Ambiente Imprenditoria

Agroecologia per la sostenibilità delle aziende agricole

L’agroecologia per studiare quali sono gli approcci più efficaci per assicurare la sostenibilità socioeconomica delle aziende agricole

Il Centro di politiche e bioeconomia del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ha studiato, nel campo dell’agroecologia, i metodi che possano assicurare contemporaneamente sia la sostenibilità socioeconomica delle aziende agricole, sia la resilienza dell’ecosistema agroalimentare locale, sia la tutela della biodiversità, sia il paesaggio delle aree rurali.

Un caso di studio di agroecologia
Lo studio di agroecologia realizzato dal Crea Politiche e Bioeconomica è stato effettuato nell’ambito del progetto europeo H2020 Uniseco (Understanding and Improving the Sustainability of Agro-ecological Farming Systems in the EU, Comprendere e migliorare la sostenibilità dei sistemi agro-ecologici nell’Unione Europea) i cui risultati sono stati pubblicati il 19 marzo 2021. Fra i 15 casi di studio selezionati tra diversi Paesi europei partecipanti al progetto, l’unico italiano è quello relativo all’area del Chianti classico. Si tratta di un’area ad alta vocazione vitivinicola associata ad un turismo rurale molto sviluppato, ampiamente nota a livello internazionale, ma minacciata dalla pluri-decennale intensificazione della viticoltura e dall’abbandono dei terreni marginali cha ha causato il conseguente avanzamento incontrollato del bosco. Da notare, infine, che qui la superficie coltivata con metodo biologico è pari al 33% di quella agricola complessiva, un dato che va ben oltre quello regionale e nazionale.

Uniseco e l’importanza dell’agroecologia
Uniseco (https://uniseco-project.eu/) è un progetto triennale (2018-2021) finanziato dalla Unione Europea con il programma Horizon 2020, e realizzato in 15 Stati Membri (tra cui Germania, Italia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Finlandia, Lituania, Ungheria). Si tratta di una concreta opportunità a livello di territorio, che prevede metodologie innovative – come per esempio nuovi indicatori per la valutazione delle emissioni di gas serra, delle risorse idriche e della biodiversità – per valutare la sostenibilità dei sistemi agricoli e i cambiamenti economici e tecnologici delle aziende. I risultati finali di UNISECO forniranno raccomandazioni per l’attuazione della strategia europea From Farm to Fork, della Strategia per la biodiversità per il 2030 e dei piani strategici nazionali della PAC post 2022.

Il coinvolgimento del Biodistretto del Chianti
Il CREA Politiche e Bioeconomia ha discusso alcune strategie per la transizione agroecologica assieme al Biodistretto del Chianti, associazione che unisce operatori del biologico, amministratori locali e altri attori della filiera agro-alimentare per promuovere la transizione verso un sistema agricolo più sostenibile e resiliente. Per favorire questo processo di agroecologia si sono dimostrate cruciali: l’adozione di pratiche sostenibili (quali l’inerbimento interfilare nelle colture permanenti, il monitoraggio delle coltivazioni, il compostaggio a piccola scala e la coltivazione con metodo biologico) in grado di ridurre la perdita di biodiversità e le emissioni di gas serra, e la diversificazione colturale, perseguita attraverso il recupero dell’olivicoltura nelle aree più marginali e l’introduzione di seminativi e orticoltura nei terreni in via di abbandono.

Le innovazioni di agroecologia da parte degli agricoltori
Le iniziative locali degli agricoltori hanno avuto un ruolo centrale in questo progetto di agroecologia. Ci sono stati infatti accordi di collaborazione tra agricoltori per l’utilizzo comune di macchinari e impianti, attività di consulenza svolte in forma collettiva e primi tentativi di filiere corte per prodotti di elevata qualità. Tutte azioni che devono essere ulteriormente promosse, attivando nuove reti locali di filiera, rafforzando i servizi di consulenza e facilitando l’accesso alla terra. In tal senso, le innovazioni studiate in seno a Uniseco di carattere prevalentemente sociale riguardano i processi di interazione e cooperazione tra tutti gli attori. La transizione agroecologica, infatti, passa anche dalla promozione di iniziative di cooperazione (come la condivisione di macchinari, di servizi di consulenza, di dati meteorologici) per superare le diseconomie di scala, abbattendo i costi che gravano sulle piccole e medie imprese.

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