Dalle Regioni Lazio

Passo avanti nel Lazio per la parità retributiva

La proposta di legge sulla parità retributiva e il sostegno all’occupazione femminile è stata approvata dalla Comm. Lavoro e PO della Regione Lazio

Il 22 marzo 2021 è stata approvata in IX Commissione Lavoro e Pari Opportunità della Regione Lazio la proposta di legge regionale sulla parità retributiva, il sostegno all’occupazione stabile e di qualità e l’imprenditoria femminile e la valorizzazione delle competenze delle donne. La proposta di legge 182/2019 ha come prima firmataria Eleonora Mattia, consigliera regionale presidente della Commissione.

La prima regione italiana a scrivere una legge sulla parità retributiva
“Siamo la prima Regione in Italia a mettere nero su bianco che c’è un problema con il lavoro delle donne” ha dichiarato Eleonora Mattia “e a mettere in campo soluzioni concrete e diversificate per risolverlo. Lo facciamo, tutte e tutti insieme, con una legge che riconosce la parità di genere come presupposto per un sistema equo di cittadinanza oltre che per lo sviluppo socioeconomico e che, con 7,6 milioni di euro nel prossimo triennio, attua una rivoluzione e risponde ad esigenze quanto mai urgenti dopo la pandemia che ha colpito duramente l’occupazione femminile. Lo facciamo, oggi, tutte e tutti insieme per costruire una Regione Lazio più forte, più giusta, che sappia in primo luogo recuperare ogni posto di lavoro perduto, tutelare quelli in bilico e creare nuova occupazione di qualità. Siamo chiamati tutti a un salto di qualità in un mondo già cambiato, che va veloce e ci richiede il meglio di ciò che possiamo”.

I contenuti della Legge sulla parità retributiva e non solo
Quella che si presenta come una legge quadro sul lavoro femminile è stata formulata ad hoc per le donne che lavorano e fanno impresa. Grazie ad essa si mettono in campo strumenti per l’attuazione della parità retributiva e per l’inserimento e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. A tale scopo si prevedono:

  • politiche attive del lavoro e formazione per le nuove competenze;
  • educazione finanziaria e materie STEM;
  • incentivi alle imprese che assumono donne a tempo indeterminato;
  • impegno contro le molestie nei luoghi di lavoro come previsto dalla convenzione ILO;
  • sostegno all’imprenditoria femminile e alle donne in condizioni di disagio con il microcredito;
  • strumenti di conciliazione dei tempi di vita, per la diffusione di una cultura paritaria nelle imprese e per la rappresentanza equa dei generi nelle posizioni apicali.

Perché c’è bisogno di una legge sulla parità retributiva e sull’occupazione femminile
Nel Lazio 1 donna su 2 ancora non lavora (52,1%) e nell’ultimo anno, secondo i dati Eures e Istat, l’occupazione femminile è scesa del 3,1% contro l’1,1% degli uomini: 33 mila unità perse su un totale di 44 mila posti in meno.
Le donne soffrono di più la crisi perché vivono una situazione di disparità strutturale causata da un’occupazione più precaria, un sovraccarico di lavoro di cura e dall’annosa questione del divario retributivo, che partendo dai salari si ripercuote logicamente sulle pensioni. Se grazie alla contrattazione collettiva e al principio dei minimi retributivi viene contenuto – almeno formalmente – il gap nel lavoro subordinato, la situazione è allarmante per le libere professioniste che guadagnano fino al 45% in meno dei colleghi uomini. Secondo l’ultimo rapporto Adepp, per esempio, se un medico nel Lazio dichiara un reddito di 52 mila euro annui per le colleghe il dato si ferma a 35 mila, invece un’avvocata guadagna circa 27 mila euro l’anno contro i 65 mila dei colleghi uomini, il 41% in meno.

Dalla parità retributiva per costruire un mondo lavorativo più equo
“Con questa legge continuiamo a costruire un Lazio più giusto, innovativo, coraggioso” ha sottolineato Eleonora Mattia. “Lo dobbiamo a tutte le donne che lavorano il doppio, fuori e dentro casa. A quelle che vorrebbero un figlio e sanno che questo potrebbe compromettere il loro posto di lavoro. A quelle che il lavoro lo hanno perso. Alle lavoratrici precarie, costrette a scegliere il part-time, che rinunciano alle ore di straordinario e alle trasferte e quindi agli scatti di carriera. Lo facciamo per tutte le donne che hanno dovuto fare un passo indietro, nel silenzio, per secoli. Per non disturbare. Perché ora invece è il momento di prenderci il nostro spazio e fare rumore”.

Adesso l’iter dovrà procedere con l’approvazione in Aula. Ma il primo – grande – passo è fatto.

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