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Imprenditoria italiana, ripartono le iscrizioni

L’imprenditoria italiana riprende nuovo slancio e le iscrizioni ai registri delle imprese nel II trimestre 2021 tornano ai livelli pre-Covid

L’imprenditoria italiana torna a crescere, se non nel fatturato almeno nel numero: tra aprile e giugno ci sono state 31.000 aperture in più rispetto al 2020 e nel II trimestre se ne contano 89.000.

Torna la fiducia nell’imprenditoria italiana
La natalità imprenditoriale torna ai livelli pre-Covid con 89mila iscrizioni nel II trimestre, crescono infatti le iscrizioni, trainate dall’aumento di fiducia della popolazione nelle potenzialità dell’imprenditoria italiana. Anche se è ancora presto per parlare di ritorno alla normalità, il trimestre appena concluso segna un ritorno ai valori pre-pandemia, come dimostra l’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.

Un nuovo clima per l’imprenditoria italiana
Nel complesso, le aperture di nuove imprese tra aprile e giugno hanno toccato le 89.089 unità, un valore di poco al di sotto della media del triennio 2017-2019, prima dell’irrompere dell’emergenza sanitaria globale, e inferiore di sole 3.061 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni furono 92.150. Il miglioramento del clima di fiducia negli ultimi mesi ha impattato su quasi la metà delle 31.167 imprese nate tra aprile e giugno 2021. Secondo le analisi del Centro Studi Tagliacarne, infatti, un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due.

I territori della nuova imprenditoria italiana
La ripresa della natalità imprenditoriale si sta però sviluppando con intensità diverse sul territorio. In cinque regioni su venti (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Basilicata e Sardegna) il numero di aperture di imprese nell’ultimo trimestre è stato anche (seppur di poco) superiore a quello del II trimestre 2019.

Le forme giuridiche scelte
Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemia appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle neoimprese: tra aprile e giugno l’anagrafe delle Camere di Commercio ha fatto segnare un deciso incremento (+3.298 unità) nell’apertura di società di capitale rispetto allo stesso periodo del 2019 (29.934 contro 26.536). In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto al 2019 le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa nel nostro Paese: 52.790 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 59.129 di due anni fa (-6.639 unità).

Diminuite le chiusure dell’imprenditoria italiana
Restano nettamente sotto la media degli ultimi anni le cancellazioni che, tra aprile e giugno, si sono attestate a 43.861 unità, circa un terzo in meno del valore registrato nel secondo trimestre 2019, probabilmente per effetto delle misure di sostegno messe in atto dal Governo. Secondo gli analisti è però ragionevole stimare l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività.

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