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Violenza sulle donne: in Toscana più di 5 casi al giorno

osservatorio regionale sociale

Violenza sulle donne: in Toscana più di 5 casi al giorno

Presentato il terzo rapporto sulla violenza di genere in Toscana. L’identikit di chi si rivolge ai centri antiviolenza della regione

Violenza di genere: in Toscana i dati denunciati ai 23 centri antiviolenza diffusi sul territorio sono più di cinque al giorno. E’ uno dei dati più significativi e terribili del terzo rapporto regionale sulla violenza di genere, presentato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricorre ogni anno il 25 novembre. Dallo studio, allegato a fondo articolo, emerge che le donne che si sono rivolte alle strutture antiviolenza sparse sul territorio della regione Toscana nel periodo compreso tra il 1° luglio 2010 e il 30 giugno 2011 sono state 1.882, 121 in più rispetto alla rilevazione precedente. Due su tre sono di nazionalità italiana.

 

Chi sono

Chi decide di rivolgersi ai centri antiviolenza ha un livello d’istruzione medio-alta: il 42,9% ha il diploma e il 13% una laurea. Circa il 50% delle italiane ha una occupazione lavorativa stabile – per lo più sono impiegate – percentuale che scende al 37,7% per le straniere – occupate solitamente come operaie -. Complessivamente, nel periodo analizzato dal rapporto, si sono rivolte ai centri 1.199 italiane e 615 straniere. Escludendo le 68 donne di cui non si conosce la nazionalità, le autoctone rappresentano dunque il 66,1% del totale, le straniere il 33,9%.
Le donne straniere – un terzo del totale dei casi denunciati – sono più giovani delle italiane: quasi il 68% ha infatti meno di 40 anni, contro il 43% circa delle italiane. Una delle verità più odiose che emergono dai dati è il fatto che più della metà delle donne italiane e quasi il 71% delle straniere che sia costretta a subire violenza dal partner con cui vive.
Analizzando i dati per provincia, diminuiscono le violenze dichiarate in quella di Firenze (che passa da 715 a 685), mentre raddoppiano quelle del territorio di Arezzo (da 97 a ben 207). Sostanzialmente pari i numeri di Siena e provincia(da 88 a 92), in lieve aumento i casi di Grosseto, Livorno, Lucca e Prato. In leggero calo il numero delle donne che si sono rivolte ad un centro antiviolenza regionale a Massa Carrara e Pisa.

La violenza e l’aggressore

Tra le tipologie di violenza denunciata – ben 3.562 casi in tutto – spicca quella psicologica, segnalata nell’81% dei casi, per ben 1.426 episodi. Seguono quella fisica (1.106 i casi denunciati), economica, lo stalking, la violenza o le molestie sessuali e il mobbing. E’ penosa la conferma che nella maggior parte dei casi l’aggressore sia una persona di casa, un marito, un compagno di vita, un familiare. Uomini con i quali le donne hanno avuto una relazione intima, dal momento che nel 62% dei casi si tratta del partner, nel 21% dall’ex partner e nel 10% dei casi comunque di un parente.

Gli occhi dei figli

Se normalmente le donne non sono propense a denunciare la violenza subita, sono persuase a farlo nel caso in cui i figli siano presenti agli episodi di sopruso. La percentuale di donne che sporge denuncia, in questo caso, è del 31,8%, contro il 24,8% delle donne senza figli, o i cui figli non assistono alla violenza. Dal Rapporto sulla violenza di genere 2011in Toscana emerge che ben 999 donne i sono rivolte ai Centri dichiarando che i propri figli, spesso minorenni, hanno assistito alla violenza. Bambini e ragazzi che non possono crescere con una visione giusta delle relazioni, della vita, delle dinamiche familiari: vittime indirette di una violenza sempre più diffusa e sempre più gratuita. Vittime di una piaga che, come ha affermato l’assessore regionale al welfare e alle pari opportunità Salvatore Allocca “incide direttamente sul benessere fisico e psichico delle vittime ed indirettamente su quello sociale e culturale di tutta la popolazione. Una vera e propria piaga purtroppo, spesso colpevolmente sottovalutata e difficile da contrastare, perché avvolta nel silenzio di chi la fa e purtroppo anche di chi la subisce. Il sistema di monitoraggio ed analisi che abbiamo costruito a livello regionale e provinciale ci mette a disposizione questo strumento, fondamentale per le politiche da adottare”.

Agnese Fedeli

Allegati

pdf rapporto-violenza-di-genere-2011.pdf

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