Campagna antiviolenza Società

Servizio antiviolenza di genere nel mondo dello sport

Stop agli abusi nel mondo dello sport: nasce SAVE, il servizio nazionale antiviolenza di genere nel mondo dello sport

Si chiama SAVE (Sport abuse and violence elimination) il servizio nazionale antiviolenza di genere nel mondo dello sport presentato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Anche nel mondo dello sport infatti si verificano abusi e violenze. Un argomento di cui si sente parlare molto poco ma che rappresenta una piaga sociale che va a ledere la dignità delle donne. Per questo è nato SAVE, un nuovo Servizio nazionale anti violenza, molestie e abusi nel mondo dello sport realizzato da Assist – Associazione Nazionale Atlete e Differenza Donna Ong e promosso dalla Regione Lazio.

L’obiettivo di SAVE, il nuovo servizio antiviolenza di genere nel mondo dello sport
L’iniziativa è stata presentata nei giorni scorsi dall’assessore regionale alle Pari opportunità Giovanna Pugliese e dalle campionesse olimpiche Antonella Bellutti, Martina Caironi e Josefa Idem. Ospiti della conferenza stampa di presentazione anche la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, e la presidente di Assist, Luisa Rizzitelli. L’obiettivo di Save è quello di raccogliere denunce, fornire assistenza e prendere in carico le vittime di molestie e abusi che abbiano avuto luogo nel mondo sportivo sia agonistico sia amatoriale.

Perché un servizio antiviolenza di genere nel mondo dello sport
Nel mondo dello sport si verificano abusi da parte di tutor, supporter e allenatori. “Gran parte delle violenze viene da loro” ha detto l’assessore Giovanna Pugliese. “Nello sport, che per noi è ancora legato al mondo maschile, è ora che ci vengano in mente anche le donne. Siamo tante, siamo fortissime e diciamo che lo sport va vissuto al meglio e va svolto in un clima di tranquillità e serenità dove si può crescere”.

Le testimonianze delle atlete

Josefa Idem
A rimarcare l’importanza dell’appuntamento sono state le testimonianze delle atlete. “Per me non è stato facile essere una ragazzina che voleva fare sport in quello che allora da questo punto di vista era il Pleistocene” ha detto l’ex canoista Josefa Idem “e questo mi ha reso ancora più sensibile. La violenza non è sempre fisica ma anche legata alle non pari opportunità, perché la cultura non lo consente. Ora più che mai dobbiamo occuparci di questi temi, perché viviamo in un periodo che mai nessuno di noi avrebbe previsto e questo rafforza le situazioni di violenza di ogni ordine e grado contro le donne in qualsiasi tipo di ambiente. Una violenza maggiorata e un momento di più difficile denuncia perché non c’è nemmeno lo spogliatoio per sfogarsi con le compagne di squadra. Non c’è momento più opportuno di questo per lanciare iniziative come Save, a supporto delle donne per aiutarle a diventare consapevoli”.

Antonella Bellutti e Martina Caironi
Per l’ex pistard Antonella Bellutti “c’era assolutamente bisogno di Save, il problema delle violenze e degli abusi purtroppo non è estraneo a nessun settore e assume una connotazione ancora più subdola in ambiti che si ritengono virtuosi e puliti per definizione, come quello sportivo. Alle ragazze dico di denunciare, perché’ le vittime non saranno più sole”. Anche l’atleta paralimpica Martina Caironi “quelli come oggi sono incontri preziosi, questo progetto mi ha anche sorpresa sapendo quanto è importante il supporto all’interno del mondo dello sport. Gli atleti superano sfide e difficoltà durante la carriera, ma questo non vuol dire che non siamo persone con fragilità e punti deboli. Ed è proprio lì che si va a insinuare quella brutta bestia della molestia che mette a disagio una donna. La prima tappa per superare tutto questo è avere consapevolezza di cosa si sta subendo e realizzare che non è normale e che bisogna reagire. Ricordate che l’unione fa la forza”.

Le pari opportunità anche nello sport
Quanto all’associazionismo l’assessore Pugliese ha spiegato che “non siamo più e mai sole, perché da assessore so che prima di me ci sono state tante donne che hanno creato un solco, una sinergia, una rete e oggi abbiamo la responsabilità di dare una svolta epocale, perché siamo tante e siamo competenti. Noi siamo la vera novità di quest’epoca, le donne con la loro forza, la competenza e la presenza saranno la vera di novità questa epoca”.

Servizio antiviolenza di genere nel mondo dello sport, l’avvio in una data importante
L’iniziativa è stata presentata alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una data, quella del 25 novembre, che deve in realtà essere celebrata tutti i giorni. Come ha ricordato Giovanna Pugliese “anche durante il lockdown nelle emergenze potevamo sempre contare sulle competenze, l’aiuto, l’intelligenza e il sostegno delle associazioni delle donne. Non possono esserci istituzioni senza una società civile che combatte, è sensibile e dà risposte efficaci e concrete. Ben vengano quindi progetti come Save, perché è importante sapere che c’è un canale a cui le donne possono rivolgersi sapendo che ci sono altre donne con un grande dono di accoglienza, pronte ad ascoltare e rispettare i tempi delle donne sopravvissute: una grande ricchezza che abbiamo e che non dobbiamo disperdere, perché il nostro compito è quello di valorizzare le associazioni delle donne, rafforzare quelle che stanno crescendo, quelle storiche come Differenza Donna e quelle che stanno nascendo ora e che faranno bene in futuro”. Per la presidente di Differenza Donna, Elisa Ercoli, il progetto è una partnership “tra istituzioni e società civile affinché il contrasto alla violenza maschile contro le donne si apra anche in altri luoghi. L’obiettivo è quello di facilitare lo svelamento e l’emersione di un fenomeno così importante, numeroso e millenario: dobbiamo agire con strumenti davvero in grado di dare nuove opportunità e possibilità”.

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