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IV Rapporto Unioncamere sulla imprenditoria femminile

Presentato il IV Rapporto Unioncamere sull’imprenditoria femminile: una lettura di genere del mondo imprenditoriale italiano. Un’impresa su 5 in Italia è guidata da donne ma il Covid-19 frena l’entusiasmo della crescita

Presentato in diretta sulla piattaforma Zoom, come ci ha abituato in questi ultimi mesi la convivenza con il Covid, il IV Rapporto Unioncamere sull’imprenditoria femminile. Sono un milione e 340mila le imprese italiane guidate da donne, il 22% del totale, e che si dimostrano essere resilienti, tenaci e pronte più dei colleghi uomini a mettersi in gioco.

L’intervento introduttivo alla presentazione del IV Rapporto Unioncamere IF
Prima della presentazione del Rapporto – a cura di Tiziana Pompei, vice segretario generale Unioncamere – il presidente Carlo Sangalli, nel suo saluto di apertura, ha ricordato che dobbiamo avere l’ambizione di ripartire dalle donne per costruire insieme un nuovo percorso di ripresa e crescita. “Le imprese femminili crescono ogni anno un po’ più delle altre, un po’ più piccole rispetto a quelle con guida maschile. Un trend però che fa ben sperare in un futuro di reali pari opportunità” ha affermato. “Durante il periodo di emergenza da coronavirus abbiamo visto invece un rallentamento della nascita di queste imprese, a testimonianza del fatto che il peso più rilevante in quelle fasi difficili è ricaduto e ricade sulle spalle delle donne. Anche per questo dobbiamo rafforzare gli strumenti utili per sostenere le donne a far nascere e crescere le loro imprese”.

La presentazione del IV Rapporto Unioncamere sulla Imprenditoria femminile
Secondo il IV Rapporto Unioncamere IF, figlio di una collaborazione tra Camere di Commercio, Ministero per lo Sviluppo Economico e Pari Opportunità, negli ultimi 5 anni (dal 2014 al 2019) le imprese in rosa sono cresciute a un ritmo molto più intenso di quelle maschili: +2,9% contro +0,3%, andando a contribuire al 75% dell’incremento complessivo di tutte le imprese in Italia. La presentazione del Rapporto è stata effettuata da Tiziana Pompei, Vice Segretario Generale di Unioncamere e mostra un exploit delle donne alla guida non solo di imprese nei settori più tradizionali, ma in forte crescita in quelli più innovativi e con una intensità maggiore delle imprese maschili. Boom di donne nelle attività professionali scientifiche e tecniche, dell’Informatica e delle telecomunicazioni.

Ecco dove sono aumentate le imprese femminili secondo il IV Rapporto Unioncamere IF
Le imprese femminili sono aumentate soprattutto nel Lazio per quanto riguarda il Centro Italia, in Campania e Calabria per quanto riguarda il Mezzogiorno e in Trentino Alto Adige e Lombardia per quanto riguarda il Nord Italia. In termini di incidenza territoriale, sul totale delle imprese al vertice della classifica si incontrano tuttavia tre regioni del Mezzogiorno (Molise, Basilicata e Abruzzo), seguite dall’Umbria, dalla Sicilia e dalla Val d’Aosta.

I settori dove cresce l’imprenditoria femminile secondo il IV Rapporto Unioncamere IF
Netta crescita nei servizi (+4,0%; +34 mila), più marcata di quella delle imprese maschili (+2,9%), al cui interno spiccano le crescite non solo in Istruzione e Sanità e Assistenza sociale, ma anche in Knowledge-intensive services (attività professionali e scientifiche, Informatica e telecomunicazioni), Turismo, Cultura e Wellness.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria sulle donne
La pandemia e il conseguente lungo lockdown hanno evidenziato un gap gender a sfavore delle donne. Con le scuole chiuse, i nonni tenuti a distanza dai nipoti per motivi precauzionali, molte aspiranti imprenditrici hanno ritenuto opportuno fermarsi e attendere un momento più propizio per avviare un’impresa o per attuare il proprio progetto professionale. Tra aprile e giugno, infatti, le iscrizioni di nuove aziende guidate da donne sono oltre 10mila in meno rispetto allo stesso trimestre del 2019. Questo forte calo – pari al -42,3% – è superiore a quello registrato dalle attività maschili (-35,2%). Ad oggi, le imprese femminili contano quasi 5mila unità in meno rispetto allo scorso anno. Unioncamere si impegna a trovare misure atte a sostenere le donne a far nascere e crescere le loro imprese.

