Lavoro Opportunità

Dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione

Le nuove misure che porteranno dal Reddito di cittadinanza all’Assegno di inclusione e al Supporto alla formazione e al lavoro

Il Reddito di cittadinanza giunge al termine e viene sostituito dall’Assegno di inclusione e dal Supporto alla formazione e al lavoro. L’ultima rata del Reddito di cittadinanza è stata erogata dall’Inps ai percettori che hanno fruito di 7 mensilità nel 2023, come previsto dalla norma. Alle persone che versano “in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo” e che non possono essere indirizzati ai servizi per l’impiego, la sospensione verrà però revocata nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali. Verrà quindi studiata la situazione caso per caso perché a partire da settembre verrà attivata la nuova misura che suddividerà la platea di coloro che hanno finora beneficiato del Reddito di cittadinanza e, chi non verrà preso in carico per la sua particolare situazione di fragilità (ovvero impossibilità a intraprendere percorsi lavorativi), avrà diritto al Supporto formazione e lavoro.

Dopo il Reddito di cittadinanza
I due nuovi strumenti (Assegno di inclusione e Supporto alla formazione e al lavoro) verranno attivati in base ai bisogni e alle possibilità di ciascuno. Il Supporto alla formazione e al lavoro sarà attivo dal 1° settembre 2023 e prevede l’accesso a progetti di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro per le persone tra i 18 e i 59 anni. L’Assegno di inclusione sarà attivo dal 1° gennaio 2024 e prevede un’integrazione al reddito per le famiglie con componenti minorenni, con almeno 60 anni di età o con disabilità (come definita dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159 del 2013) e per le persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali.

I destinatari del Supporto alla formazione e al lavoro
Possono richiedere l’attivazione di un percorso di inclusione sociale e lavorativa le persone residenti in Italia da almeno 5 anni (di cui gli ultimi 2 in via continuativa). Ne potrà beneficiare chi ha tra i 18 e i 59 anni e un ISEE fino a 6.000 euro, in possesso dei requisiti indicati in seguito nell’articolo.

I destinatari dell’Assegno di inclusione
Possono beneficiare dell’Assegno di inclusione le famiglie che includono componenti minori, disabili, con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio accertato dall’inserimento in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali che abbiano i requisiti richiesti.
Fino al 31 dicembre 2023 i nuclei familiari attualmente percettori del Reddito di Cittadinanza che abbiano al loro interno componenti minorenni, oltre i 60 anni o con disabilità, continueranno a percepire i benefici economici della misura.

Supporto alla formazione e al lavoro
Programmi di formazione, progetti utili alla collettività, servizio civile universale e offerte di lavoro adeguate alle caratteristiche e alle competenze di ognuno. Sono questi i contenuti del Supporto offerto al quale si aggiunge, dal momento in cui tale percorso viene effettivamente avviato e per la sua durata (ma fino a un massimo di 12 mesi), anche un beneficio economico di 350 euro mensili erogato con bonifico.

Assegno di inclusione
Ai beneficiari dell’Assegno di inclusione vengono riconosciuti un beneficio economico quale integrazione mensile al reddito familiare e un contributo per l’abitazione concessa in locazione. Il beneficio economico viene erogato per 18 mesi tramite la Carta di Inclusione, strumento di pagamento elettronico ricaricabile che può essere rinnovato per 12 mesi (con sospensione di un mese).

La fase transitoria in vista del nuovo Assegno di inclusione
A modificare la normativa è intervenuto il DL 48/2023, modificato e convertito in Legge n. 85/2023 (https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/07/03/23G00095/sg) entrata in vigore il 4 luglio 2023, che ha previsto la nuova misura dell’Assegno di inclusione e il servizio di Supporto alla formazione e al lavoro a partire da settembre. Attualmente ci troviamo in una fase transitoria in cui, per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro (e comunque non oltre il 31 ottobre) può pervenire una comunicazione di presa in carico da parte dei servizi sociali. Per questi nuclei presi in carico dai servizi sociali la fruizione del Reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità ma comunque non oltre il 31 dicembre 2023. L’INPS ha già ricevuto da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nei primi giorni di luglio, 88.000 comunicazioni al riguardo.

Il nuovo Supporto
La presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai Centri per l’Impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali. Per questi, e per coloro che non risulteranno presi in carico dai servizi sociali, dal 1° settembre 2023 sarà possibile accedere alla nuova misura del Supporto alla Formazione e al Lavoro (SFL) che comprende un aiuto economico di 350 euro mensili per un massimo di 12 mensilità. Per accedere alla misura, oltre a presentare una domanda, è necessario sottoscrivere il patto di attivazione digitale, contattare le Agenzie per il lavoro e sottoscrivere il patto di servizio personalizzato. All’avvio della frequenza dei percorsi di formazione o delle altre iniziative di attivazione, per la loro durata, verrà erogato il beneficio dei 350 euro mensili, previsto dal Supporto alla Formazione e al Lavoro per un massimo di dodici mensilità. Le Agenzie per il lavoro oltre all’individuazione di percorsi di formazione e lavoro mettono a disposizione un sistema di incontro tra domanda e offerta di lavoro allo scopo di agevolare l’occupazione.
Coloro che sono stati già avviati ai centri per l’impiego e risultano già inseriti nei programmi nazionali per la Garanzia occupabilità lavoratori (GOL) o in progetti utili alla collettività oppure in altre iniziative di attivazione, potranno proseguire nel loro percorso. Ai fini del riconoscimento del beneficio Supporto per formazione, infatti, potranno essere convalidate iniziative di avviamento al lavoro già attivate.

Assegno di inclusione tra le nuove misure di contrasto alla fragilità lavorativa
I decreti attuativi delle nuove misure per il contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale e lavorativa (ADI e SFL) non sono ancora stati adottati ma intanto l’Inps ha fornito le prime informazioni sulle modalità di accesso al percorso di inclusione sociale e di attivazione al lavoro.
Dal 1° gennaio 2024 i nuclei al cui interno sono presenti persone disabili, minorenni, o con almeno sessant’anni d’età, ovvero componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione, saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di inclusione (ADI), la nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale. Per l’attuazione delle due misure (ADI e SFL) Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Regioni, Servizi sociali dei Comuni, Centri per l’impiego e INPS stanno collaborando per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa.

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