100 decessi al mese, da gennaio ad agosto 772 morti sul lavoro, il 10 percento donne. Le regioni dove il rischio di morire sul lavoro è più alto
La cronaca ci ha quasi “abituati” a queste cifre, come se ormai facessero parte di un rischio calcolato se si vuol lavorare, ma quella delle morti sul lavoro è una ferita aperta che non si rimargina, chiedetelo alle famiglie, chiedetelo ai sopravvissuti, agli amici, ai colleghi. Il problema della mancanza di sicurezza sul lavoro e lungo i percorsi per recarsi al lavoro non è cosa da poco, non deve passare come un “qualcosa che può accadere”. Forse per scuotersi di dosso questa apatia è necessario guardare all’Italia divisa in “zone rosse”, come per le restrizioni dovute alla pandemia. E così l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, istituito nel 2009 e che da allora raccoglie tutte le informazioni disponibili relative agli infortuni mortali sul lavoro provenienti da diverse fonti (INAIL, Enti istituzionali, Associazioni), ha deciso di segnalare con i colori rosso, arancione, giallo e bianco, le regioni italiane che hanno più o meno morti sul lavoro, allo scopo di definirne il livello di rischio e quanto manca affinché tutta l’Italia diventi… zona bianca.
I colori dell’Italia delle morti sul lavoro
A finire in zona rossa nei primi otto mesi del 2021 – con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 27,1 morti ogni milione di lavoratori) – sono: Puglia, Campania, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.
In Zona Arancione: Piemonte, Marche e Friuli Venezia Giulia.
In Zona Gialla: Lazio, Calabria, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto.
In Zona Bianca: Toscana, Lombardia, Liguria e Sardegna
I numeri delle morti sul lavoro in Italia.
Da gennaio ad agosto del 2021 sono 772 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 620 (– 9,5% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 152 (+ 10% rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine luglio 2021, ci sono 95 vittime in più nel mese di agosto, nonostante proprio agosto sia il mese delle diffuse e prolungate pause estive dell’Italia che lavora.
Come spesso accade, quando si vanno a rilevare i numeri assoluti dei decessi, la mappatura cambia. Campania, a parte. Perché, oltre ad essere in zona rossa è anche la seconda regione per numero di vittime in occasione di lavoro. Da gennaio ad agosto 2021, infatti, i decessi registrati in Campania sono 72, seconda solo alla Lombardia che ne conta 73. Seguono: Lazio (60), Piemonte (58), Emilia Romagna (53), Puglia (52), Veneto (48), Sicilia (30), Toscana (28), Abruzzo (27), Trentino Alto Adige e Marche (17), Friuli Venezia Giulia e Umbria (15), Molise e Liguria (12), Calabria (11), Sardegna (9), Basilicata (8), Valle D’Aosta (3).
I più colpiti
Il settore delle Costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (72 dall’inizio dell’anno, 8 in più rispetto a luglio). Seguono: Attività manifatturiere (60), Trasporto e Magazzinaggio (58 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (40), Amministrazione Pubblica e Difesa (18).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (442 su un totale di 620).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi otto mesi del 2021 sono 61 su 620.
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio ad agosto del 2021 sono 85.
E il lunedì è da sempre il giorno più cupo, quello in cui si verifica il maggior numero di infortuni.
Morti sul lavoro. Il commento del presidente Rossato
Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, dice: “La cronaca degli ultimi giorni ci ha purtroppo catapultati nel cuore sanguinante dell’emergenza morti bianche nel nostro Paese: in due giorni ci sono state oltre dieci vittime da Nord a Sud del Paese. E la conferma dello stato drammatico di questa piaga arriva con gli ultimi dati sul numero dei decessi da gennaio ad agosto: 772 vittime nel 2021. Numeri raccapriccianti che forniscono alle statistiche una media mensile drammatica della mortalità: quasi 100 vittime. Il 10% sono donne: madri, figlie, mogli e sorelle strappate alle loro famiglie”.