Fisco e norme Imprenditoria

PIL 2023 e indebitamento della Pubblica Amministrazione

I dati del PIL 2023 (il Prodotto interno lordo italiano), ovvero la ricchezza della nostra nazione e la sua utilizzazione da parte della PA

Il PIL 2023 corrisponde alla ricchezza prodotta dalle nostre imprese durante lo scorso anno. A questo corrisponde una percentuale di tasse che le aziende versano allo Stato per i corrispondenti servizi. Come utilizza gli importi delle tasse la Pubblica Amministrazione? Secondo i dati Istat sembra meglio rispetto all’anno precedente, dal momento che la PA non ha avuto bisogno di indebitarsi più del solito per chiedere ulteriori prestiti a copertura delle spese. Il grafico seguente ci mostra l’andamento del PIL dal 2008 al 2023 per constatarne le oscillazioni.

PIL 2023, crescono il terziario e le costruzioni
Nel 2023 l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,9%, una crescita inferiore rispetto al 2022, quando l’aumento era stato del 4% ma pur sempre una crescita. L’aumento del 2023 è dovuto principalmente alla domanda nazionale (al netto delle scorte) per via di una richiesta da parte dei consumatori e delle imprese per i propri investimenti. Per quanto riguarda l’export anche se c’è stato un leggero aumento della domanda estera, la variazione delle scorte è stata negativa ed ha bilanciato il saldo. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e nelle altre attività industriali.
Si segnala che la crescita dell’attività produttiva è stata accompagnata a un aumento delle assunzioni e dei redditi dei lavoratori. Il grafico seguente mostra a sinistra il numero dei dipendenti per settore dal 2019 al 2023 e quello di destra i redditi per singolo dipendente per settore nello stesso periodo.

Gli aumenti delle tasse e delle imposte dirette e indirette
Le amministrazioni pubbliche utilizzano le entrate provenienti dalle tasse per offrire i servizi alla comunità e per autosostentarsi (pagamento degli uffici, del personale e dei dirigenti, delle “bollette”, dei costi per gli spostamenti e i rimborsi spese varie, ecc.). Nel 2023 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 6,4% rispetto all’anno precedente mentre le spese correnti (quelle di cassa durante l’anno) sono aumentate solo del 5,8%. L’Irpef e l’Ires sono aumentate e le imposte dirette sono cresciute in totale del 10,2%; aumentate anche le imposte sostitutive sugli interessi e sui redditi da capitale e le ritenute sugli utili distribuiti dalle società. Sono aumentate anche le imposte indirette (+5,4%), con aumenti significativi dell’imposta sull’energia elettrica, dopo la riattivazione degli oneri di sistema e delle accise, e di quella sugli oli minerali e derivati. In crescita, sebbene più contenuta, la dinamica di IVA e IRAP. In aumento rispetto al 2022 risultano anche i contributi sociali effettivi (+3%) e la produzione vendibile e per uso proprio (+5,9%) mentre scendono le altre entrate correnti (-5,2%). Per comprenderne meglio l’andamento in un’ottica temporale di seguito mostriamo il grafico Istat relativo agli anni dal 2008 al 2023 dal quale si evince come l’impatto del Covid abbia ribaltato una situazione in miglioramento che ora si tenta di riprendere anche con l’aiuto del PNRR.

Il bilancio tra impatto del Pil e pressione fiscale
Nel 2023 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 6,4% rispetto all’anno precedente e l’incidenza sul Pil sulle entrate della PA è stato del 47,8%. Le entrate correnti hanno registrato un aumento del 5,8% (grazie ai suddetti aumenti delle tasse), attestandosi al 46,6% del Pil. Ma ci sono state anche delle altre entrate in conto capitale (+39,7%), il cui aumento è dovuto principalmente ai contributi agli investimenti dall’Unione europea relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). In sostanza secondo i calcoli Istat la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,5%, invariata rispetto all’anno precedente, per effetto di una crescita del Pil a prezzi correnti (+6,2%) pari a quella delle entrate fiscali e contributive (+6,3%). Il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato quindi un miglioramento rispetto al 2022.

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