nei nostri confronti” lamentano le rappresentanze istituzionali dei professionisti esclusi dai contributi previsti dal Decretone. E non è voce da poco conto, dal momento che a tali Ordini e Collegi professionali sono iscritti oltre 2,3 milioni di professionisti, tutti esclusi dalla norma che disciplina il contributo a fondo perduto a favore degli autonomi e delle imprese che nel mese di aprile 2020 abbiano registrato un calo superiore a un terzo del fatturato rispetto allo stesso mese del 2019.

La voce unitaria dei rappresentati di Ordini e Collegi professionali
Nel DL Rilancio si specifica che tra i soggetti esclusi del beneficio rientrano anche “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n.509 e 10 febbraio 1996, n. 103”. Ovvero tutti i professionisti ordinistici sopra citati.
“È una scelta inaccettabile” tuonano i rappresentanti di tutti gli Ordini e i Collegi, “che dimostra una volta di più un atteggiamento sostanzialmente punitivo della politica nei confronti di un settore determinante per il sistema economico del nostro Paese che – esattamente come tutte le altre realtà del mondo del lavoro autonomo e dipendente – sta attraversando una fase di enorme difficoltà e che necessita di un sostegno concreto da parte dello Stato”.

Niente del Decreto Cura Italia e niente nel Decreto Rilancio
La stessa disparità di trattamento era stata riservata ai professionisti iscritti a Ordini e Collegi già nel DL Cura Italia e ora, questo reiterarsi della discriminazione, per i rappresentanti istituzionali dei professionisti esclusi dai contributi “è una conferma della scarsa consapevolezza dei problemi di milioni di lavoratori”.
Gli Ordini e i Collegi annunciano battaglia, che ovviamente ormai si farà in sede parlamentare, allorquando il Decreto dovrà essere confermato o meno dalle Camere. “Ci batteremo per modificare questa norma e affinché ci sia un’equiparazione tra le misure per le imprese e quelle per i professionisti.

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