Sicurezza

Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro


Il rumore nei luoghi di lavoro

Anche l’esposizione al rumore è un rischio per la salute dei lavoratori. In particolare per quelli del settore manifatturiero ed edile, ma il rumore può essere nocivo anche per chi lavora nei call center, nelle scuole, nelle sale da concerto e nei bar.
Sembra cosa da poco, ma in realtà i problemi di salute causati dall’esposizione a fonti di rumore affliggono milioni di lavoratori in tutta Europa.

Il 20% dei lavoratori europei opera in un ambiente così rumoroso da essere costretto, per metà della giornata lavorativa, ad alzare la voce per farsi sentire. Il 7% degli europei soffre di ipoacusia (sente poco) correlata al proprio lavoro. Mentre – udite udite (è il caso di dirlo) – la patologia professionale più diffusa nell’Unione Europea è proprio la sordità causata dal rumore nei luoghi di lavoro.
In Italia si stima che le persone affette da disturbi dell’udito siano complessivamente circa 7 milioni: lo dichiara l’Istituto Superiore di Sanità.


Per rumore si intende un suono indesiderato, la cui intensità è misurata in decibel. La scala dei decibel è logaritmica, il che significa che aumenta in modo esponenziale: ogni 3 decibel in più equivalgono a un raddoppio dell’intensità del rumore.  Per fare un esempio: una conversazione normale raggiunge i 65 decibel; un urlo raggiunge 80 decibel. Anche se la differenza è di soli 15 decibel, l’intensità del rumore è 30 volte più elevata per un grido.

Oltre all’intensità del rumore, la pericolosità è data dalla durata dell’esposizione. Quando si parla di rumore nei luoghi di lavoro ci si riferisce a quello percepito in una giornata lavorativa media, ossia di 8 ore. Il rumore pertanto nei luoghi di lavoro per essere dannoso non deve necessariamente essere tanto intenso. Ciò che conta è la sua durata.

Un ambiente rumoroso può anche aumentare il rischio di infortuni a causa dell’impossibilità di udire i segnali di allarme; inoltre può essere causa di stress (con le conseguenze che abbiamo visto prima) e può persino interagire con l’esposizione a determinati prodotti chimici che possono aumentare il rischio di perdita dell’udito.

 

Se questi sono problemi indirettamente collegati all’esposizione a un ambiente lavorativo rumoroso, vediamo i rischi diretti così come ce li enuncia l’OSHA:

  • Perdita dell’udito: un rumore eccessivo danneggia le cellule ciliate della coclea, parte dell’orecchio interno, e porta a un deficit uditivo. «In numerosi paesi la perdita dell’udito causata dal rumore è la patologia professionale irreversibile più diffusa.» Si stima che il numero totale di persone che soffrono di ipoacusia in Europa sia superiore alla popolazione della Francia.
  • Effetti fisiologici: è dimostrato che l’esposizione al rumore ha un effetto nocivo sul sistema cardiovascolare. In particolare, il rumore sembra produrre la secrezione di catecolamine ed un aumento della pressione arteriosa. I livelli di catecolamine nel sangue, inclusa l’epinefrina (adrenalina) sono associati allo stress.
  • Stress sul lavoro: lo stress sul lavoro è provocato di rado da una sola causa ed è solitamente prodotto da un’interazione di diversi fattori di rischio. Il rumore nell’ambiente lavorativo può essere una fonte di stress anche a livelli piuttosto bassi.
  • Incremento del rischio di infortuni: livelli elevati di rumore rendono difficoltosa la comunicazione verbale ed aumentano le probabilità che si verifichino infortuni. Lo stress sul lavoro (del quale il rumore può essere una concausa) può complicare questo problema.

 

Il rumore è stato riconosciuto come problema  non solo nei settori dove l’esposizione è più intensa e prolungata nel tempo – come quello manifatturiero e minerario, quello edile, quello dei trasporti e delle comunicazioni e perfino quello agricolo – ma anche per i lavoratori che lavorano nell’istruzione, nella sanità e nella ristorazione. Ad esempio, le urla dei bambini sono nocive per la salute di chi è costretto a frequentarne ogni giorno a decine per lavoro. Negli asili i livelli medi di rumore sono superiori addirittura ad 85 decibel. Impensabili quelli rilevabili in un parco giochi per bambini, che si sovrappongono tra l’altro ai rumori degli apparecchi ludici, delle giostre e giostrine, delle tante musichette varie che aleggiano in contemporanea in quegli ambienti lavorativi dove i bimbi sono liberi di scatenarsi – e lo fanno soprattutto urlando.

E tra i lavori a rischio salute a causa del troppo rumore, se come potevamo immaginare ci sono quelli relativi alla guida dei tir (89 decibel) e ai night club (100 decibel), troviamo una sorpresa tra i posti più alti in classifica: quello degli allevamenti di maiali, dove il rumore può raggiungere i 115 decibel!

Anche nel caso del rumore i datori di lavoro sono legalmente responsabili della salute e della sicurezza dei propri dipendenti. Essi sono tenuti pertanto valutare i rischi misurando anzitutto il rumore per capire cosa potrebbe provocare (dalla perdita dell’udito agli infortuni); sulla base della valutazione del rischio devono poi eliminare le fonti di rumore o perlomeno controllarle; se non fosse possibile, devono ridurre l’esposizione del singolo lavoratore al rumore riorganizzando il lavoro e limitando l’accesso alle aree rumorose. Infine, possono fornire dispositivi di protezione ai propri dipendenti.

È obbligo del datore di lavoro fornire informazioni e consulenze gratuite ai lavoratori in merito ai rischi che affrontano e a come fronteggiarli nonché approntare ogni misura preventiva per tutelare la salute del lavoratore, compresa la sorveglianza sanitaria.

A tali obblighi si collegano d’altra parte quelli dei produttori di macchinari e attrezzature, i quali sono tenuti a progettare e costruire le macchine in modo tale che il rumore emesso sia il minimo possibile (lo stabilisce la direttiva 98/37/CE). Secondo la direttiva successiva, la 2003/10/CE, i rischi derivanti dall’esposizione al rumore devono essere eliminati alla fonte o ridotti al minimo; il valore limite di esposizione quotidiana deve essere di 87 decibel. Non di più. Il che significa che molti lavori, come abbiamo visto, superano abbondantemente questo limite.

Allegati

pdf strategia-comunitaria2007-2012-salute-sicurezza-lavoro.pdf
pdf Guidaoperativa-DLgs81.08-rischio-stress-lavoro-marzo2010.pdf

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