Le nostre inchieste sul lavoro femminile in Italia ci hanno portato ad approfondire un ambito ancora poco conosciuto e abbiamo intervistato tre direttrici d’orchestra italiane
Talento, competenza e perseveranza sembrano le caratteristiche principali delle direttrici d’orchestra italiane a quanto è emerso dalla nostra inchiesta, per la quale abbiamo intervistato Isabella Ambrosini, Rosella Clementi e Claudia Patanè, tre artiste che ci hanno parlato del loro essere musiciste e direttrici in un mondo, quello della musica classica, ancora connotato da una fortissima presenza maschile.
Studio e competenza: caratteriste fondamentali delle direttrici d’orchestra italiane
Competenza, studio e grande professionalità emergono dalle risposte che le tre artiste da noi intervistate hanno dato. Isabella Ambrosini, Rosella Clementi e Claudia Patanè sono tre professioniste della musica classica, ciascuna delle quali, nel proprio specifico ambito, ha intrapreso con successo una carriera ritenuta fino a pochi anni fa esclusivo appannaggio dei colleghi uomini. Sapendo dimostrare la propria competenza azzerando le distanze e le diffidenze che nel corso della pluriennale carriera ha incontrato.
Professioniste autorevoli e non solo direttrici d’orchestra
Due delle nostre intervistate, Isabella Ambrosini e Claudia Patanè, dirigono un’orchestra (principalmente sinfonica la prima, operistica di base la seconda) e hanno saldamente tenuto in mano la bacchetta della direzione senza mai farsi trascinare in sterili polemiche. Si sono sempre viste, e così hanno voluto sempre essere viste, come professioniste, donne dedite alla comunicazione della musica, concentrate nel ruolo della direzione.
Isabella Ambrosini e l’importanza dello studio
Isabella Ambrosini ha fortemente voluto porre l’attenzione sul significato della dedizione allo studio e non al semplice gesto artistico: dirigere un’orchestra significa in primis essere un direttore e poi utilizzare una bacchetta. Per essere direttore altra strada non c’è se non quella della perseveranza e dello studio, “senza studio non c’è competenza e senza competenza non c’è autorevolezza” le parole che ha ripetuto con convinzione durante l’intervista. “Le donne oggi, per poter superare i pregiudizi che i professori d’orchestra spesso hanno nei loro confronti, devono possedere l’autorevolezza necessaria a far valere le proprie competenze”.
Claudia Patanè e il dominio di suoni e pensieri
Claudia Patanè, quasi in un controcanto – stiamo parlando di donne che vivono, lavorano ed hanno realizzato con la musica la loro carriera professionale – ha stigmatizzato la figura di chi dirige (uomo o donna che sia) in quella di un creatore: di colei o colui che riesce a “plasmare i suoni ed i pensieri donandoli al pubblico”. Un lavoro di passione e competenza deve avere poco in comune con il genere; le donne direttrici d’orchestra italiane che siamo riuscite a contattare hanno proposto il loro pensiero su sé stesse quasi come soggetti neutri: artiste e professioniste, e non come artiste donna.
Rosella Clementi: la direzione artistica di Aulicus Classics
Rosella Clementi, insegnante di conservatorio di musica da camera per fiati, dopo aver terminato gli studi di direzione d’orchestra come le sue colleghe, si è dedicata alla composizione e alla direzione artistica di un’etichetta che, unica in Italia, le ha affidato il ruolo di direzione artistica: la Aulicus Classics. Ha presentato la sua personale esperienza professionale ed artistica: partendo dalla composizione, dall’insegnamento e dalla direzione è approdata alla direzione artistica di un’etichetta musicale. Essere direttore artistico, ruolo ancora poco frequentato dalle donne, significa avere capacità di visione, saper cogliere passaggi, riuscire a comprendere nuovi linguaggi ed individuare le caratteriste di ogni singolo artista per poter offrire al pubblico la miglior produzione musicale possibile. Anche in questa esperienza lo studio e la competenza devono essere alla base del lavoro svolto. Al momento in Italia non si conoscono nell’ambito della musica classica, altre donne “direttore artistico” e ricoprire quel ruolo consente a Rosella Clementi di esprimere sé stessa come artista e come direttrice artistica ponendo molta attenzione alle esigenze dei giovani e alla valorizzazione dei loro talenti.
Dalle prime pioniere nella direzione musicale alle nuove generazioni
Ethel Leginska, Antonia Brico, Mary Ethel Smyth, Carmen Campoli Bulgarelli, Mary Davenport Engerberg, Florica Dimitriu, Vitezslava Kapràlovà, Elisabeth Kuyper, Veronika Borisovna Dudarova sono i nomi delle prime donne che hanno intrapreso la carriera della direzione d’orchestra. Molte di queste direttrici d’orchestra hanno iniziato la loro avventura agli inizi del secolo passato attraversando sicuramente problemi legati al genere.
Il consiglio che le tre direttrici d’orchestra italiane – rispondendo all’ultima domanda nella quale si chiedeva loro un suggerimento per le giovani donne – hanno espresso con grande generosità è stato il ribadire la necessità assoluta dello studio e l’acquisizione delle competenze per poter esprimere autorevolezza anche nei confronti dei colleghi uomini, in altre parole: talento, competenza e perseveranza.