Diritti Lavoro

Malattie dei professionisti, mancano le tutele

L’emergenza sanitaria attuale ha messo in evidenza la mancanza di tutele, come quelle relative alle malattie dei professionisti, che ha generato nuove disuguaglianze sociali

Malattie dei professionisti e nuove disuguaglianze sociali in campo lavorativo
“La crescita di nuove disuguaglianze sociali rappresenta uno degli elementi di maggiore preoccupazione dell’emergenza sanitaria: costituisce infatti una seria minaccia alla stabilità sociale e politica e può condizionare negativamente l’avvio di un percorso di ripresa, economica e occupazionale, sostenibile sotto il profilo sociale.” Con queste parole inizia il testo dell’audizione del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro tenutasi il 7 aprile 2021 presso la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati durante la quale sono state presentate alcune proposte con cui rispondere alle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro.

Malattie dei professionisti, il Covid-19
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro nell’audizione sulle disuguaglianze prodotte dalla pandemia ha sostenuto gli emendamenti che tutelano il professionista in caso di contagio. Infatti proprio l’emergenza epidemiologica da Covid-19 ha evidenziato tutte le criticità del sistema di protezione sociale del nostro Paese e le differenti tutele esistenti tra le diverse tipologie di lavoratori, soprattutto gli autonomi, sprovvisti di garanzie di fronte all’insorgere di malattie che impediscano loro di portare a termine gli adempimenti. Per porre fine a queste disuguaglianze sociali è necessario riconoscere anche a partite Iva e professionisti affetti da Coronavirus o posti in quarantena a scopo cautelare il diritto alla tutela per malattia e infortunio, nonché la possibilità di astenersi dal lavoro senza incombere in responsabilità professionali per il mancato assolvimento degli obblighi verso la Pubblica Amministrazione.

Malattie dei professionisti, un vulnus da sanare
Durante l’audizione il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha presentato alcune proposte con cui rispondere alle nuove disuguaglianze prodotte dalla pandemia nel mondo del lavoro ricordando che nell’ultimo anno tantissimi lavoratori autonomi hanno continuato a lavorare anche durante le restrizioni, con il rischio di contrarre l’infezione, in ragione dell’importanza e della pubblica utilità delle loro attività professionali e dell’assenza di adeguate tutele nei loro confronti. Ha poi rimarcato la necessità di concretizzare i provvedimenti esistenti in materia in Parlamento, come l’emendamento per la conversione in legge del decreto “Sostegni” di cui è prima firmataria la presidente della Commissione Lavoro del Senato, Susy Matrisciano, che esclude il professionista dalla responsabilità professionale e da quella per inadempimento, anche da parte del cliente, in caso di ricovero ospedaliero o quarantena che impediscano il rispetto dei termini considerati perentori o decadenziali. Si tratterebbe di sanare un vulnus dell’ordinamento – come ha sottolineato la presidente dell’Ordine, Marina Calderone, – e valorizzare il lavoro libero professionale. L’auspicio è che la conversione in Legge del Decreto possa porre fine ad eventuali sanzioni per un’assenza dal lavoro dovuta a situazioni di fragilità.

Giovanni Marcantonio, segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro

Le proposte dell’Ordine dei consulenti del lavoro
Oltre alle proposte sul DdL malattia e altre misure di supporto ai lavoratori autonomi che si trovano costretti ad interrompere attività per motivi salute, maternità, malattia e infortunio, dunque alla problematica relativa al mancato riconoscimento delle malattie dei professionisti, durante l’audizione sono presentate proposte relative all’uscita graduale e modulare dal divieto di licenziamento, al rafforzamento delle politiche attive per il lavoro, anche al fine di ridurre il divario in termini di tutela del lavoro tra le diverse modalità di impiego (“se chi perde lavoro, sa di ritrovarlo presto, la perdita di lavoro è un evento molto meno grave, e complessivamente si innalza il livello generale di tutela del lavoro”), alla Riforma degli ammortizzatori sociali, a uno Strumento universale di sostegno al reddito per tutti i lavoratori autonomi e i professionisti, a nuove modalità di smart working, nell’ottica di una parità di genere nell’accesso agli strumenti di lavoro a distanza. Il testo presentato si conclude con le seguenti parole: “Le norme di legge e le disposizioni applicative, infine, dovranno porre le basi per una pianificazione strategica degli elementi considerati che, unitamente a significativi investimenti economici e organizzativi, potranno orientare le azioni verso una crescita sociale ed economica ed un mercato del lavoro equo ed inclusivo”.

Di seguito il link al video dell’audizione http://www.consulentidellavoro.tv/watch.php?vid=e27960928

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