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Formazione in Medicina di genere

Una svolta decisa sull’educazione alla Medicina di genere grazie al Piano formativo nazionale, ma la FNO TSRM e PSTRP già è all’avanguardia

Per applicare la medicina di genere di cui si parla da anni occorre che i professionisti della sanità, di ogni comparto, siano adeguatamente preparati e per questo nei giorni scorsi il Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca, ha emanato il Piano formativo nazionale per la Medicina di genere (https://www.tsrm-pstrp.org/wp-content/uploads/2023/05/Piano-medicina-di-genere-Ministero.pdf). Un Piano che coinvolgerà non solo le Università ma anche chi già esercita una professione nel settore della Salute e per questo la Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), nella persona della sua presidente, Teresa Calandra, ha dichiarato grande soddisfazione in quanto la Federazione, con l’applicazione del progetto SeGeA che prevede un approccio formativo basato sulle differenze di Sesso e Genere ha, di fatto, anticipato il Decreto.

La medicina di genere
Per medicina di genere si intende lo studio delle diverse influenze che le differenze biologiche dovute al sesso e quelle socioeconomiche e culturali, definite dal genere, hanno sullo stato di salute o di malattia di una persona. Queste indicazioni date dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) sono chiare: tra uomo e donna esistono delle differenze biologiche e culturali: quelle biologiche definiscono il diverso sesso, quelle dovute ai fattori socio-culturali e relazionali definiscono il genere. La medicina di genere deve prendere in considerazione entrambe grazie a un nuovo approccio metodologico che pone attenzione a tali differenze in tutte le fasi: dallo studio delle cause di una patologia alla presentazione dei sintomi, dalla prevenzione alla diagnosi, dalla risposta al trattamento all’accesso alle cure e così via. È dunque ovvio che questo approccio debba coinvolgere tutti i professionisti sanitari e gli operatori coinvolti nel percorso di cura. Ciò significa che per medicina di genere non debba intendersi solo la “medicina delle donne”, magari legata alle funzioni riproduttive ma deve approfondire tutte le differenze legate a sesso e genere in ambito sanitario. E non è certo cosa da poco. Di conseguenza una formazione adeguata va assolutamente prevista se si vogliono personalizzare le terapie, fatto che la medicina riconosce come assolutamente necessario, poiché ogni individuo reagisce in modo differente alle terapie, tanto per fare un esempio.

Formazione in Medicina di genere: l’esempio della FNO TSRM e PSTRP
La Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP già all’inizio di quest’anno ha predisposto un evento formativo dedicato agli iscritti agli albi: un percorso specifico di formazione, aderente alle indicazioni dettate dall’attuale Decreto, della durata di 30 ore e che in questo primo trimestre è stato portato a termine, con grande entusiasmo, da più di 6 mila professionisti. “Per costruire il corso formativo ci siamo avvalsi della collaborazione di Engendering Health (EngHea), un’associazione di promozione sociale che ha tra gli obiettivi principali della propria mission la divulgazione dei temi e metodi scientifici di salute e sanità con attenzione alle differenze sesso/genere” ha aggiunto la presidente Calandra. EngHea è presieduta dalla psicologa e sociologa Fulvia Signani, docente dell’Università di Ferrara, che è tra gli estensori del testo del Decreto.

Il percorso formativo sulla Medicina di genere
“Nel percorso formativo, la cui progettazione è stata avviata 2021” ha sottolineato Giovanni De Biasi, consigliere del Comitato centrale della FNO TSRM e PSTRP con delega all’Equità tra i generi, si sono avvicendati più di venti esperte ed esperti, tra cui la prof. Flavia Franconi, pioniera dell’attenzione alle differenze sesso/genere nel nostro Paese”.
I temi del corso spaziano dalla salute cardiologica, tema classico nell’ambito della medicina di genere, agli stili di vita, passando dalla salute della bocca, della pelle, del microbiota, intesi diversamente a seconda del sesso/genere, alle attenzioni che i professionisti della salute è opportuno adottino nella relazione con la persona assistita, “relazione in cui viene proposto, in modo innovativo, il superamento di una visione diadica tra curante e persona curata, a favore di una prospettiva triadica, che include anche la caregiver (famigliari o assistenti famigliari, per la maggior parte donne) frequente co-protagonista del percorso di cura” aggiunge De Biasi.

“Il Decreto” conclude la presidente Calandra “ci conferma che il percorso finora solcato è quello giusto; abbiamo strutturato una formazione aggiornata e competente su temi e sensibilità dell’oggi, che riteniamo materia trasversale della cassetta degli attrezzi necessaria del professionista contemporaneo”.

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