Green economy e imprenditoria femminile
Come dimostra il IV Rapporto Unioncamere sull’imprenditoria femminile, le imprese femminili in Italia sono piuttosto green, ovvero propense ad investire nella sostenibilità ambientale, consapevoli della sua importanza alla luce dei rischi legati al cambiamento climatico. Anche se in poche investono nella Green economy come vantaggio competitivo.

L’accesso al credito delle imprese femminili
Il rapporto tra le imprese femminili e le banche non è roseo. Secondo il IV Rapporto Unioncamere IF tra le donne che fanno impresa prevale l’autofinanziamento: il 46% delle imprese femminili dichiara il capitale proprio/familiare come fonte di finanziamento principale. È scarso il ricorso al credito bancario perché scoraggiate: l’8% delle donne imprenditrici si aspetta un rifiuto da parte degli istituti di credito pertanto ci rinuncia. Tra le imprese che hanno richiesto il credito, nel caso delle imprese femminili è maggiore la percentuale in cui il credito erogato non è stato adeguato oppure la richiesta non è stata accolta. Le banche chiedono garanzie reali alle donne: solidità finanziaria e crescita economica. Inoltre, rispetto alle imprese maschili, per le donne vi è più richiesta di garanzie da parte di terzi per la concessione del credito.

Le difficoltà strutturali delle imprese femminili
Secondo quanto emerso dal IV Rapporto Unioncamere sull’imprenditoria femminile, le imprese femminili devono affrontare in maniera strutturale e difficoltosa la pressione del fisco: l’eccessiva pressione fiscale è un problema per una impresa femminile su due (49%). L’eccessiva burocrazia è un altro problema per più di una impresa femminile su tre (37%). Inoltre, gravano anche i cicli economici: l’andamento negativo dell’economia è la terza difficoltà maggiormente dichiarata dalle imprese femminili (21%).

Sottosegretario Manzella: tre assi di intervento per aiutare le imprenditrici
Per il sottosegretario allo Sviluppo economico Giampaolo Manzella “I dati di Unioncamere di oggi sono solo gli ultimi a dirci che c’è ancora un ritardo importante sulla partecipazione delle donne alla vita di impresa, con implicazioni molto forti in termini economici. Nell’azione del MiSE a sostegno delle PMI ci sono tre assi di intervento sui quali concentrarsi: Incentivi alle imprese sotto forma di prestiti e contributi, con un’azione a favore delle Start-up femminili; Sensibilizzazione culturale per ‘far capire’ alla società il valore dell’impresa femminile; Azioni di assistenza tecnica alle imprenditrici per aiutarle a ‘fare impresa’”.

Ministra Bonetti: Imprese femminili, settore strategico
Nel suo intervento la Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti ha sottolineato quanto l’esperienza imprenditoriale femminile in Italia sia l’unico dato in controtendenza nel mercato del lavoro. “L’imprenditoria femminile” ha affermato la Ministra “è uno dei settori strategici da promuovere, sia per lo sviluppo del Paese che per il raggiungimento di un pieno empowerment femminile anche nel contesto lavorativo. Ecco perché serve sostenere e incentivare la presenza femminile nelle PMI, settore privilegiato per il lavoro delle donne. Abbiamo quindi individuato, come Dipartimento per le pari opportunità, tre direzioni di intervento: accesso al credito e formazione finanziaria, per i quali dall’inizio della crisi sanitaria abbiamo già incrementato di 5 milioni di euro il fondo destinato al credito delle PMI femminili; un piano nazionale di formazione al digitale, con particolare attenzione ai settori e alle categorie di donne imprenditrici, che sono maggiormente escluse da tali percorsi formativi; promozione incentivata, tra le imprese femminili, e condivisione di strumenti di welfare e di conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa. Sono convinta” ha concluso la Ministra “che il coraggio delle donne che sanno osare scelte innovative possa fare di queste imprese il primo passo per la ripartenza di tutto il Paese”.

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