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Rapporto Consob sulle società quotate italiane

Presentato, il 6 aprile 2021, il 9° rapporto Consob sulla governance delle società quotate italiane. Focus sulla Gender diversity

Il webinar del 6 aprile è stata occasione per presentare la nona edizione del rapporto della Commissione nazionale per le società e la borsa sulla corporate governance delle società quotate italiane. Il report è stato curato da un team femminile composto da: Nadia Linciano (coordinatrice), Angela Ciavarella, Giovanna Di Stefano, Rossella Signoretti, Lucia Pierantoni, Eugenia Della Libera ed Elena Frasca.

Il Commissario Consob Paolo Ciocca

La presentazione del Report sulle società quotate italiane
Gli interventi di apertura e di chiusura sono stati affidati al Commissario della Consob Paolo Ciocca, le note introduttive a Nadia Linciano e Francesca Fiore, la presentazione del report ad Angela Ciavarella e Rossella Signoretti. La discussione è stata posta nelle mani di Massimo Blecredi, dell’Università cattolica del Sacro Cuore.
Il Commissario Ciocca ha sottolineato che il Report “permette di monitorare nel tempo l’andamento delle variabili del governo societario delle imprese quotate. Si tratta perciò di un vero e proprio termometro del funzionamento della corporate governance in Italia, ossia della gestione dei conflitti nelle società di capitali”. Il report scatta la fotografia di assetti proprietari, organi sociali, assemblee, gestione dei conflitti di interesse che, comparata con quelle degli ultimi anni, delinea i trend che si sviluppano sul nostro mercato dei capitali. Le tre direttrici principali del report sono state: Diversità, Sostenibilità e Innovazione tecnologica. Nel primo caso, come ha dichiarato Ciocca, si parla di diversità “innanzitutto di genere, tipico esempio di cambiamento supportato dalla normativa. Iboard italiani sono divenuti negli anni più giovani, con più elevati livelli medi di istruzione e varietà di background professionale”. Noi ci soffermeremo sull’aspetto della diversità di genere.

Diversità di genere nelle società quotate italiane. Gli effetti degli obblighi di legge
Come si legge nel report, a fine 2020 la presenza femminile negli organi sociali degli emittenti quotati italiani raggiunge quasi il 39% degli incarichi di amministrazione e di controllo. I dati, che per gli organi amministrativi segnano il massimo storico, riflettono la prima applicazione della Legge n. 160/2019 che ha previsto di riservare al genere meno rappresentato i due quinti dell’organo per sei rinnovi a partire dal 2020, quota più elevata rispetto a quella di un terzo prevista dalla Legge Golfo-Mosca (legge 120/2011) per i tre rinnovi successivi all’agosto 2012.

In applicazione della nuova legge, le 76 società che hanno rinnovato la composizione dell’organo amministrativo nel 2020 mostrano una presenza media di 4 donne, pari al 42,8% del board.
La presenza femminile è in ogni caso solo marginalmente inferiore nelle altre società, non solo in quelle che hanno effettuato l’ultimo rinnovo in applicazione della Legge Golfo-Mosca (complessivamente 122 emittenti nei quali le donne rappresentano circa il 37% del board), ma anche in quelle che in tale occasione non erano tenute ad applicare alcun criterio di riparto di genere (26 imprese, in cui le donne rappresentano il 35% del board) in quanto neoquotate, ovvero avevano completato i tre rinnovi previsti dalla Legge Golfo-Mosca.

I ruoli femminili al vertice delle società quotate italiane
Con riguardo al ruolo svolto, nel 2020 si conferma estremamente contenuta la frequenza con cui le donne ricoprono il ruolo di amministratore delegato (accade in 15 società, rappresentative di poco più del 2% del valore totale di mercato) e di presidente dell’organo amministrativo (26 emittenti pari al 18% della capitalizzazione complessiva, quasi la metà del dato per il 2019).
In circa tre quarti dei casi le donne sono consiglieri indipendenti, in linea con gli anni precedenti; è aumentata inoltre la presenza di donne nominate dai soci di minoranza in applicazione del voto di lista, registrando nel 2020 il numero massimo di 84 amministratrici, nominate in 67 società ad elevata capitalizzazione. Infine, le donne sono più frequentemente titolari di più di un incarico di amministrazione (interlocker), circostanza che si verifica in un caso su tre: il dato risulta relativamente stabile nell’ultimo triennio dopo aver registrato una crescita significativa nel periodo 2013-2018.

Donne negli organi di amministrazione e controllo delle società quotate italiane
Secondo il commissario della Consob, per quanto riguarda la diversità di genere si parla di una “rivoluzione in corso, alla quale la Consob ha contribuito”. Con riguardo alla gender diversity nella composizione degli organi di amministrazione e controllo – spiega Ciocca – la presenza femminile raggiunge a fine 2020 il massimo storico, riflettendo anche l’applicazione della Legge Golfo-Mosca e dei relativi recenti ulteriori rafforzamenti. Non solo, anche i dati sull’interlocking femminile sono incoraggianti. Emerge dal rapporto Consob che, dopo una sensibile crescita iniziale, l’interlocking femminile si è stabilizzato nell’ultimo triennio. È importante sottolineare come questa stabilizzazione del dato non sia venuta meno nel 2020, quando già un terzo delle società quotate si è trovata ad applicare la nuova quota di genere del 40%.

Una speranza che va rinfocolata
Per quanto riguarda la diversità di genere nelle società quotate italiane sono stati messi in evidenza elementi che lasciano sperare per trend strutturale di diminuzione dell’interlocking e perciò di maggiore apertura nei tempi a venire. Inoltre, dall’analisi dei curricula degli amministratori svolta da Consob emerge che già oggi le donne rappresentano il 20% dei consiglieri in possesso di una laurea in materie scientifiche e tecnologiche. In prospettiva, la domanda continuerà a crescere con l’applicazione della nuova e più alta quota di genere da parte di tutto il mercato. “Sarà allora fondamentale neutralizzare le distorsioni di genere che vedono tuttora nel mondo una sotto-rappresentazione delle donne nello studio avanzato in discipline STEM (science, technology, engineering, mathematics) e minor occupazione e retribuzione pur a fronte di rendimenti scolastici migliori in queste materie rispetto agli uomini” ha concluso il commissario Ciocca.

Link al report completo: https://www.consob.it/documents/46180/46181/rcg2020.pdf/023c1d9b-ac8b-49a8-b650-3a4ca2aca53a

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