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Il contributo femminile all’ Europa che verrà

Perché volere il potere? Rispondono le donne: “per poter fare!” E la Maratona per l’Europa che verrà si conclude con gli interventi delle esponenti europee

La “Maratona per l’Europa che verrà”, trasmessa online il 27 febbraio (https://www.donnainaffari.it/2021/03/next-generation-eu/), si è conclusa con gli interventi da Germania, Lussemburgo, Scozia, Catalogna e Tenerife. La nostra cronaca dall’Europa

L’Europa che verrà: l’intervento della Commissaria per gli Affari sociale e le Pari Opportunità
Dalla città di Hildesheim (Bassa Sassonia), sede di importanti stabilimenti di multinazionali come Bosch, Thyssen e Krupp, interviene la Commissaria per gli Affari Sociali e le Pari Opportunità, Karin Jahns.
“Le donne tengono insieme la società e la famiglia” dichiara Karin Jahns, “facendo funzionare anche l’economia, però con il lockdown la routine è cambiata in peggio. Le lavoratrici, impegnate soprattutto presso asili e scuole materne, e anche negli esercizi di vendita al dettaglio, a causa del tempo di lavoro ridotto hanno percepito salari ancora più bassi, come se già normalmente gli stipendi delle lavoratrici non fossero inferiori a quelli degli uomini. Inoltre, con il Coronavirus, il tempo di cura che le donne devono dedicare alla famiglia è aumentato del 30%, mentre per gli uomini solo del 10%”. É intollerabile – conclude la Commissaria Jahns – che il punto di vista specifico delle donne non venga preso in considerazione in molte decisioni in questo difficile periodo, mentre oltretutto in Germania si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Bundestag (per il parlamento federale tedesco si voterà infatti il 26 settembre 2021). Eppure, è proprio Ursula von der Leyen, attuale presidente della Commissione Europea (ma in passato eletta in un ruolo politico analogo a quello di Karin Jahns in Bassa Sassonia) a ricordare spesso che le donne rappresentano oltre il 51% della popolazione e hanno perciò tutto il diritto di pretendere la loro giusta parte.

L’Europa che verrà. Il contributo dalle Isole Canarie
Interviene in videoconferenza, nella parte conclusiva della “Maratona per l’Europa che verrà”, anche la direttrice (nonché editore) del mensile Vivi Tenerife, fondato alle Canarie nel 2010 in lingua italiana. Antonina Giacobbe spiega che l’isola di Tenerife vive esclusivamente di turismo, come sappiamo entrato in piena crisi con la pandemia da Covid-19, e che nella sua enorme varietà di comunità cosmopolite che la popolano (si contano ben 140 gruppi etnici) esiste un triste primato: quello della violenza sulle donne. Un fenomeno orribile, addirittura superiore alla media italiana.
Antonina Giacobbe racconta di un’isola famosa per le vacanze che nasconde perciò il suo vero volto, ammantato di povertà anche estrema, con famiglie numerose costrette a vivere nelle cueve (in castigliano significa grotte) e lavoratrici sfruttate e sottopagate nel settore dei servizi domestici e alberghieri.

Dalla Scozia per l’Europa che verrà
Trasmette il suo messaggio, tutto positivo e di gratitudine alla Scozia che l’ha accolta e le ha permesso di conseguire la sua seconda laurea gratuitamente, anche la giovane Serena Battistoni, che si collega da Edimburgo. Fondatrice di un blog che dispensa gratuitamente consigli agli italiani che intendono trasferirsi all’estero, Serena Battistoni descrive una Scozia piuttosto idilliaca per le pari opportunità, anche se ammette che i salari settimanali delle lavoratrici sono inferiori, in media, di ben 180 sterline rispetto ai colleghi maschi. Tradotto nella moneta europea si tratta di oltre 200 euro: un differenziale esorbitante.

Dalla BEI uno sguardo sull’Europa che verrà
Per il BEI Institute (costituito nell’ambito del gruppo BEI, la Banca europea degli investimenti) parla in un video dal Lussemburgo Luisa Ferreira, che ne dirige i progetti d’investimento sociale. In altre parole, la BEI, di proprietà comune dei Paesi dell’Unione Europea (Ue), persegue la missione di erogare prestiti a condizioni favorevoli per progetti che sostengono, in modo specifico, gli obiettivi fissati dell’UE. Luisa Ferreira spiega che il BEI Institute promuove l’innovazione sociale e gli imprenditori, fra cui molte donne, che mirano a generare un impatto sociale positivo su temi etici come l’ambiente e che cercano di creare valore sociale, tipicamente legato a disoccupazione, emarginazione delle comunità svantaggiate, con l’accesso all’istruzione e altri servizi di base.
“L’educazione finanziaria” conclude la Ferreira “è una delle pietre angolari della nostra strategia per ridurre le disuguaglianze. Crediamo che una promozione efficace dell’educazione finanziaria contribuisca allo sviluppo sociale ed economico e stiamo attivamente espandendo le nostre attività in questa direzione”.

Il contributo da Barcellona
Dulcis in fundo, dalla catalana Barcellona porta il suo contributo scientifico alla “Maratona per l’Europa che verrà” Laura Nevola, che è la responsabile del Dipartimento scientifico di Idp Pharma, start-up che si occupa di indagare nuove terapie per combattere il cancro. Il settore farmaceutico, dice Laura Nevola, sta vivendo la pandemia in maniera differente da tutti gli altri settori, perché non si è mai fermato e, anzi, ha lavorato di più. “É emersa con forza, però” spiega Nevola “una bassa consapevolezza scientifica nella popolazione che, nella stragrande maggioranza dei casi, non possiede nozioni fondamentali di scienze della salute. Occorre quindi correre ai ripari per le nuove generazioni, con programmi di formazione scientifica a partire da cosa siano RNA, DNA, proteine, virus, e molto altro ancora”.
Rivolge il suo messaggio all’Europa, dunque, Laura Nevola, augurandosi che la formazione e la ricerca scientifica non vengano dimenticate dal Next Generation EU. “Ma non bisogna puntare solo e unicamente sul lavoro digitale da remoto per le donne – si raccomanda -, perché se da un lato è vero che lo smart working può conciliare meglio i tempi di lavoro con quelli di cura, il lato negativo è che le donne, lavorando da casa, saranno tenute sempre più lontane dal cuore del processo decisionale”. E questo proprio non va bene, secondo lei.

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